mercoledì 27 luglio 2011

Rifugio Alpetto - inaugurazione Museo...

Carissimi... domenica prossima andiamo al Rifugio Alpetto...per presenziare all'inaugurazione del "Museo delgi albori dell'alpinismo" ... ed assistere al concerto dei Polifonici del Marchesato che con suoni melodici allieteranno la giornata...
il ritrovo é: ore 7.00 Stazione dei treni Saluzzo
possibilità di pranzare con il PASTO ALPINO (polenta e salciccia 10€) distribuito dall'organizzazione a partire dalle 13.00...
Venite con Noi???

lunedì 25 luglio 2011

Bivacco Varrone - Domenica 24 luglio 2011

Stamattina il risveglio non è stato dei più incoraggianti. Arietta fresca e pungente e nebbiolina autunnale, nonostante il calendario dica che siamo a luglio: ma siam proprio sicuri che sia il caso di partire? Eppure già avvicinandosi a Saluzzo le condizioni migliorano (merito di Maicol?), la nebbia si dissolve, appare un timido sole e soprattutto c’è un sacco di bella gente che aspetta solo noi per partire alla volta di Valdieri! Qui, al solito bar, ci attendono gli amici di Carmagnola e dopo la colazione e i saluti di rito ci avviamo verso le Terme di Valdieri dove lasciamo le auto per intraprendere la nostra escursione che oggi ha come meta il bivacco Varrone. Ci incamminiamo lungo un evidente sentiero che, inoltrandoci nel bosco, ci porterà a risalire il Vallone di Lourousa; le chiacchiere non mancano, anche perché la salita è abbastanza agevole, ma il passo della nostra capogita Monica è fin da subito deciso… Nelle retrovie, qualcuno (vista l’andatura) si chiede se il programma preveda il rientro alle Terme per il pranzo e cerca invano di contattare Monica via radio ma, ahimè, qualcosa non funziona (benedetta tecnologia… forse però bastava ricordarsi di cambiare le pile…) per cui occorre ricorrere al classico urlo! Accogliendo l’appello, Monica ci concede una pausa per “fare ciò che vogliamo” e, ben rifocillati, ripartiamo per arrivare finalmente al Lagarot di Lourousa, un piccolo specchio d’acqua dove ci concediamo una pausa per la colazione e per ammirare il panorama che ci circonda: il canalone di Lourousa (ben noto negli ambienti alpinistici), il Corno Stella (ben riconoscibile per la sua forma a trapezio) e, proprio alla base del canalone, il bivacco Varrone. Per arrivare fin lì occorre rimettersi in marcia risalendo un pendio detritico… a vederlo sembra dura, ma pian piano ce la facciamo. La salita è allietata anche dalla vista di alcuni camosci che, incuranti della nostra presenza, si aggirano a pochi passi da noi, chiedendosi forse perchè mai tutta ‘sta gente sia venuta a turbare la loro quiete! Arriviamo al bivacco perfettamente in orario e, dopo una breve visita al suo interno, ci vien voglia (tranne a qualcuno che si offre di far da guardia agli zaini…) di fare ancora 2 passi per portarci alla base del canalone di Lourousa e toccar la neve. Questi dieci minuti (ma son più di dieci per la maggior parte di noi!) ci mettono a dura prova, visto che si tratta di camminare su pietraia, ma in effetti lo spettacolo merita la fatica; foto di rito e, recuperato Gian che era a spasso su per il canalone, tutti giù al bivacco con molta attenzione a non scivolare! Finalmente è ora di pranzo e dopo il consueto banchetto e la condivisione di pietanze e bevande verrebbe voglia di sdraiarsi al sole ma, tranne pochi fortunati, su queste pietre non si riesce proprio a trovare una posizione comoda… Non ci resta che ridiscendere al Lagarot e lì, prima che qualcuno cambi idea, ci sistemiamo in fretta e furia sul prato in posizione di totale relax! Chi schiaccia un pisolino, chi prende il sole, chi osserva il panorama… e chi tormenta con domande indiscrete chiunque capiti a tiro… A farne le spese è soprattutto Rocco (che sfodera una gran dose di pazienza… complimenti!) ma guai a dare la colpa alle solite peppie… qua c’è qualcun altro che merita il titolo di super peppia! (Ago quand’è che torni? Ci servono nuove etichette…)

Tra una risata e l’altra si fanno le 4 meno un quarto: è ora di tornare… riprendiamo la marcia e, passo dopo passo, ritroviamo il bosco di larici che lasciano posto man mano che perdiamo quota agli ombrosi faggi… la discesa sembra non finire mai ma, finalmente, iniziamo ad intravedere le nostre auto… anche oggi la gita è conclusa… non resta che salutarci e darci appuntamento per le prossime escursioni!

