mercoledì 30 dicembre 2009

Martedì 29 dicembre – Ciastrata al chiarore della luna piena.

Come consuetudine da alcuni anni andiamo a fare la camminata notturna sotto le stelle.

Quest’anno visitiamo la Valle Varaita in particolar modo il Vallone di Sant’Anna; valle sopra Sampeyre che termina con il Colle di Sampeyre e comunica con la vicina Valle Maira nei pressi di Elva.

Ci troviamo alla “Porta di Valle” alle 17.00, caffè e dopo aver compattato le macchine, proseguiamo per inoltrarci nel vallone di Sant’Anna fino ad arrivare alla Borgata Sodani a 1250m, dove termina la strada pulita. Calzate ciastre, arva, pala e sonda sotto la luce delle nostre pile frontali, siamo pronti alla partenza. Bartolo capofila e a seguire la lunga fila di quindici componenti. La nostra meta sarà la Baita Garneri 1850m, splendida baita ristrutturata amorevolmente e adibita a rifugio.

La luna questa sera è splendente, appena velata, rischiara il nostro cammino. Le nostre ombre disegnate sulla neve ci seguono passo dopo passo, iniziamo la salita seguendo i bordi delle piste da sci di Sampeyre, passiamo vicino ad alcune case in pietra isolate, silenziose, piene di storia, di voglia di raccontare vita vissuta d’altri tempi; adesso soo li a riposare in attesa della bella stagione per accogliere i proprietari nella bella stagione estiva. Raggiungiamo la Borgata Sant’Anna a 1420 m, una breve pausa per riprendere fiato, quattro chiacchiere per rompere il silenzio della valle addormentata. Alle nostre spalle si presenta uno scenario da favola, il paese di Sampeyre, appena più su Becetto, con atri gruppetti di case sparse illuminati dai lampioni sugli spigoli delle case. Ssembra un presepio illuminato da miriadi di luci, dalla luna e dal riflesso del manto nevoso. Meraviglioso! Restiamo li incantati ad osservare per alcuni minuti, in silenzio, mentre la nostra immaginazione viaggia chissà dove. Proseguiamo il nostro cammino verso la meta, passiamo vicino a qualche gruppetto di abeti, larici; molte le impronte di animali, la prima sensazione è di essere osservati, forse dai “folletti del bosco”, forse dagli animaletti che sul chi va là ci scrutano dalle loro tane. Ad un certo punto tra il fitto bosco si intravede una luce, ecco un segnale della nostra meta, man mano che ci avviciniamo il bellissimo pastore maremmano a guardia del rifugio segnala la nostra presenza ai proprietari abbaiando. Intravediamo l’ombra del rifugio che diventa sempre più reale, le finestre illuminate dai caldi colori delle luci, dal focolare del maestoso caminetto, sono invito ad entrare. All’interno un’atmosfera di tranquillità di serenità e pace. Ci sediamo al tavolo, il profumo fragrante della torta di mele, delle paste di meliga e degli zuccherini imbevuti da vari tipi di elisir, avvolgono le nostre narici. Non possiamo fare a meno di assaggiare tutte queste prelibatezze accompagnate da vin brulè, qualche tisana, e le fumanti polente conce. Il tempo vola, uno sguardo all’accogliente salone su cui predomina il caminetto acceso, il legno, la cura delle cose, l’ambiente semplice, la danza del fuoco attirano la nostra attenzione ad una promessa per trascorrere un weekend in questo posto fatato.

Aimè dobbiamo ritornare. Riprendiamo la traccia di salita, la luna adesso si nasconde dietro una spessa coperta di nuvole, il tempo si sta guastando un po’. Il manto nevoso si uniforma con le tonalità del grigio, scompaiono le tracce e le variazioni di pendenza, alcune volte è necessaria la luce guida delle nostre pile frontali, per individuare la traccia. In poco più di un’ora raggiungiamo di nuovo le macchine. Il rumore delle chiastre sulla strada ghiacciata ci risveglia dal sogno, dalla favola, dal posto incantato. I saluti e gli auguri per un nuovo anno all’insegna delle belle cose, della serenità e della voglia di andare in montagna in allegria. Un ringraziamento particolare a Bartolo per l’organizzazione, ma soprattutto per aver battuto la pista di salita lottando con lo strato costante di neve crostosa.

Corso Racchette da neve

Vi presento il 4° corso di escursionismo con racchette da neve.
Quest'anno sarà organizzato in collaborazione con gli amici del Cai di Savigliano. Un modo nuovo per andare in montagna anche durante l'inverno, andar per sentieri, per montagne, tra la natura incontaminata, coperta dalla candida neve, dove tutto è rallentato, tutto tace, i rumori sono attenuati.
il corso è mirato a insegnare alle persone ad andare in montagna durante l'inverno con l'utilizzo delle racchette da neve "Ciastre", usando però tutti gli accorgimenti necessari per salvaguardare la nostra sicurezza.
Si imparerà ad utilizzare l'ARVA, (aggeggino che fa tanto parlare in quiesti ultimi tempi, specialmente per la legge regionale che un pò c'è e un pò no, sull'obbligo di utilizzo)
si imparerà a conoscere la neve sotto tutte le sue forme e soprattutto il primo soccorso in ambiente innevato.

questo il programma:
Iscrizioni entro il 14 gennaio 2010 presso la sede di Saluzzo


Giovedì 14 gennaio
: APERTURA CORSO (ore 21,00 - Sede CAI Saluzzo) Lezione: equipaggiameno, conduzione, uso ARVA (sede Cai Saluzzo)

Domenica 17 gennaio: Uscita pratica

Giovedì 28 gennaio: Lezione: nivologia (sede Cai Saluzzo)

Domenica 31gennaio: Uscita pratica

Giovedì 11 febbraio: Lezione: Primo soccorso su valanga (sede Cai Saluzzo)

Sab.14 + Dom. 15febbraio: Uscita pratica

il costo del corso è di 50€, è richiesta l'iscrizione al Cai per l'anno 2010.
iscrivetevi numerosi e invitate anche i Vostri amici...

CALENDARIO 2010

Come ogni anno la Commissione Escursionismo, con la collaborazione della “Scuola di Escursionismo Monviso” propone ai consoci che desiderano praticare l’escursionismo conoscendo zone talvolta poco praticate o battute, in angoli delle nostre valli incantevoli e a volte dense di attrattive ambientali, oppure storiche o culturali, con mete interessanti ed adatte a tutti gli escursionisti. Il programma è integrato dai collaudati corsi, il Corso Base di Escursionismo, giunto alla sua 15ª edizione e la 4ª edizione del corso “Escursionismo con racchette da neve”, aventi lo scopo di preparare i frequentatori della montagna, sia estiva che invernale, ad una pratica consapevole, attenta sia alla sicurezza che agli aspetti di conoscenza del territorio.
Per tutte le attività sociali (escursioni, corsi) organizzate dalla sezione CAI “Monviso”, invitiamo i partecipanti ad attenersi alle seguenti norme base:
Partecipazione. La partecipazione è aperta a tutti i soci CAI, ovunque iscritti, in regola con il pagamento della quota sociale.
Programmi. I programmi dettagliati delle singole escursioni sociali possono essere richiesti direttamente alla Sezione di Saluzzo o alla Sottosezione di Carmagnola oppure ai singoli Responsabili di escursione. Si intende che i programmi possono essere variati in funzione delle condizioni locali o meteorologiche. Informarsi per il termine iscrizioni, costi, orari e luoghi di ritrovo e per casi particolari (trekking, prenotazione rifugi, viaggi in pullman).
Equipaggiamento. In ogni caso è richiesto l’equipaggiamento di base escursionistico, in buone condizioni, adeguato alla stagione o integrato con quanto indicato per la specifica escursione.
Direzione. L’escursione sociale è diretta da uno o più Responsabili, Accompagnatori di Escursionismo qualificati CAI. I partecipanti sono tenuti ad osservare scrupolosamente le istruzioni dei Responsabili ed a tenere un comportamento confacente al buon andamento della gita ed alla sicurezza globale. La partecipazione comporta l’obbligo per ogni partecipante a collaborare con i Responsabili e ad adeguarsi alle loro decisioni. Non sono consentite deviazioni dai percorsi stabiliti dai Responsabili.
Trasferimenti. Sono effettuati con auto proprie (le spese di viaggio sono regolate autonomamente fra gli occupanti delle singole vetture) oppure in pullman (informarsi sui costi, eventuali anticipi, luogo di partenza e orari)
Accettazione del regolamento. E’ esplicitamente inteso che la partecipazione comporta la conoscenza delle caratteristiche dell’escursione e delle norme qui riportate.
LE ISCRIZIONI A TUTTE LE ESCURSIONI SOCIALI SI CHIUDONO TASSATIVAMENTE ENTRO IL VENERDI’ SERA PRECEDENTE.
Per informazioni o iscrizioni, ci trovate tutti i venerdì nella sede di Saluzzo (tel. 0175 – 24.93.70) oppure il 1° e 3° mercoledì del mese in quella di Carmagnola.
Su Internet visitate il nostro blog: http://escursionismocaimonviso.blogspot.com
(posta elettronica: escursionismocaimonviso@gmail.com
Responsabili delle attività escursionistiche:
A.E. GIUSIANO Bartolo 340/7261992 A.E. LAZZARATO Luigi 338/9550530 A.E. MATTIO Carlo 0175/265532 A.E. MULASSANO Giuseppe 347/9166234 A.E. POGGIO Renzo 0175/43844 A.E. SANDRI Piero 335/5457932

