mercoledì 30 dicembre 2009

Martedì 29 dicembre – Ciastrata al chiarore della luna piena.

Come consuetudine da alcuni anni andiamo a fare la camminata notturna sotto le stelle.

Quest’anno visitiamo la Valle Varaita in particolar modo il Vallone di Sant’Anna; valle sopra Sampeyre che termina con il Colle di Sampeyre e comunica con la vicina Valle Maira nei pressi di Elva.

Ci troviamo alla “Porta di Valle” alle 17.00, caffè e dopo aver compattato le macchine, proseguiamo per inoltrarci nel vallone di Sant’Anna fino ad arrivare alla Borgata Sodani a 1250m, dove termina la strada pulita. Calzate ciastre, arva, pala e sonda sotto la luce delle nostre pile frontali, siamo pronti alla partenza. Bartolo capofila e a seguire la lunga fila di quindici componenti. La nostra meta sarà la Baita Garneri 1850m, splendida baita ristrutturata amorevolmente e adibita a rifugio.

La luna questa sera è splendente, appena velata, rischiara il nostro cammino. Le nostre ombre disegnate sulla neve ci seguono passo dopo passo, iniziamo la salita seguendo i bordi delle piste da sci di Sampeyre, passiamo vicino ad alcune case in pietra isolate, silenziose, piene di storia, di voglia di raccontare vita vissuta d’altri tempi; adesso soo li a riposare in attesa della bella stagione per accogliere i proprietari nella bella stagione estiva. Raggiungiamo la Borgata Sant’Anna a 1420 m, una breve pausa per riprendere fiato, quattro chiacchiere per rompere il silenzio della valle addormentata. Alle nostre spalle si presenta uno scenario da favola, il paese di Sampeyre, appena più su Becetto, con atri gruppetti di case sparse illuminati dai lampioni sugli spigoli delle case. Ssembra un presepio illuminato da miriadi di luci, dalla luna e dal riflesso del manto nevoso. Meraviglioso! Restiamo li incantati ad osservare per alcuni minuti, in silenzio, mentre la nostra immaginazione viaggia chissà dove. Proseguiamo il nostro cammino verso la meta, passiamo vicino a qualche gruppetto di abeti, larici; molte le impronte di animali, la prima sensazione è di essere osservati, forse dai “folletti del bosco”, forse dagli animaletti che sul chi va là ci scrutano dalle loro tane. Ad un certo punto tra il fitto bosco si intravede una luce, ecco un segnale della nostra meta, man mano che ci avviciniamo il bellissimo pastore maremmano a guardia del rifugio segnala la nostra presenza ai proprietari abbaiando. Intravediamo l’ombra del rifugio che diventa sempre più reale, le finestre illuminate dai caldi colori delle luci, dal focolare del maestoso caminetto, sono invito ad entrare. All’interno un’atmosfera di tranquillità di serenità e pace. Ci sediamo al tavolo, il profumo fragrante della torta di mele, delle paste di meliga e degli zuccherini imbevuti da vari tipi di elisir, avvolgono le nostre narici. Non possiamo fare a meno di assaggiare tutte queste prelibatezze accompagnate da vin brulè, qualche tisana, e le fumanti polente conce. Il tempo vola, uno sguardo all’accogliente salone su cui predomina il caminetto acceso, il legno, la cura delle cose, l’ambiente semplice, la danza del fuoco attirano la nostra attenzione ad una promessa per trascorrere un weekend in questo posto fatato.

Aimè dobbiamo ritornare. Riprendiamo la traccia di salita, la luna adesso si nasconde dietro una spessa coperta di nuvole, il tempo si sta guastando un po’. Il manto nevoso si uniforma con le tonalità del grigio, scompaiono le tracce e le variazioni di pendenza, alcune volte è necessaria la luce guida delle nostre pile frontali, per individuare la traccia. In poco più di un’ora raggiungiamo di nuovo le macchine. Il rumore delle chiastre sulla strada ghiacciata ci risveglia dal sogno, dalla favola, dal posto incantato. I saluti e gli auguri per un nuovo anno all’insegna delle belle cose, della serenità e della voglia di andare in montagna in allegria. Un ringraziamento particolare a Bartolo per l’organizzazione, ma soprattutto per aver battuto la pista di salita lottando con lo strato costante di neve crostosa.

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