Ma-Ester

sabato 23 luglio 2011

TESTA DEL RUTOR 16-17 LUGLIO 2011

Quest’anno la proposta per la gita alpinistica della sezione ricade sulla Testa del Rutor, (http://it.wikipedia.org/wiki/Testa_del_Rutor) in Valle d’Aosta.

All’apertura delle iscrizioni Daniele viene assalito dagli amici che abitualmente partecipano alla gita ed in un batter d’occhio si esauriscono i 35 posti disponibili.

Il primo appuntamento per la gita è fissato per venerdì 9 luglio per la presentazione. Daniele e Marco con l’appoggio logistico di Big presentano la gita, l’attenzione della sala ricade subito sull’impegno: 1300m di salita il primo giorno per arrivare al Rifugio degli Angeli con partenza da Bèthaz in Valgrisenche, 550m di salita per conquistare la punta il secondo giorno… e … circa 2000m di discesa per arrivare a La Thuile…MMM qualcuno si dimostra subito preoccupato, ma viene subito tranquillizzato dagli “esperti”.

Sabato mattina ore 6.00 davanti alla stazione dei treni di Saluzzo il pullman è già in attesa… carichiamo i bagagli e partiamo per la valle d’Aosta, una sosta a Carmagnola e a Torino per completare il gruppo…

Siamo solo 34 tra capicordata e partecipanti… sarà riemerso il timore della lunga gita o sono state le previsioni meteo non belle a fare desistere qualche iscritto?

Breve sosta all’autogrill per svegliarci bene con cappuccino e brioche… proseguiamo per la Valgrisenche dove il pullman, dopo aver impegnato l’autista nel percorrere i tornanti e le strette strade, ci lascia a Bathez a quota 1660m…

Il cortile di una casa adiacente alla strada ci viene comodo per cambiarci di vestito per la salita… abbiamo anche l’occasione di pesare i nostri zaini con la “basacùla”: chi dieci, chi quindici, chi addirittura venti chili da portare sulle spalle… ma cosa ci sarà dentro a questi zaini?

Iniziamo il cammino attraversando le poche case della borgata… percorriamo un breve tratto di strada bianca che presto diventa sentiero… i velocisti si fanno subito notare staccando il resto del gruppo percorrendo i primi tornanti del sentiero, noi un po’ più umani, procediamo con passo escursionistico. Il sentiero sale dolcemente, sempre con la stessa pendenza… facilita il ritmo cadenzato degli scarponi.

Il sole è caldo e la giornata è magnifica… il cielo azzurro è disturbato dalle nuvole bianche che a volte giocano con il sole a nascondino. Passando sotto i larici si gode del fresco dell’ombra… così che noi escursionisti cogliamo l’occasione per una sosta per dissetarci… mentre il resto del gruppo prosegue trascinato da Daniele…

Quando mancano poco più di 300m di dislivello troviamo un accogliente praticello attorniato da immensi massi… un ottimo posto per consumare il pranzo al riparo dal vento a volte fastidioso… intanto sentiamo per radio che i velocisti prenotano già un piatto di pasta al rifugio…

Ripartiamo dopo circa un’ora … da qui il panorama si apre su tutti i fronti… il profilo frastagliato delle punte, tra le quali anche la Testa del Rutor segna una linea di confine tra le nuvole e la terra ferma… in lontananza al riparo di uno sperone di montagna mimetizza il Rifugio degli Angeli… macchie bianche dei nevai restanti contrastano i colori scuri delle rocce.