domenica 22 novembre 2009

Domenica 22 novembre – Monte Tibert

Proprio non riusciamo a stare fermi…. Abbiamo qualcosa in noi che ci spinge verso le montagne… anche adesso che incominciano le domeniche da passare tra la massa di gente indaffarati a cercare il regalo per Natale nei supermercati …
Noi il regalo ce lo facciamo tutte le domeniche quando andiamo per sentieri in montagna.
Venerdì eravamo un po’ indecisi sulla meta… anche se avevamo già stabilito l’ora di ritrovo… poi Bartolo propone la Valle Grana… pensando alle distese di prati assolati che conducono al Monte Tibert…
Dopo i vari ritrovi e per il caffè, arriviamo in auto verso le nove a Castelmagno e parcheggiamo appena il Santuario…
Con immensa gioia incontriamo i nostri carissimi Amici: Beppe, Marina, Anna ed Alessandra. Anche loro non hanno resistito alla frenesia di andare a fare quattro passi in montagna… Così che ci siamo incamminati tutti insieme per raggiungere la croce in legno in vetta al Monte Tibert…
In basso i prati erano ormai spogli dalla neve caduta alcune settimane fa… seguendo la carrareccia e qualche volta le tracce delle mucche proseguiamo in direzione del fondo del vallone, volgendo ogni tanto lo sguardo alla vetta… “arriveremo fin la?”
Pian piano tra una chiacchiera e l’altra saliamo velocemente… il vento, che dalle macchine sembrava tiepido e per niente fastidioso, diventava più energico e freddo man mano che ci avvicinavamo al colle Sibolet…
Passate le grange sibolet, la strada bianca diventa sentiero, poi traccia che si perde nei prati e sotto la neve… il pendio si fa più irto, il fiato viene allora risparmiato alle parole in favore della fatica…
Il vento ormai polare e costante sembra impazzito, arriva da più direzioni e diventa difficile evitarlo…
Imperterriti proseguiamo il cammino in cresta per raggiungere la vetta… non abbiamo il tempo di guardarci intorno… i granelli di neve trascinati dal vento sembrano aghi pronti a pungere i nostri visi…
Qualche foto e via… ritorniamo verso valle, questa volta cercando una via diretta verso il santuario…
Arriviamo ai piedi del Tibert… e troviamo riparo per il pranzo dietro ad alcune enormi pietre…
È di nuovo festa… la tavola è ricca di prelibatezze… ma presto ritorna l’aria gelida, e riuscita a scovare il nostro nascondiglio…
Facciamo fagotto e scappiamo verso valle…
Alle macchine un ultimo assaggio di Passito di marsala, con biscotti ai cereali …
È stata una piacevole gita… per l’ambiente, per la prima neve, per la solita banda… ma soprattutto perché abbiamo ci siamo accompagnati con i nostri cari amici…
Un augurio per ritrovarci più sovente sulle nostre montagne…
Mula

http://picasaweb.google.it/escursionismocaimonviso/MonteTibertNovembre09#

lunedì 16 novembre 2009

Passeggiata per le colline saluzzesi – domenica 15 novembre 2009.

Concludiamo la stagione estiva ufficiale dell’escursionismo con una bellissima camminata tra le colline saluzzesi.

Le nostre amate montagne sono già imbiancate e pensiamo già alla neve soffice, candida… da calpestare durante le prossime gite invernali con le ciastre…

Il ritrovo stamattina è alle nove sulla piazza della Castiglia, (http://www.saluzzonline.com/castiglia-saluzzo-vecchia.html) anche oggi il gruppo è numeroso... vista la semplice camminata si uniscono a noi anche qualche amico non socio… un caro benvenuto a loro, sperando che ci facciano compagnia per le gite a venire…

Partiamo alle 9.15… inizialmente sulla strada che sale a fianco all’ex prigione ora edificio storico pieno di fascino… il primo tratto sale ripidamente per conquistare il crinale delle colline retrostanti… stiamo attraversando una bellissima zona, ricca di case storiche, molte restaurate con cura, in sintonia con l’aspetto storico della città capitale del marchesato… ognuna con il proprio giardino, ben curato, alberi secolari, e immancabile vista sulla pianura cuneese e sulla corona di montagne sormontata dal Re di pietra.

La giornata è grigia, umida, freddina, siamo già fortunati perché le previsioni meteorologiche preannunciavano pioggia… la foschia nasconde in parte la pianura… si intravedono appena i paesi adagiati ai piedi della collina saluzzese…

Tra le nuvole basse ogni tanto fa capolino la bianchissima neve caduta nei giorni scorsi.

Passiamo di fianco alla famosa casa di “Briatore”, proseguiamo e arriviamo nei pressi del centro di accoglienza “Comunità Cenacolo”, voluta fortemente dalla sua fondatrice Suor Elvira… per aiutare i giovano in difficoltà. (http://www.comunitacenacolo.it/viewpagina.asp?keypagina=481&idlingua=1)

Sembra un posto da sogno, curato e mantenuto dalle sapienti mani dei collaboratori e dai giovani che vengono qui per ritrovare il loro cammino nella vita quotidiana.

Poco oltre finisce l’asfalto e incomincia la strada sterrata inoltrandosi nel bosco che ricopre come una coperta di mille colori i sinuosi pendi delle collina. I colori sono splendidi, caldi, meravigliosi, le tonalità tra il giallo e il rosso sono predominanti, l’aria che si respira è fresca, ogni tanto profumata da essenze di muschio, funghi, foglie in decomposizione… odori, profumi piacevoli al nostro olfatto, che rischia di dimenticare intossicato dalla “comodità delle città”. Ci imbattiamo in parecchi funghi non commestibili, alcuni addirittura velenosi come la classica Amanite, chissà che osservando meglio non si scopra qualche ottimo porcino. Incontriamo parecchie persone che di corsa, passeggiando o in bicicletta percorrono in senso contrario il nostro sentiero… è meraviglioso tutte questo, sfidano attività sportiva, ritrovare se stessi nell’intimità del bosco o solo per passare una piacevole domenica mattina in mezzo alla natura.

Qui la strada pressoché diventa più facile, pianeggiante, continua sul crinale, lasciando fiato al vociare e al chiacchierare tra di noi, prima un po’ affievolito dalla salita. La voce predominante è della nostra “mascotte” Francesco… che scorrazza su e giù per il sentiero, affascinato dalle curiosità del sottobosco, Lu, Ester, Monica, si prodigano ad accompagnare il nostro carissimo giovanotto, ma con qualche difficoltà, mettendo a dura prova le “ziette”.

