martedì 30 dicembre 2008

Rifugio Unerzio


La neve…

è ovatta… annulla i rumori, rende tutto più omogeneo, arrotonda gli spigoli delle rocce, cancella le oscurità con il suo manto bianco, tranquillizza le persone, le rende meno nervose, forse persino anestetizzate,… è un ottimo calmante…

queste le sensazioni che immagino ognuno di noi prova quando vede i fiocchi di neve cadere…

Queste le emozioni che abbiamo provato in questi due bei giorni al Rifugio Unerzio…

Avevamo in mente di passare una notte in bivacco, l’invernale del rifugio Vallanta sarebbe stato perfetto, un po’ per il numero di persone, un po’ perché leggermente riscaldato… ma vista la quantità di neve caduta in questo periodo abbiamo giudicato imprudente e pericoloso inoltrarci nel Vallone di Vallanta… il rifugio Unerzio invece era la nostra ottima alternativa…

Man mano che in auto percorriamo la Valle Maira… l’altezza della neve comincia cresce… le nostre informazioni davano 2.3m di neve caduta ad Acceglio… il pensiero è già a Pratorotondo, chissà quanta davanti al rifugio… posteggiamo l’auto a Chiavetta… ci attrezziamo a puntino… carichiamo i viveri e le bevande per due giorni… e racchette ai piedi ci incamminiamo per “el viol”, il sentiero che da Chiavetta porta a Pratorotondo… per fortuna la traccia è già stata fatta dagli amici scialpinisti diretti alle innumerevoli mete della valle…

Siamo belli carichi, ma la voglia di arrivare, il nostro amato rifugio, ci dà la carica per raggiungerlo in meno di 40 min.

Arriviamo di fronte al rifugio e restiamo incantati dalla neve… adesso che è già compatta, sui tetti supera il metro e mezzo… con le pale creiamo un accesso per scendere alla cucina… senza difficoltà invece raggiungiamo il dormitorio dato che la neve è al piano del balconcino…

Ognuno di noi si prodiga per i primi lavori… io accendo il putagè, Bartolo inizia a fare spazio davanti alla legnaia, gli altri sistemano gli zaini, i viveri e preparano i posti per dormire…

Il tempo vola è già l’una e mezza quando mettiamo l’acqua sul fuoco per la pasta, intanto restiamo tutti vicini vicini al putagà per godere del caldo…

Il freddo crea qualche difficoltà con le bombole del gas, sostituiamo quella vuota… preoccupandoci anche per i prossimo ospiti del rifugio… noi “uomini” un po’ per sfida un po’ per occupare il pomeriggio, decidiamo di andarla a cambiare trascinandola a mò di bob giù fino a Chiavetta … intanto le donne (Ieio compreso) restano al calduccio della stufa…

“el crinot”, così battezziamo la bombola, scivola giù rapidamente per la traccia, tanto che a volte bisogna correre per non essere travolti… in salita invece quella nuova si è dimostra ostile, cocciuta, non vuole saperne di salire…

Arriva l’ora di cena…

Lo chef “Mula” propone: risotto al vino rosso, salciccia flambè, formaggio, salami caserecci, il tutto innaffiato dall’ottimo “ciuciu” che esce come funghi dagli zaini…

La serata passa allegramente, le lacrime a conseguenza delle risate la fanno da padrone… scenette, smorfie, provini per chissà quale ruolo, proviamo a sconfiggere la timidezza che c’è in noi e per un attimo siamo tutti attori…

Ieio come sempre da  il meglio di sé, intrattiene la serata come primo attore, noi gli spettatori…

Sono le due e le palpebre pesanti ci trascinano a letto… domani dobbiamo essere brillanti… ci raggiungono Ago, Sara, Paola, Denis, Daniela, Romina per un’escursione con le racchette…

Sveglia alle otto, colazione in attesa dei nostri amici… Bartolo e Pedro i più mattinieri, tocca a loro il compito della colazione… noi pigroni invece scendiamo alle nove svegliati dal profumo del caffé…

Ecco che ad un tratto li vediamo spuntare da sotto gli alberi… un bicchier di tè fumante per i nuovi arrivati, intanto noi ci prepariamo per l’escursione…

Partiamo tutti con le racchette ai piedi alla volta di Prato Ciarliero, al ritorno ci aspetta una pastasciutta, salami, affettati, formaggio, panettone…

Lo chef “Mula” e il suo fido aiutante Pedro ritornano indietro a metà percorso per preparare il rancio…

Tutto pronto, in attesa del plotone, proviamo a scavare una truna davanti al rifugio… scaviamo e scaviamo ancora fino a quando troviamo l’erba del prato… ma a malapena riusciamo a vedere al di fuori del buco…

Sattete… ecco che io e Pedro sbuchiamo dalla truna prendendoli di sorpresa…

Sul tavolo solo più le briciole, abbiamo divorato tutto… intanto il tempo corre insieme alle risate e le chiacchiere… fuori ha ripreso a nevicare…

Rendiamo di nuovo accogliente il rifugio per gli amici che verranno a concludere l’anno… e ritorniamo alle auto…

Ancora una volta abbiamo trascorso un fine settimana in allegria… ci siamo già promessi di ritornarci per la Befana, in occasione della gita sociale proprio qui…

Ah perché no… VENITE ANCHE VOI!!!

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