domenica 4 ottobre 2009

Monte Chaberton…

All’arrembaggio!!! Partiamo alla conquista di un’altra vetta…

Questa volta è la conquista di un monte pieno di storia, di fatiche, di sacrifici, di vittime… il monte Chaberton… imponente montagna al confine con la Francia sormontato dalle otto torri che in tempo di guerra ospitavano altrettanti cannoni puntati verso il paese ostile vicino. Ritrovo all’autogrill di Salbertrand… ma accipicchia i saluzzesi, forse distratti, forse troppo veloci… dimenticano di fermarsi… Noi carmagnolesi… già un bel gruppetto, prendiamo il nostro amato caffè e ripartiamo… un problema tecnico di lavori stradali ci costringe a fare visita a Bardonecchia, un quarto d’ora dopo raggiungiamo i nostri amici che intanto hanno consumato la loro colazione presso un bar in Claviere…

Parto per primo a condurre la carovana fino al parcheggio…distratto o forse concentrato nel cercare la stradina su cui svoltare, dimentico di allacciare le cinture… e sfiga mia… stamattina i gendarmi sono alla dogana… una poliziotta si avvicina alla macchina… mi chiede subito patente libretto e ben 90 euro… azz!!! Neanche il “mio fascino latino” riesce a sciogliere la poliziotta dagli occhi di ghiaccio…

Calzati gli scarponi, partiamo alle 9.00 in 37 imboccando la strada sterrata a sinistra… il primo tratto di sentiero serpeggia tra un lariceto spettacolare, le chiome stanno già cambiando colore, si notano già le sfumature tra il giallo e il verde chiaro… un gioco di colori, luci e ombre da cartolina.

Oltrepassiamo il greto del torrente in secca… la prima pausa appena prima dell’ombra della montagna… la temperatura è fresca, l’aria frizzante e i raggi del pallino sole sono cosa ben gradita… ripartiamo percorrendo il sentiero che sale al colle dello Chaberton, salta di qua e di là del letto del torrente, sembra un graffio sul versante della montagna…

Riconquistiamo il sole, sembra più facile proseguire sul ripido sentiero, il sole ricarica le nostre batterie. Pausa di dieci minuti al Colle… da qui si può già godere di un bel panorama… che spazia dalle vette francesi, come la Barre des Ecrins, Des Agneaux, o le “nostre montagne” che si allineano alla Val Susa…

Ripartiamo per gli ultimi trecento metri di salita… di qui il sentiero calpesta la carrareccia che da Fenils porta alle caserme appena sotto le torri… ogni tanto emergono ancora qualche residuo bellico… i termini in granito, i km di filo spinato sparso qua e là, qualche matassa ancora da srotolare invece giace a bordo strada.

Il cavo del telefono inserito in un tubo metallico antisplosivo e adagiato in una canalina in cemento cammina a fianco della strada e raggiunge le caserme. Passiamo di fianco al grosso vascone in cemento; in inverno veniva riempito di neve ben pressata e usata poco per volta come riserva d’acqua… più in là alcuni resti metallici di porte, pezzi in lamiera spessa di torrette, l’immancabile filo spinato. Poco dopo raggiungiamo la punta, sempre che si possa ancora chiamare così; infatti per dare visuale ai cannoni adagiati sulle torri, è stata spianata creando un piazzale enorme. La spianata è ambita meta per i cultori del parapendio e traguardo finale della famosa Iron Bike, gara in mountain bike per veri duri.

Le foto di rito con alle spalle il nostro Re di pietra che fa capolino tra le creste più vicine, scendiamo alla base dei torrioni per pranzare al riparo dal vento a volte fastidioso... incontriamo cinque soldati del battaglione alpini di Aosta, amanti della montagna che in occasione della licenza hanno trascorso due giorni con le tende nei pressi del forte. Raccontano che hanno provato a inoltrarsi nei cunicoli del forte, un’emozione passa per la schiena pensando alle fatiche e i sacrifici che i soldati di allora hanno vissuto. I cunicoli purtroppo sono quasi tutti sommersi di ghiaccio ormai perenne che impedisce di andare oltre. Le prelibatezze saltano fuori dagli zaini, chi con il formaggio, chi con il salame, altri ancora con le torte in un attimo prepariamo una tavola ricchissima di cibo e bevande su una pietra piana…

È ormai ora di rientrare… riprendiamo il sentiero di discesa… Mauri con il libricino dei canti in mano sembra un giovane pretino con il gruppo delle colonie in fila indiana… intoniamo le canzoni popolari, per fare passare in fretta la discesa…

Arriviamo alle macchine verso le 17.00… felici per la bellissima gita, per la compagnia sempre più numerosa… per aver passato un altro giorno in mezzo alla natura e alle nostre amate montagne… (http://www.fortechaberton.com/)

Mula

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