Verso mezzogiorno raggiungiamo la chiesetta di Santa Cristina, nostra meta di oggi. (http://www.saluzzoturistica.it/Schede/SantaCristina/index.html)

I tavoli per le merende estive sono tutti a nostra disposizione… ecco che la tavola diventa ricca di ottime cose da mangiare e dall’immancabile buon vino che accompagna sempre le nostre gite. Ci raggiunge Luca in bicicletta, con i segni della fatica sulla divisa da Iron Biker duro e puro a dimostrazione che ha percorso veramente le strade e i sentieri infangati che portano fino a Santa Cristina, sfatando ogni nostro dubbio.

I salami, il formaggio e le mitiche acciughe se sciolgono in bocca. La festa continua fino alle 13.30 quando dobbiamo riprendere la strada del ritorno.

Ripercorriamo la strada del mattino fino al bivio per la chiesetta di San Leone Magno appena sopra a Manta. (http://www.comunemanta.it/sleone.htm). Arriviamo al santuario in breve tempo, nei pressi un nuovo agriturismo, nato dalla recupero di un vecchio cascinale. Barth ci confida che ha partecipato attivamente al gran lavoro di edilizia… ci descrive le caratteristiche del restauro e ci assicura che è un posto da provare sotto l’aspetto culinario.

La strada ridiventa asfaltata e scende dolcemente fino all’abitato di Manta… di qui percorriamo un breve tratto della vecchia strada che lo collega a Saluzzo. Svoltiamo a sinistra e salendo lievemente raggiungiamo il piazzale della Castiglia, punto di partenza di stamattina. Concludiamo la giornata con i commenti di fronte ad una fumante cioccolata calda al “bar del borgo antico” ritrovo preferito nelle serate del venerdì dopo l’incontro in sede… ancora una volta soddisfatti e felici per la bella gita… attendiamo con ansia l’uscita del nuovo calendario escursioni per il 2010… intanto cominciamo a far prendere aria all’attrezzatura invernale… pronti per una nuove avventure.

giovedì 12 novembre 2009

NOTTURNA PIAN MUNE'

La LUNA

La luna un richiamo forte ha lanciato,
“Spettacolo in vetta v’ho preparato;
Salite più in alto elevatevi un po’,
io a schiarire il passo starò”.

Il giorno geloso, pesante ha scherzato,
pensando alla luna che ci avrebbe abbracciato;
ordine ha dato a nuvole e nebbia,
chiudete il sipario, inizio non abbia.

Ma quando la luna sorride e promette,
nessuno riesce a metter manette;
Partiamo, siam pochi, sembriamo gli eletti,
di certo sappiamo che non siamo perfetti.

Salendo voltiamo a respirare la valle,
è un peccato marciare volgendo le spalle;
quanta energia sentiamo arrivare,
osservando la valle ch’è tutto un brillare;
pensiamo ai rimasti col Grande Fratello,
a farsi appiattire il rimasto cervello.

Si sale e la luce sembra aumentare,
ogni dettaglio riusciamo a scrutare;
il viso d’ognuno diverso ci appare,
quasi che l’anima riusciamo a vedere.

Spente le pile, in zaino riposte,
vediamo più cose, di giorno nascoste;
Il fresco via via più freddo si fa,
non è certo questo che ci fermerà.

Si passa fontana che acqua non butta,
consola l’idea che in ogni zaino una but(t)a;
Licenza poetica, l’AE ha confermato,
da Trinca Maria lui s’è diplomato!


Si arriva alla meta, nessuno ci attende,
qui tutti ormai han levato le tende;
ma per magia un’ara compare,
e tutti intorno c’invita a restare.
I posti son otto, son di misura,
questo è un miracolo della natura
La Luna là in alto manda un segnale,
S’accendan le luci, si cominci a sognare.

Con torce, faretti e la luna migliore,
il palco d’incanto è tutto un bagliore;
salami e formaggi a sacrificio sull’ara,
per dolci e plum kake è giunta ormai l’ora.
Mundaj e poi vino padroni di scena,
il freddo a scacciar da ogni piccola vena.

Corona a tal festa sarebbe il caffè,
ma una granDona ha portato il brulè;
quasi un ricordo il freddo del posto,
nello zaino-compagno, ogni cosa riposto.

C’illumina ancora il viso a la mente,
mentre pian piano giù si discende.
Il viaggio è finito, andiamo a dormire,
ma al prossimo fischio pronti a partire,
la Luna che ammicca, vieni con me,
Unerzio, Viviere, oggi……… Pian Munè!


RALLENTA. RESPIRA. VIVI.



L’INDIOS

sabato 31 ottobre 2009

BOSCO ALEVE'

La precoce nevicata di mercoledì scorso si è verificata di buon auspicio per l'uscita di questa domenica.
In 25 alle 9,20 iniziamo a salire poco sotto la borgata Alboin di Casteldelfino (1500), seguendo il sentiero che porta al Bosco dell'Alévé - Croce di Ciampagna.
Il tempo è bello, il sole sta lentamente sciogliendo la rada neve che è appena sopra di noi ...il versante opposto, a nord, è tutto imbiancato!
Al bivio di quota 1750 proseguiamo in direzione Colle di Luca - Croce di Ciampagna ed alle 10,15 ci fermiamo per la colazione a quota 1800, quindi ci inoltriamo nel bosco "incantato" calpestando la soffice neve ed aggirando i grandi pini cembri che profumo di resina l'aria.
Dopo aver lasciato alla nostra sinistra la Croce di Ciampagna immersa nel verde dei pini (2000) saliamo ancora un poco fino ad uscire dal bosco, per fermarci a quota 2200 in un'ampia conca per il pranzo.
Protetti alle spalle dall'ampio arco montuoso, ci godiamo il bel sole ed in tenuta estiva ci sistemiamo su ampie rocce, calde ed accoglienti anche se circondate dalla candida neve ... con una certa sorpresa troviamo ancora presenti e commestibili dei mirtilli che ormai sono "appassiti" ma sorprendentemente dolci!
Il consolidato rito del pranzo, con salami, salumi, formaggi...abbondantemente annaffiato di vino che viene concluso con torte e plu-cake, ci lascia persino il tempo per una gradita battaglia a palle di neve ed a qualche corroborante massaggio!
Ripresa la discesa osserviamo sul ramo di un pino un'improbabile "barboncino" che guarda in direzione della croce ... ma sarà vero o è un'allucinazione ... etilica? (vedi foto 19)
Si scende allegri sempre in un clima caldo e confortevole, fino a raggiungere le auto alle 16 e poi concludere la bella giornata alla Porta di Valle con prelibate bevande!
A presto ....
Ago


IL BARBONCINO
La neve caduta sull' Alévè
copre un po' tutto dalla testa ai pié
Ma il sole caldo già l'ha fatta cader
perchè è troppo presto per poter restar
Ora sul Pino c'è un .....Barboncino
è bello, peloso e molto piccino
chissà quale "voto" l'ha portato quassù (?)
a guardar la croce ... a pregare Gesù!

