domenica 8 marzo 2009

San Bernardo di Gilba – Domenica 08.03.09


Oggi la gita è tranquilla… considerato il pericolo valanghe tra 3 e 4 su un massimo di 5… scegliamo il vallone di Gilba, appena sopra Brossasco…

Ritrovo per le 8.30 alla Porta di Valle per la colazione… il sole è già alto, il cielo terso e si preannuncia una giornata calda… nella notte non ha gelato, all’arrivo alla Borgata San Sisto di Gilba, la neve è già molliccia…

Calziamo gli scarponi e l’attrezzature di soccorso (arva, pala e sonda)… ciastre in mano percorriamo un centinaio di metri sulla strada che porta alle case appena sopra…

Calziamo le ciastre e iniziamo ufficialmente la nostra gita su una strada bianca che porta al santuarietto San Bernardo di Gilba… il carico della neve di quest’inverno ha piegato le betulle più malleabili… così che dobbiamo zizagare tra i rami, gli abeti bianchi e rossi invece molto più rigidi e robusti, hanno perso la battaglia con la neve, moltissime le cime spezzate… mi fa venire in mente il detto “mi piego ma non mi spezzo” mai così giusto in questo caso…

Il brutto tempo della settimana scorsa ha portato una ventina di cm di neve su quella “vecchia”… tutto è bianco candido… siamo noi i primi ad incidere il manto nevoso… alle 11.30 siamo già  nei pressi del santuarietto… per arrivarci però dobbiamo superare una cornice di neve non pericolosa che non crea difficoltà…

La neve arriva al tetto… per accedere al portico antistante bisogna scendere di un paio di metri…

Non è ancora ora di pranzo, allora decidiamo di andare a conquistare la cima lì poco distante chiamata Grimbassa 1619m

In dieci minuti siamo alla meta… il sole caldo, l’assenza di vento e le pietre scoperte dalla neve, sono un invito piacevole per fermarci a pranzare…

Bellissimo!!! La visuale sulla pianura è a 360° peccato per la foschia che confonde un po’ il paesaggio… le cime di tutto l’arco alpino si stagliano sopra di essa lucenti e bianchissime fino al Gruppo del Rosa…

Alle 14.00 iniziamo la discesa fermandoci frequentemente per assaporare ancora per un po’ il sole, il caldo, la compagnia… nella discesa prestiamo maggior attenzione per la neve cedevole sotto il nostro peso… il processo di scioglimento crea dei vuoti nel manto nevoso e sovente si sprofonda fino alle ginocchia… il sentiero di ritorno devia leggermente fino a passare alla borgata Meire Gias… (Borgata Natale del nostro carissimo Bartolo). Alcune case sono aggiustate, altre un po’ fatiscenti. Osservando la borgata si può assaporare il duro lavoro di montagna, le fatiche per un po’ di grano, per la segale, per rubare un po’ di terra al bosco o alla pietraia… memorie indimenticabili per chi ha vissuto la montagna in prima persona… Per noi invece dovrebbe essere una lezione di vita, quando siamo di fronte agli sprechi quotidiani per i soliti capricci.

Anche oggi abbiamo la giornata è volata… siamo forse stanchi fisicamente, tutti arrossati dal sole, ma con la mente libera, scarica, riposata… e gli occhi pieni di immagini bellissime… come quelle dei sorrisi delle donne che oggi erano con noi a festeggiare la loro festa…

Mula 

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