Passiamo vicino ad un lago artificiale alimentato dall’ acqua di scioglimento dei ghiacciai… e ad un altro lago di acqua sorgiva… fonte indispensabile per il rifugio. Pochi metri ancora e arriviamo sul terrazzo del rifugio degli Angeli (http://www.rifugiodegliangeli.it/)… ed intanto il cielo si trasforma cambiando tonalità dal bianco al grigio scuro… segno di un imminente temporale…

Sistemiamo il pesante “bagaglio” nelle accoglienti camerate… ci rendiamo presentabili e profumati dopo una veloce rinfrescata…

Il salone del rifugio è accogliente… come il personale che volontariamente si alterna per la gestione… Sì perché il rifugio è di un’associazione “Operazione Mato Grosso” che lavora per aiutare i bambini dei paesi poveri.

Il tè caldo offerto a chiunque passi dal rifugio è ottimo… dissetante… prezioso per reidratare il nostro corpo…

Mentre noi siamo impegnati a riposarci, Daniele, Claudio, Marco e Big hanno continuato la salita… sono in perlustrazione per vedere il percorso di domani. Ritornano dopo circa due orette con qualche preoccupazione per le condizioni del restante ghiacciaio in basso… si perché è ormai privo della neve stagionale che “dovrebbe” ricoprirlo, il ghiaccio perenne, quello grigio-verde è affiorante… tra innumerevoli colatoi d’acqua di disgelo… Daniele ci informa subito che ci sarà un passaggio delicato per uscire sulla cresta affrontando quel che resta di una cornice da vento… “valuteremo domani sul posto e in base alle condizioni meteo”

Intanto che attendiamo la cena… il tempo peggiora, si alternano pioggia, vento, e un bellissimo arcobaleno… che attira l’attenzione di tutti noi e dei nostri obbiettivi per fissare a memoria questo bel momento…

La cena è deliziosa e abbondante… varia la scelta dei primi e secondi… ottimo il salame dolce… i caffè e pusa cafè…

Ma il tempo vola… sono già le dieci e molti desiderano riposare… intanto la pioggia ormai cade incessante… restiamo d’accordo con Daniele che la sveglia è fissata alle 5.00… osserveremo il tempo e decideremo il da farsi…

Detto fatto! La notte passa tranquilla al suono della pioggia che cade sul tetto e il vento che sibila giocando con il profilo del rifugio…

Ore 5.00… l’ordine di Daniele è di dormire fino alle 7.00… dato che il vento non vuol saperne di smettere

Sveglia puntuali… ore sette… per fortuna il vento e la pioggia hanno cessato di litigare… Si parte!!!

Colazione e via… andiamo a fare quattro passi sul ghiacciaio… mentre alcuni di noi, forse presi dalla pigrizia, forse preoccupati per il cielo coperto e grigio… decidono di restare al rifugio…

Le cordate partono sciolte seguendo il sentiero che porta fino al ghiacciaio… ci imbragheremo poi lì…

Calzati i ramponi, legati in cordata e picca alla mano… iniziamo ad assaggiare il terreno… un po’ di foschia compare e scompare rendendo la visuale delle montagne circostanti ridotta… seguiamo la prima cordata capeggiata da Daniele che ziz-zagando sul pendio del ghiacciaio Morion sale fino al colle…

Per proseguire bisogna percorrere un tratto di rocce… così che ci togliamo i ramponi per rimetterli al bordo del prossimo pendio ghiacciato…

Le cordate salgono con passo spedito senza trovare alcuna difficoltà… man mano che saliamo di quota ricompare la neve stagionale…

Arriviamo ai piedi della lingua di neve che ci separa dalla cresta… Daniele la studia con attenzione… in attesa che Claudio e Big arrivino vicino a noi…

Scrutiamo il cielo grigio che di tanto in tanto ci lascia vedere i profili delle montagne… Che fare? Andiamo in punta con il rischio che inizi a piovere, o facciamo dietro front e raggiungiamo il rifugio??