Nota sul Bosco dell'Alévè: è il bosco di pini cembri più esteso d'Europa, su di una superficie di 817 ettari. Tra i 1500 e i 2500 m. di quota, sulle pendici meridionali del Monviso. Il cembro è riconoscibile, oltre che per la forma leggermente arrotondata che lo distingue dalle altre conifere europee, dalla caratteristica di avere cinque aghi riuniti per fascetti. Albero particolarmente robusto e longevo, il cembro può raggiungere i 20-25 m. di altezza. Il bosco è poi ricco di volatili: non è raro avvistare aquile e poiane, di flora e di fauna, tra cui volpi e camosci.

giovedì 15 ottobre 2009

RIFUGIO UNERZIO: CHIUSURA DELL'ACQUA

Anche quest’anno l’ormai consueto appuntamento per la “chiusura dell’acqua” alla Capanna Sociale Unerzio non ci ha deluso!
Sotto i buoni auspici di un tempo splendido, già sabato mattina l’avanguardia “tecnica” (Luigi, Pedro e Giovanni) sono saliti all’Unerzio per l’installazione di un nuovo riscaldamento elettrico nella parte superiore del rifugio, che renderà ancora più gradevole venire quassù durante l’inverno…
In serata il gruppo è cresciuto con l’arrivo di altri undici baldi giovani… giunti non tanto per lavorare, ma per godersi la passeggiata serale al “chiar di luna” fino a Viviere!
«Bellissimo… paesaggio incantato!»
«Potevo toccare le stelle con un dito…!»
«E…non faceva nemmeno freddo!»
Questi i commenti dei fortunati… e lo credo bene che non faceva freddo: con tutto il vino che si son bevuti!
Al mattino la schiera aumenta, così come il desiderio di salire più in alto…
Così alle 9,30, incoraggiati dal caldo sole lasciamo Prato Rotondo, saliamo a Viviere, proseguiamo in direzione di Prato Ciorliero, per poi svoltare a destra seguendo l’itinerario “S9” che conduce al Colle d’Enchiausa.
Ci lasciamo accarezzare dalla quasi tiepida brezza, osserviamo i nuovi colori dell’autunno ed alcune marmotte assonnate, fino ad arrivare alle 11,30 al bivio per il Colle d’Enchiausa ed il Bivacco Enrico Mario (quota 2300).
Mentre i più si godono il bel panorama, i TRE scalpitanti MOSCHETTIERI (Mario Mauri e Silvio) non soddisfatti del dislivello fatto, saltando di roccia in roccia salgono ancora per altri 150-200 metri di dislivello, forse per veder se per caso oltre la cresta ci sia il quarto moschettiere mancante…
Naturalmente… nessun “D’Artagnan” appare all’orizzonte… e noi che già lo sapevamo(!) abbiamo avuto il buon cuore di conservar per loro un po’ di consolatorio Arneis, spuntato magicamente dallo zaino di Bartolo!
Torniamo verso l’Unerzio passando nei pressi di una “notevole” baita ristrutturata graziosamente adagiata su di un prato panoramico che domina la valle… bella!
Verso le 13 siamo nuovamente al rifugio, dove troviamo l’allegra brigata indaffarata negli ultimi preparativi per la polentata finale… che poi non è stata solo polenta: salami, salumi, stuzzichini, funghi, formaggi, frutta, torte, tirami-su… naturalmente annaffiati da ottimo vino!
E poi le nostre canzoni che, con alcune modifiche, hanno persino fatto commuovere la nostra Ma-Ester che è sempre felice di insegnarci cose nuove… del resto scolari bravi come noi dove li trova?! (n.b. Sergio fa segno affermativo con la testa!!)
Il sole di inizio autunno che ci ha così gradevolmente riscaldati sta scendendo, Luigi ci richiama all’ordine: a pulire e sistemare tutto quanto e poi… con fare sapiente… CHIUDE L’ACQUA!
Grazie a tutti per la bella compagnia!
A presto…
Ago
P.S. chissà se il quasi-cinese Beppe che abbiam salutato stamane è già arrivato a Beijing, ma… noi lo salutiamo caramente!

domenica 4 ottobre 2009

Monte Chaberton…

All’arrembaggio!!! Partiamo alla conquista di un’altra vetta…

Questa volta è la conquista di un monte pieno di storia, di fatiche, di sacrifici, di vittime… il monte Chaberton… imponente montagna al confine con la Francia sormontato dalle otto torri che in tempo di guerra ospitavano altrettanti cannoni puntati verso il paese ostile vicino. Ritrovo all’autogrill di Salbertrand… ma accipicchia i saluzzesi, forse distratti, forse troppo veloci… dimenticano di fermarsi… Noi carmagnolesi… già un bel gruppetto, prendiamo il nostro amato caffè e ripartiamo… un problema tecnico di lavori stradali ci costringe a fare visita a Bardonecchia, un quarto d’ora dopo raggiungiamo i nostri amici che intanto hanno consumato la loro colazione presso un bar in Claviere…

Parto per primo a condurre la carovana fino al parcheggio…distratto o forse concentrato nel cercare la stradina su cui svoltare, dimentico di allacciare le cinture… e sfiga mia… stamattina i gendarmi sono alla dogana… una poliziotta si avvicina alla macchina… mi chiede subito patente libretto e ben 90 euro… azz!!! Neanche il “mio fascino latino” riesce a sciogliere la poliziotta dagli occhi di ghiaccio…

Calzati gli scarponi, partiamo alle 9.00 in 37 imboccando la strada sterrata a sinistra… il primo tratto di sentiero serpeggia tra un lariceto spettacolare, le chiome stanno già cambiando colore, si notano già le sfumature tra il giallo e il verde chiaro… un gioco di colori, luci e ombre da cartolina.

Oltrepassiamo il greto del torrente in secca… la prima pausa appena prima dell’ombra della montagna… la temperatura è fresca, l’aria frizzante e i raggi del pallino sole sono cosa ben gradita… ripartiamo percorrendo il sentiero che sale al colle dello Chaberton, salta di qua e di là del letto del torrente, sembra un graffio sul versante della montagna…

Riconquistiamo il sole, sembra più facile proseguire sul ripido sentiero, il sole ricarica le nostre batterie. Pausa di dieci minuti al Colle… da qui si può già godere di un bel panorama… che spazia dalle vette francesi, come la Barre des Ecrins, Des Agneaux, o le “nostre montagne” che si allineano alla Val Susa…

Ripartiamo per gli ultimi trecento metri di salita… di qui il sentiero calpesta la carrareccia che da Fenils porta alle caserme appena sotto le torri… ogni tanto emergono ancora qualche residuo bellico… i termini in granito, i km di filo spinato sparso qua e là, qualche matassa ancora da srotolare invece giace a bordo strada.

Il cavo del telefono inserito in un tubo metallico antisplosivo e adagiato in una canalina in cemento cammina a fianco della strada e raggiunge le caserme. Passiamo di fianco al grosso vascone in cemento; in inverno veniva riempito di neve ben pressata e usata poco per volta come riserva d’acqua… più in là alcuni resti metallici di porte, pezzi in lamiera spessa di torrette, l’immancabile filo spinato. Poco dopo raggiungiamo la punta, sempre che si possa ancora chiamare così; infatti per dare visuale ai cannoni adagiati sulle torri, è stata spianata creando un piazzale enorme. La spianata è ambita meta per i cultori del parapendio e traguardo finale della famosa Iron Bike, gara in mountain bike per veri duri.

Le foto di rito con alle spalle il nostro Re di pietra che fa capolino tra le creste più vicine, scendiamo alla base dei torrioni per pranzare al riparo dal vento a volte fastidioso... incontriamo cinque soldati del battaglione alpini di Aosta, amanti della montagna che in occasione della licenza hanno trascorso due giorni con le tende nei pressi del forte. Raccontano che hanno provato a inoltrarsi nei cunicoli del forte, un’emozione passa per la schiena pensando alle fatiche e i sacrifici che i soldati di allora hanno vissuto. I cunicoli purtroppo sono quasi tutti sommersi di ghiaccio ormai perenne che impedisce di andare oltre. Le prelibatezze saltano fuori dagli zaini, chi con il formaggio, chi con il salame, altri ancora con le torte in un attimo prepariamo una tavola ricchissima di cibo e bevande su una pietra piana…

È ormai ora di rientrare… riprendiamo il sentiero di discesa… Mauri con il libricino dei canti in mano sembra un giovane pretino con il gruppo delle colonie in fila indiana… intoniamo le canzoni popolari, per fare passare in fretta la discesa…

Arriviamo alle macchine verso le 17.00… felici per la bellissima gita, per la compagnia sempre più numerosa… per aver passato un altro giorno in mezzo alla natura e alle nostre amate montagne… (http://www.fortechaberton.com/)

Mula

lunedì 14 settembre 2009

MONTE BERSAIO (Valle Stura) -13 settembre 2009 -

In barba alle brutte previsioni meteo, il tempo è bello quando partiamo in venti, alle nove meno venti, da Sambuco a quota mille duecento venti, per salire sul Monte Bersaio (significheranno qualcosa tutti questi venti …ma?)

Comunque… il vento non c’è mentre, seguendo il sentiero P34 direzione Valcavera-Colle del Mulo, saliamo in una verde pineta che a quota 1600 m si dirada per lasciare spazio al sottobosco e a successivi ampi pascoli…

Il bel sentiero che percorriamo è posto sulla sinistra orografica di un vivace torrentello, che dopo essersi esibito in salti e cascatelle scende in una profonda gola scavata nella roccia.

Alla nostra sinistra osserviamo la ripida parete, che scende quasi a picco, del Monte Bersaio: la roccia chiara, illuminata dal sole, sembra essere stata modella in ampie onde verticali dalla gigantesca mano della natura…bello!

La temperatura fresca, siamo sul versante in ombra, ci aiuta a procedere veloci fino alla agognata pausa per la colazione, che facciamo a quota 1830 (ore 10,20) nei pressi del bivio in cui il sentiero si divide: a destra per il Colle del Mulo e a sinistra, dopo un ponticello di tronchi, per il Monte Bersaio.

Rincuorati dalla colazione e dal caldo sole che ora ci illumina, procediamo fino a quota 2080 dove osserviamo due vecchie “trune”, testimoni dell’antica arte di costruzione con pietre a secco della “volte a botte”… all’interno ancora qualche segno (materasso distrutto) del ricovero di qualche pastore…

L’ampio pascolo che ora stiamo percorrendo è variegato da tenui colori, segni dell’imminente autunno: i molti cespugli di mirtillo stanno diventando rossi, ci sorprende piacevolmente trovare ancora qualche piccolo frutto… regalo tardivo di questa eccezionale estate!

Alle 11,30 ci fermiamo brevemente sul colletto (quota 2200) che si affaccia sulla grande balconata… bellissimo panorama: sotto di noi possiamo osservare l’abitato di Sambuco ed ampia parte della valle!

Saliamo quindi veloci verso la cima (2386), sormontata da una bella croce, che raggiungiamo alle 12,00. Baci, abbracci e complimenti a tutti per la buona media tenuta: quasi 1200 metri di dislivello in 3,20 ore!

Il pranzo è quanto mai piacevole: salumi, formaggi, frutti… annaffiati da abbondante buon vino (n.b. …la nostra Paola ci guarda indulgente!) per finire con limoncello, genepì e… gli zuccherini “sacagna-papille” di Maurizio!

L’incanto viene interrotto dai minacciosi nuvoloni che si addensano sopra di noi; così alle 13,40 ripartiamo, dopo le foto di rito vicino alla croce, inseguiti dalle prime gocce d’acqua… che quasi subito si trasformano in vera pioggia.

Armati di giacca a vento, mantella e di qualche improbabile ombrellino(!) raggiungiamo il colletto e poi già per la discesa ora più viscida e sdrucciolevole.

Fortunatamente dopo poco smette e quando raggiungiamo le due vecchie “trune” un pallido sole torna a far capolino.

Seguitiamo la discesa, mentre la temperatura diventa sempre più alta poiché il sole ci accompagna nuovamente.

L’ormai consueto coro delle “canterine+canterini” ci accompagna allegro fino alle auto, che raggiungiamo alle 16,00.

Dopo la gradevolissima pausa a Demonte da “Agnello” (N.B. pasticceria e gelati buonissimi!) ci salutiamo felici, con un caloroso arrivederci alla prossima gita!

Ago

martedì 8 settembre 2009

Domenica 6 settembre (Ai Becchi rossi in valle Stura)

Un cielo terso ed un sole splendente ci tengono compagnia per tutta la giornata, a regalarci la possibilità di godere un lungo momento in comunione con Tutto ciò che circonda e quindi di una bellissima compagnia composta da circa 30 persone, alcune più frequentate, altre meno ed altre ancora incontrate per la prima volta……..e questo è un buon segno !!, soprattutto quando al termine della gita questi ultimi si sono riproposti di iniziare nuove avventure con questo gruppo escursionistico ( forse qualcosa si sta aprendo al nuovo……!!!!! )

Lasciate le auto nei pressi di Prinardo, in valle Stura ci avviamo con passo tranquillo verso la meta del giorno….I becchi rossi e qui già il nome piace a me …perché è solito dire dalle mie parti che il becco diventa rosso quando è irrorato da un buon bicchiere di vino….. rosso!!

Il dislivello è di circa 800 mt, ma lo si percorre su un sentiero accogliente ed armonioso, per cui anche per chi è meno abituato ad andare in montagna con più frequenza, la fatica è meno sentita e si sale dolcemente in un ambiente circondato da lariceti, che contribuiscono insieme ad un sole non proprio ardente a rendere l’ambiente fresco e gradevole.

Non nascondo di essermi lasciato andare nel porgere lo sguardo su alcuni laricini ( funghi commestibili che crescono appunto ai piedi dei larici ) e quindi di raccoglierli, abbandonando il sentiero ( che A.E. …..un selvaggio !! più che mai, ) specialmente da quando dei simpaticissimi allievi del corso 2009 mi hanno nominato “ Accompagnatore Enologico “ con tanto di diploma.

Visto questo anche oggi la boraccia era completamente vuota, faceva la sua figura, rispecchiava il set delle sette cose da tenere nello zaino…..ma acqua…nisba….in compenso e soprattutto per aver fede alla nuova figura assegnatami non dimenticavo quello che da sempre veniva chiamato “ Il nettare degli Dei “ facendo solo lo sbaglio di aver lasciata la bottiglia di Nebbiolo in custodia ad un “ Amico “ Maurizio Gottero, ben supportato da quell’altro merlo “ dal becco giallo “ Mario Mana……aggia a te.

Proprio vero :

Le cose che ti sono state e ti stanno più a cuore

devono essere custodite gelosamente

nel tuo zaino….. esteriore

e più ancora

all’insaputa di nessuno all’infuori di te !!!!

in quello interiore.

Alle 12 circa eravamo sul colle dal quale, su una cresta in fila indiana si mostravano a noi tre spuntoni identificati con il nome di “ Becchi rossi “ proprio perché formati da una roccia abbastanza erosiva mista a terriccio rosso del quale si nota il colore osservando lo sfasciume che veniva depositato ai piedi di questi spuntoni.

Invitavano a salire sulla loro sommità, regalando anche qualche emozione per chi voleva provare un pochino l’esperienza dell’esposizione al vuoto regalandosi qualche fotografia e un ricordo un po inebriante per aver osato un pochino e aver anche acquisito qualcosa di nuovo con il quale si è misurato e aver vissuto.