Non c’è dubbio!!! Se vogliamo la foto con sorriso (come dice Bartolo) dobbiamo andare in punta… a patto che se il tempo peggiora si rientra alla base…

Con molta attenzione le cordate proseguono sulla lingua di neve fino all’ultimo tratto verticale per sbucare sulla cresta… il primo è Daniele che appena sulla cresta fa sicura ai suoi compagni ci cordata… seguiamo noi e man mano anche le altre cordate…

Cinque minuti di cammino sull’ampia cresta per arrivare alla Madonnina che veglia tutta la valle… ci alterniamo per le foto di rito vicino ad essa… un attimo per ammirare il ghiacciaio dall’altro versante che scende a La Thuile… (sembra in buone condizione)… e ritorniamo indietro fino al punto dove eravamo sbucati sulla cresta…

Intanto Daniele e Claudio hanno già piazzato una corda fissa per agevolare la discesa del gruppo…

Scendiamo con molta attenzione il pendio ripido e riprendiamo la traccia di ritorno intanto che ha iniziato a piovere deciso… arriviamo poco per volta al rifugio, verso mezzogiorno siamo di nuovo tutti a riparo… sorseggiamo l’ottimo tè caldo sempre a disposizione…

Prepariamo gli zaini per il ritorno al pullman… partiamo in fila indiana sotto una pioggia battente seguendo un altro sentiero che porta a Bonne… un paesino poco più in su nella valle. Il sentiero scende ripido… noi con passo veloce non vediamo l’ora di arrivare dal pullman e cambiarci con abiti asciutti…

È triste la montagna quando piove… non si vede anima viva… tutto sembra immobile… in attesa che il sole riscaldi asciughi… passiamo vicino ad un gruppo di malghe con i comignoli fumanti… ah! quanto sarebbe bello essere lì vicino alla stufa!!

Proseguiamo sul sentiero che taglia i tornanti della strada bianca… presto arriviamo alla strada asfaltata… la percorriamo per circa due chilometri… e finalmente… il pullman…

La galleria appena prima del pullman viene utile per cambiarci al riparo dalla pioggia scrosciante… saliamo all’asciutto e scendiamo per la valle.

Sono le 15.30 quando arriviamo all’autogrill di Aosta… provvisto di un riparo… dove banchetteremo. In un attimo sul tavolino da picnic si trova ogni prelibatezza… salami, formaggio, torte salate, dolci, frutta… e noi tutti in cerchio con la bocca piena di cose buone.

Dopo il caffè riprendiamo il viaggio… Marino, il nostro vicepresidente viene invitato al microfono da Mario Colmo per le osservazioni sulla giornata… i ringraziamenti vanno a tutti i partecipanti… ma soprattutto agli organizzatori Daniele, Big, Claudio, Marco, vera anima del gruppo alpinismo-scialpinismo… al loro il grande riconoscimento per l’organizzazione… per la meta… per tutto…

Anche se il tempo non ci è stato tanto amico… è stato bello comunque… perché siamo andati in montagna tutti insieme… in allegria… in serenità… in gruppo…

Il pensiero va già al prossimo anno… dove andremo? Quale ghiacciaio?

Lasciamo spazio per le proposte da parte di tutti i partecipanti… per valutare nuove idee…

Io l’idea ce l’ho già… la lascio maturare nella mia mente fino a quando sarà il momento giusto per proporla…

Beppe Mulassano

giovedì 21 luglio 2011

Gita al Bivacco Varrone - Domenica 24 luglio

CARISSIMI AMICI...
DOMENICA PROSSIMA 2407-2011 UNA BELLISSIMA ESCURSIONE AL BIVACCO VARRONE
DISLIVELLO 900m
TEMPO SI PERCORRENZA IN SALITA 3h

RITROVI:
ORE 7.00 STAZIONE DEI TRENI A SALUZZO
ORE 8.00 BAR DELLO SPORT A VALDIERI

ISCRIZIONI:
MONICA 3407261991
BEPPE 3479166234
SEDE CAI: VENERDI' ORE 21-22.30 - 0175 249370

VI ASPETTIAMO NUMEROSI...

martedì 19 luglio 2011

CONCORSO FOTOGRAFICO "Emozioni dal Monviso"


Carissimi amici... in occasione dei festeggiamenti di MONVISO 150...
La sezione Cai Monviso ha indetto un Concorso Fotografico... con ricchissimi premi...
Partecipate numerosi!!!

venerdì 8 luglio 2011

Domenica 3 luglio - Punta Tre Chiosis

La meta di questa prima domenica di luglio è la bella Valle Varaita.

In trentatré ci apprestiamo a salire il primo tremila della stagione estiva: Punta Tre Chiosis.