In questi frangenti ove quasi tutti si accingevano a salire su queste rocce invitanti ma comunque da un lato esposte ad un vuoto verticale di un centinaio di metri, mi trovavo con Monica , Sandra, Mario ( la prossima volta ti butto giu !!! ) ad innalzarci verso uno di questi becchi ascoltai la voce di Luigi ( quale responsabile con Carlo dell’escursione ) intento a fare foto; si presentò con suono più grave, con un…..Be…Em..Em….mi raccomando e….come dire a tutti noi :

Che sia il becco lungo o corto

che sia rosso, dritto o storto

non scordare che sei un uomo

e di volare ancor non sai

non andare oltre la punta

perché le ali tu non hai

Giunge l’ora della pappa, ci raduniamo nei pressi del colletto, per rifocillarci e bere un buon bicchiere di vino, ma una parte del pregiato nettare è dentro lo zaino di qualcuno che tarda a arrivare, perché guarda caso è impegnato a visitare una postazione militare, “ in dolce compagnia !! “ ( vi odio )

Bartolo ci soccorre all’inizio del pasto con una delle sue bottiglie di gran qualità, ma dopo il rifornimento che tardava ad arrivare, scatena l’A.E. Pedro, che si alza di scatto e scalzo senza un minimo riguardo, come un animale si invola sul sentiero per recuperare di persona l’amata bottiglia, e anche lui con un brontolio intimidatorio verso i ritardatari, ma in senso scherzoso, in contrapposizione a Luigi, pareva voler dire a tutti noi :

Anche tu puoi già volare

come un gabbiano sul grande mare

se hai un po’ libera la mente

dai troppi pensieri ; che non sono il presente

se ti fa compagnia un buon bicchier di vino

sei più libero in volo, incontro al Divino

Verso le 14 si inizia la discesa, in percorso ad anello, c’è aria di armonia, si scherza, la bevanda comunque in gran parte gradita e come al solito portiamo a valle i vuoti, ma già si percepisce il contributo, che sta portando, il sentiero agevole, fa si che ci si lasci andare un po’, si intonano canzoni, e a tre quarti della via si va formando un meraviglioso gruppo canoro di impronta femminile i cui componenti principali sono : Monica, Lu, Manu, Dona, Sandra, Eliana e a capo della band, una Ester che con un curriculum ben fornito di ogni tipo di canzone, ( con i bimbi ci sa fare !!!! )

Dai cantanti recenti allo zecchino d’oro,

ci hanno allietato sino al termine dell’escursione.

con lo splendido coro.

Un ritrovo al bar di Bersezio per una bevanda insieme e poi come al solito il classico : Baci abbracci e ….gargarismi,( come dice Dona ) con appuntamento alla prossima escursione.

Con augurio :

Che : un giorno cosi ben vissuto, ( allentando le catene di un mondo che ci vuole sempre più prigionieri, con le sue menzogne ) sia stato un esempio da seguire anche nella quotidianità di tutti i giorni, vi saluto caramente con questa frase che ho fatto mia e mai come oggi credo c’è ne sia tanto bisogno : La vita comincia dove il pensiero finisce.

Oggi pochi pensieri, ma tanta armonia con “ Sé “

Un abbraccio a tutti quanti i presenti all’escursione…………El Pedro

lunedì 7 settembre 2009

Faraut 2009

Sul Faraut avevo fatto la mia prima gita “lunga”, su un 3000, durante i campi scuola a Sant’Anna di Bellino.

Mi sa che saranno passati più di … 20 anni…

Domenica 30 agosto 2009, sul Faraut per ricordare i compagni che ci hanno lasciato.

Ci troviamo a Saluzzo alle 6 di mattina ed alle 7.30 ci incontriamo ad Acceglio con chi ha dormito all’Unerzio.

Quattro chiacchiere, pausa caffè e si riparte.

Dopo un lungo tratto di strada sterrata si comincia a camminare alle 8.50.

C’è la nebbia, in certi momenti così fitta e umida da imperlare con graziose goccioline capelli, occhi, guancie, barbe.

La strada, che percorriamo a piedi, ci conduce al rifugio Carmagnola, dove incontriamo alcune persone che vi hanno pernottato.

Di qui, comincia il sentiero che conduce alla cima e che costeggia la cresta con lo strapiombo verso la valle Varaita. In salita, a causa della nebbia, lo strapiombo è quasi invisibile e, solo al ritorno, si ha una percezione di quelle che paiono quasi falesie a picco sul mare di un paese del nord.

Raggiungiamo la cima poco prima di mezzo giorno: il cielo pare squarciarsi, in qualche momento. Dopo le foto di rito e la firma sul libro di vetta, ci si dedica al momento conviviale del pranzo: chiacchiere, formaggi, salami, vini, dolci …!

C’è anche chi parla di Africa con tale passione che non si può fare altro che diagnosticare: mal d’Africa!

Si ricomincia a camminare per la discesa e, quando si è quasi arrivati alle auto, il cielo è ormai perfettamente sereno e, in lontananza, si delinea il profilo morbido del Faraut: “Accidenti! Ma siamo andati fino là?”.

Paola

lunedì 24 agosto 2009

Pagarì – domenica 16 agosto

Un giro di messaggi mentre ascolto beato il concerto di ferragosto a Chianale in mezzo a dieci mila persone circa: “chi mi accompagna fino al Rifugio Pagare???”

Ormai è diventata una meta da ripetere tutti gli anni… sento la necessità di andare a ritrovare quei magnifici posti, il rifugio, fare quattro chiacchiere con Aladar, il gestore…

Partiamo in sette, pausa a Valdieri per la colazione dove arriviamo prestissimo…

Iniziamo la camminata alle 7.10, consapevoli che il sentiero è piuttosto lungo… facciamo pause regolari a distanza di un’ora l’una dall’altra, il tempo ci accompagna, fresco e assolato.

L’idea di mangiare la deliziosa polenta di “pignulat” preparata dalle sapienti mani di Aladar, in collaborazione della cognata, ma soprattutto gustare la birra più alta d’Europa, sono stimoli che fanno salire senza risentire della fatica e del fiato corto…

Sì, Aladar è anche mastro birraio, produce la sua birra nel rifugio a 2650m di altezza… buonissima, rinfrescante, rigenerante, soprattutto dopo 1450m di dislivello e poco meno di cinque ore di salita…

Arriviamo al rifugio alle 11.45 giusto in tempo per ordinare la polenta e gustare una prima bottiglia di birra come aperitivo.

A tavola!!! La polenta e formaggio è fumante nel piatto… nel silenzio si sentono appena i tintinnii delle posate…

Durante il pranzo si chiacchiera del più e del meno, la cognata si ricorda ancora quando qualche anno fa l’avevamo aiutato a sistemare la centralina di pompaggio acqua e produzione di corrente… Aladar invece ricorda bene il dolore del suo polpastrello quando gli avevo fatto cascare un pietrone sulle dita durante la costruzione di un muretto a secco…

Acqua passata… pensavo che in questo giorni avrei potuto dedicare tempo libero stare lassù con Lui a sbrigare piccoli lavori, ma dubito che mi assuma… provocherei altri danni alla persona…

Cosa c’è di meglio che sdraiarsi sulle pietre montonate nei pressi del rifugio per smaltire il sontuoso pranzo, osservano gli stambecchi curiosi e in cerca di sale…

L’idea viene subito smentita dalle goccioline che iniziano a cadere… Cavoli, dobbiamo scendere prima di prenderla tutta…

Iniziamo la discesa alle14.30, il tempo è clemente fino a metà strada, ma poi una serie di temporali brevi accompagna la nostra discesa veloce fin dalle macchine… dove arriviamo bagnati come pulcini… pazienza!!!

Che dire!!! Nonostante la pioggia, la gita è stata piacevole, ho esaudito il mio desiderio di andare al Pagarì, è stata la prima volta al rifugio per gli altri partecipanti, spero sia stato piacevole anche per loro nonostante la stanchezza accumulata a fine giornata…

Anzi sono certo che sarà anche questa gita archiviata nei cassetti della bella memoria, per il posto, per la compagnia, per la serenità che solo la montagna sa regalare…

domenica 9 agosto 2009

Chersogno – 9 agosto 2009

L’idea viene in mente a Ieio venerdì sera, probabilmente grazie al mega gelatone che stava gustando…

Perché domenica non andiamo a fare il Chersogno?

Mmmmm… si può fare, è una punta ancora da conquistare per parecchi di noi…

Ritrovo alle 7.00 a Sampeyre… con grande dispiacere il nostro bar preferito, dove crea cappuccini che sembrano opere d’arte è chiuso, dobbiamo ripiegare verso il bare in piazza sotto i portici, da “baffo” musone come sempre… sembra che sia un disturbo per lui se la gente va a fare colazione da lui… tant’è che il cappuccino ci va di traverso…

Risaliamo in auto il Vallone di Sant’Anna verso il colle di Sampeyre sullo spartiacque con il vallone di Elva… di qui inizia l’interminabile strada sterrata da percorrere rigorosamente in prima marcia perché molto dissestata fino al parcheggio…

Alle 8.30 iniziamo la nostra gita… percorriamo il sentiero pressoché pianeggiante che porta fino all’altipiano dove si trova la caserma e il Lago Camoscere… poco più in là, nascosto dalla foschia delle nuvole basse, fa capolino il nuovo bivacco Bonfanti, bello, tutto il legno, 12 posti a dormire, una favola… mi balza l’idea di passare qualche giorno in solitaria per dare ordine ai miei pensieri…

Dopo la colazione delle 10.30 riprendiamo il sentiero per la cima… le nuvole fanno brutti scherzi… a volte il sole vince, altre fatichiamo a vedere il nostro predecessore sul sentiero…

Una lingua di neve da attraversare senza problemi, iniziamo la salita vera e propria…

Al colle, verso le 11.30 incontriamo parecchia gente che scende dalla vetta… Ma quanti sono? A che ora sono partiti? La nostra curiosità è appagata quando tra i saluti facciamo quattro parole con alcuni di loro, scopriamo che oggi era l’anniversario della posa della croce, era il 9 agosto 1962…

Un peccato non averlo saputo prima, così che ci perdiamo la Santa Messa presso la croce… magari, anzi, ci avrebbe fatto bene…

Raggiungiamo la vetta a mezzogiorno… uno sguardo attorno sperando nello scioglimento delle nuvole… attendiamo qualche istante per fare la foto di rito e qualche pensiero, sogno, desiderio lasciati al vento… scendiamo velocemente, un po’ per il freddo, un po’ per la fame… raggiungiamo il bivacco, che con gran dispiacere è già pieno di gente… accipicchia ci tocca mangiare fuori…

Ognun di noi consuma quello che ha nel sacco, innaffiato dal buon vino portato da Manu e Bartolo, poi spuntano i dolcetti di Giusy, (oggi è il suo compleanno… intoniamo anche la canzoncina di rito)… concludiamo il pranzetto con l’elisir al caffè fatto dallo “stregone” Luca… buono, delizioso… Complimenti…

Il freddo e l’umidità invoglia tutti noi a ritornare alle macchine… riprendiamo il sentiero… qualche goccia tra la nebbia… dobbiamo affrettare il passo!!!!

Ma Ieio rallenta il ritmo, resta sempre indietro e trova la scusa che “ha gli scarponi lenti”… ahhhh balle… “date da fè che si piou”

A metà sentiero ci coglie un temporale di una mezz’ora, inumidisce tutti noi, anche nell’umore…

Alle 16.30 siamo alle macchine… la voglia di qualcosa di caldo per scaldare le nostre membra è tanta, così che andiamo a curiosare alla Meira Garneri… baita restaurata perfettamente, stupenda… nel salone padroneggia un caminetto enorme, favoloso… chissà come sarà in inverno passarci davanti le serate con un bicchiere di buon vino e in dolce compagnia!!!

Aimè è ora di rientrare… il saluto e un arrivederci alla prossima gita… speriamo prestissimo…

Mula

giovedì 6 agosto 2009

Ferie




Carissimi... la Scuola di escursionismo va in ferie... riprenderemo l'attività ufficiali il 30 agosto con la consueta gita al Faraut...
non ci resta che augurare buone ferie a tutti Voi...
passatele allegramente, all'insegna del divertimento, del riposo, delle camminate in montagna o del bagnasciuga al mare... insomma come i Vostri desideri...
ciao

lunedì 13 luglio 2009

Col d’Arsine – domenica 12 luglio

Gita “all’estero”…

Partiti all’alba con il pullman per questa bellissima escursione in terra francese… il silenzio, il lieve russare e le bolle al naso sono gli attori principali fino all’autogrill di Salbertrand, quando ci fermiamo per la colazione… ci precedono tre pullmann di vecchiette arzille e chiassose che intasano l’autogrill, a fatica riusciamo a prendere il nostro sospirato caffè. Proseguiamo il viaggio… dove facciamo una breve pausa al Col Lautaret per le foto di rito e lo spettacolare panorama sul ghiacciaio della Meje e sugli Agneaux caratteristiche punte gemelle, una bianca sempre innevata, mentre l’altra nera per le sue ripide pareti)… in dieci minuti raggiungiamo il punto di partenza della nostra escursione, appena dopo il paesino Le Pied du Col… calziamo gli scarponi, salutiamo l’autista raccomandandoci di ritrovarci al nostro arrivo presso il paesino Le Casset… proseguiamo su una strada bianca che conduce fino ad un parcheggio per auto, al confine del Parc Nazionale Des Ecrins (http://www.ecrins-parcnational.fr/)... Da qui il percorso è su sentiero, costeggia il fiume che scende impetuoso e raccoglie le acque dei ghiacciai... Luigi a capo della lunga fila di 39 partecipanti, io a chiudere… facendo ben attenzione a non perdere qualcheduno sul sentiero.

In un’oretta siamo in vista del Rifugio de l’Alpe de Villar d’Arene… una breve sosta per dissetarci e consumare qualche barretta… un gruppetto di curiose vacche intente a pascolare si avvicinano a noi curiose più che mai… alla nostra destra i ghiacciai delle vette sono vicinissimi, maestosi, colorati e con forme più svariate… sembra di toccarli con mano. Continuiamo il nostro itinerario in direzione S-E, di fronte a noi le cime degli Agneaux e i loro ghiacciai pensili… costeggiamo il Rio de la Planche… incrociamo una miriade di ruscelletti che con le limpide e gelate acque ingrossano il torrente. Alla mezza raggiungiamo il colle d’Arsine a 2348m Con una piccola deviazione, saliamo di 150m e raggiungiamo un laghetto anonimo, ma stupendo. Il ghiacciaio seminascosto dal pietrisco della morena scende fino a bagnare i piedi nelle acque ghiacciate… le sfumature tra il verde smeraldo e il grigio argento del ghiaccio vecchio di anni contrasta con l’acqua lattiginosa con sfumature azzurrognole del lago… intanto le nuvole hanno coperto il tiepido sole e il vento gelido penetra nelle ossa… ma non riesce a distogliere il nostro sguardo dallo spettacolo della natura…

La pancia borbotta e ci porta alla realtà.. dobbiamo raggiungere le nostre amiche Amabile, Marina e Marisa che sono andate in avanscoperta per i posti migliori nei pressi del laghetti per il lauto pranzo…

Ognuno di noi sceglie il suo posto per pranzare… gli zaini sono colmi di prelibatezze, formaggio, salame, dolci vari e immancabile il buon vino… il tempo vola… è già ora di riprendere il viaggio… le acque azzurre del torrente Petit Tabuc, il verde dei prati, il grigio dei pietroni creano tonalità di colori vivacissimi…

Breve sosta nei pressi del Lac de la Douche, per godere ancora per un po’ del bellissimo paesaggio prima di essere inghiottiti dal lariceto di fondo valle… il sentiero diventa di nuovo strada quando il fondo valle spiana… il lariceto sembra magico, bosco delle favole, abitato dai folletti… a loro lasciamo i nostri sogni, i nostri desideri, con la speranza che possano avverarsi per ognuno di noi… ritorniamo alla civiltà e in breve raggiungiamo il paesino Le Casset. L’autista, come promesso, ci attende appena fuori del paesi…

Siamo stati veramente bravi, 19 km di sentiero, circa 850m di dislivello, forse un po’ stanchi, ma felicissimi di aver, per un giorno, liberato la mente per dare spazio a immagini, emozioni, sensazioni, che solo una bella camminata nella natura può regalare… in attesa di un’altra bella gita…

Album: http://picasaweb.google.it/escursionismocaimonviso/COLLEDARSINE#

Mula

giovedì 2 luglio 2009

14° CORSO DI ESCURSIONISMO –Mini trekking: Parco del Monte Avic- 27-28/06/09 (By Ago)

1° giorno : Da Veulla-Chevrére (Champdepraz) , al Rifugio Barbustel e al Mont Torretta

Dopo essere partiti da Saluzzo alle 5,30 e da Carmagnola alle 6,00, ci ritroviamo in 35 alle 8,45 in frazione Veulla di Champdepraz (1307) pronti ad iniziare il mini-trekking.