Alla partenza dal piazzale di Pontechianale l’aria è frizzante così, mentre Maria e Luigi (responsabile-accompagnatore di questa gita) si barcamenano tra la raccolta di soldi e la distribuzione di biglietti per la salita in seggiovia, noi procediamo col consueto rito della vestizione (cambio sandali-ciabattine con scarponi ed aggiunta di giacca antivento o pile in abbinamento a foulard-guanti per i più freddolosi, come la sottoscritta).

L’impianto di risalita ci porta, in circa venti minuti, dalla frazione Maddalena ai 2375 metri della stazione di arrivo; qui, il panoramico Rifugio Helios è ancora chiuso (ne usufruiremo al ritorno).

Il gruppo, compatto, inizia la marcia di avvicinamento alla cima alle ore 9,15.

Il luogo appare da subito incantevole; procediamo speditamente pungolati dal vento sferzante che mai ci darà tregua impedendoci, fino al ritorno, di incrementare l’abbronzatura su braccia e spalle.

Ci dirigiamo in direzione dello spartiacque Varaita-Vallanta e, su bella collinetta erbosa, dopo circa un’ora e mezza, sostiamo per la consueta breve pausa energetica.

La cerchia di vette che si mostra ai nostri occhi è di tutto rispetto; Luigi indica: il Monte Salza, il Pelvo d’Elva, il Faraut, la Marchisa, Rocca la Niera, Rocca Bianca…

Ripresa la marcia subito appare in lontananza il Rifugio Vallanta col suo azzurrissimo lago; da quassù gli escursionisti che stanno percorrendo il sentiero per il rifugio paiono minuscole formichine.

Le foto si sprecano perché ormai l’impatto con la mole ravvicinata del Monviso è notevole; scorgiamo anche la cima della Losetta e già alcuni pensano all’escursione in programma a settembre chiedendo delucidazioni a Maurizio che ne sarà il responsabile.

L’ultimo tratto lo percorriamo interamente in cresta: la lunga Cresta Savaresch appunto…

Le piante endemiche presenti sono quelle delle alte quote, quelle che hanno dovuto escogitare metodi di adattamento per poter fiorire e rifiorire anche dove sembrerebbe impossibile, come appunto su questa cresta impervia. Notiamo: il nanismo, la forma a cuscinetto e la lanugine superficiale (riusciamo anche a scorgere la bellissima e rara Stella Alpina).

Un ultimo strappo e… finalmente ecco la croce (monca di un braccio) ed un bel nevaio da attraversare per raggiungere la sospirata vetta.

Consueti abbracci e complimenti per l’impresa portata a termine, foto di gruppo ed un paio di scatti anche per Ele ed Ella (simpatici peluches di Manu rubati alla partenza da Mauri-Manolesta con la complicità della sottoscritta).

Mentre ci ritempriamo, la vista continua a beneficiare di tanta bellezza: davanti a noi un anfiteatro di cime lambite da un mare di panna montata (nessuna invidia per i bagnanti della domenica ammassati su spiagge affollate… a noi lo spazio non manca di certo!)

Prima del pranzo, la nostra psicologa Silvia viene interpellata per “un’analisi di gruppo d’alta quota” (anche la parcella richiesta “lieviterà” in rapporto all’altezza?)

Vista appagata, animo curato, non ci resta che trovare un riparo e “consolare” anche lo stomaco: detto e fatto!

Alle ore 13,30 Luigi richiama il gruppo per intraprendere la via del ritorno; si scende chiacchierando dei più svariati argomenti e Ieio, questa domenica più rilassato, perché esente dall’incarico di accompagnatore, porta avanti una conversazione “fiume” con Paola (la fisioterapista del gruppo).

Il rifugio Helios, questa mattina deserto, pullula di gitanti della domenica; considerando che la discesa è stata veloce, anche noi possiamo sostare per almeno mezz’ora prima di riprendere la seggiovia.

Ultimo atto di questa giornata la rilassante discesa sospesi nel vuoto ammirando il verde del Lago di Pontechianale animato dai surfisti, le mucche al pascolo, le corse delle marmotte…

Ormai di spalle… Punta Tre Chiosis: un tremila dal quale attingere infinita bellezza!

La maestra a quadretti