Il tempo è molto bello e… quasi fresco quando iniziamo la salita seguendo il sentiero 5-C che parte con un’ampia mulattiera per poi diventare, a quota 1480, un ripido sentiero che svolta a sinistra e raggiunge in breve la località Magazzino (1550) ore 9,40.

Siamo immersi nel verde, il Pino Uncinato, il Pino Silvestre, il Larice, il sottobosco ricco di rododendri appena in fiore, sono sormontati dall’inconfondibile profilo del Monte Avic che domina la valle.

Alle 10 costeggiamo una grande Roccia Montonuta (1630) dal colore scuro, che presenta evidente l’erosione millenaria del ghiacciaio…

Dopo una pausa a quota 1740, alle 10,30 raggiungiamo il lago La Serva (1810) dove ci fermiamo per la colazione… intanto ammiriamo lo specchi d’acqua circondato dal verde, peccato che una grande slavina invernale abbia sradicato una notevole porzione di pineta.

Salti fino a quota 1930, ci fermiamo ad ammirare di fronte a noi il versante opposto della Valle d’Aosta dove il gruppo del Rosa e l’austero Cervino, entrambi molto imbiancati, fanno bella mostra di se (foto!)

Saliamo ancora velocemente ed alle 11,40 ci fermiamo brevemente in una piccola spianata (2030) per poi raggiungere alle 12,10 un ampio prato in località baite Cousse (2050) dove ci fermiamo per il pranzo.

Il sole è sempre caldo e si sta benissimo… per questo riprendiamo la salita un po’ a malincuore (ore 13,30) per arrivare al rifugio Barbustel alle 14,00 (quota 2200).

Appena sistemati in rifugio, 23 volenterosi riprendono la salita in direzione sud e, percorrendo inizialmente alcuni ripidi dislivelli su prato e quindi una pietraia, raggiungono il Col Blanc ed a seguire il Mont Torretta (2530) alle 16,45, superando nei pressi della vetta alcuni “passaggini” alpinistici … complimenti!

Intanto al rifugio giungeva il caro direttore Beppe, che in due ore si era “fumato” la salita (purtroppo non era potuto salire con noi perché il mattino era restato vicino alla carissima Lu che improvvisamente aveva perso il papà…) i nostri complimenti per la velocità lo hanno rallegrato… così come una bella doccia calda!

Dopo una cena quanto mai gradita e qualche canzoncina, la serata si conclude con un ripasso estemporaneo di tutte le domande più comuni e curiose scaturite in questo corso, da rimarcare le interessanti risposte che gli istruttori hanno elargito…

Dopo una sgranchita di gambe attorno al rifugio a guardar le stelle… e le costellazioni (dove saranno “l’ariete”, e il “leone” e lo “scorpione”…ma?!) tutti a nanna perché domani si parte presto…

2° giorno : Dal Rifugio Barbustel, salita al Gran Lago, discesa al lago Leser e ritorno a Veulla

Il tempo è sempre bellissimo, alle 7 siamo già in molti assiepati a fianco del rifugio per goderci il profilo del Cervino e del Rosa illuminati dal primo sole, spettacolo!

Fatta colazione, alle 8,15 riprendiamo il sentiero C-5 e costeggiati i laghi: Lac Blac , Lac Noir e Lac Cornu non lontani dal rifugio; saliamo sulla sinistra orografica del notevole torrente che ha qui scavato gole profonde e che si esibisce in innumerevoli cascate… davvero un bello spettacolo: di fronte a noi grandi pareti di roccia costellate di neve e cascate… illuminate dal sole che si alza alle nostre spalle ed inizia a riscaldarci!

Alle 9,00, Beppe approfitta di una breve pausa a quota 2300, per farci di nuovo osservare le rocce “montonute”, quindi veloci di nuovo su attraversando un’ampia “torbiera” per poi trovarci di fronte un ardito versante quasi completamente imbiancato di neve con un’enorme cascata al centro che risulterà poi essere l’emissario del Gran Lac nostra meta.

“Gasati”(!) da tanta bellezza… seguiamo entusiasti la ripida traccia che Beppe, Bartolo, Pedro e Luigi tracciano scalinando il costone nevoso che sale alternandosi a radi tratti rocciosi…

Sempre molto impegnati e disciplinati, saliamo veloci e compatti in fila indiana fino ad uno “spettacolare” traverso innevato (quota 2400) appena sopra alla grande cascata… e via(!) dopo solo un attimo di comprensibile timore procediamo belli e veloci a superarlo (protetti appena al di sotto dai nostri AE posizionati a guisa di catena umana di sicurezza… mitici!) per giungere quindi al Gran Lago alle 10,00.

Qui… veramente… SPETTACOLO! L’enorme invaso è circondato da tre lati da alte vette tutte imbiancate, le ripide discese di neve che giungono fino al lago sono istoriate da venature e disegni realizzati dall’acqua… la superficie del lago è tutta ghiacciata, ma non in modo uniforme, si possono infatti notare i diversi colori: più bianchi dove c’è ancora neve sulla superficie e più azzurri e scuri dove c’è ghiaccio puro… davvero bello!!

Da uno sperone roccioso poco sopra osserviamo e fotografiamo la valle sottostante, in lontananza gli innumerevoli laghi visti in salita sono piccole perle che brillano tra il verde circostante…

Alle 10,50 a malincuore si ridiscende, e dopo aver percorso il “brividoso” traverso di neve e gli altri a seguire, verso le 12,30 siamo nuovamente al rifugio dove, tra un mucchio di escursionisti domenicali (…ma da dove è sbucata tutta sta gente!) ci godiamo un bel pranzo al sacco, un po’ di vino ed un buon caffè… commentando la salita ed ascoltando le barzellette di Sergio!

Ore 14,20 si parte seguendo il sentiero 5 che costeggia il lago Vallet (2168) e ci porta su di un “aereo” percorso sul versante opposto di quello di ieri… da dove ammiriamo la sottostante valle. Superati alcuni ponticelli da “brivido”, alle 14,20 ecco una breve sosta al posto di osservazione panoramico a quota 2100 e quindi poco sotto al lago Leser (2020).

Il sole è sempre alto e la temperatura sempre più calda ci accompagna in una lunga e ripida discesa che ci porta tra boschi di conifere, spiazzi erbosi, torbiere… per poi farci raggiungere, un po’ affaticati, le auto alle 16,30 dove ci concediamo… una bella rinfrescata nella fontana gelata!

Incorniciamo quindi questa magnifica due-giorni con una pausa sopra Verrès (trattoria Omens) dove ci attendono Pino ed Ornella e… una montagna di leccornie per la grande marenda-sinoira finale ed annessa cantata, grazie all’accompagnamento del chitarrista amico dei nostri sempre cari valdostani!

P.S. questo trekking ha lasciato in “sospeso” alcuni interrogativi cui non sappiamo dar risposta…

Com’è possibile che il “minuto” Giorgio riesca a mangiare così tanti panini…in pochi secondi?

Come mai Ago non riesce a prendere la TV “Capo d’Istria” nonostante l’antenna…?

Cosa era disegnato sulla stufa della storiella di Sergio…?

E’ vero che… “enta fè atensiùn a dormi tra Ariete e Leun”…?


- Il traverso ed il lago -

Al Barbustel dopo il vino, la sera

si fa una scenetta un po’ finta e un po’ vera

sulle domande che si fan in montagna…

così l’allegria ci è amica e compagna!

L’indomani salendo, alla meta sognata la sera

un “traverso” di neve è una prova severa

ma hai nostri allievi non gliene fa un baffo…

e per giungere al lago allungano il passo!

Il lago è enorme ed è tutto gelato

la sua vista incredibile ci ha davvero premiato,

è magnifico il trekking… e l’Avic da lassù

ci guarda e si gode questo bel cielo blu!