mercoledì 8 ottobre 2008

Gorge du Verdon… sabato-domenica 4-5 ottobre 2008

I nostri amici alpinisti ci raccontano spesso di immense pareti di calcare, d panorami mozzafiato, del paesaggio incantevoli, della natura selvaggia e arida, delle casette sparse qua e là in mezzo alla vegetazione; insomma delle Gorge du Verdon…

Un ottimo motivo per una bellissima gita fuori porta…

Sabato: Partiti prestissimo dalla stazione dei treni a bordo del pullman… l’atmosfera è tranquilla un po’ per tutti… chi  riprende il sonno interrotto, chi invece sottovoce si intrattiene con il vicino di posto, chi con le cuffie ascolta musica… Ieio invece come al solito parla… con la povera Lu ancora assonnata…  Prima pausa all’autogrill per la colazione e si riparte per il lungo viaggio…

Chissà perché i posti incantevoli sono sempre distanti e difficili da raggiungere!!!

Dopo una seconda pausa nei pressi di Nizza, imbocchiamo la tortuosa strada Napoleonica che da Grasse sale in direzione di Digne… bellissima da percorrere per i motociclisti, meno per il nostro autista che pazientemente guida tra curve e strettoie dei paesini che andiamo ad attraversare…

Alle 11.30 la tappa obbligata al primo punto panoramico… l’emozione sale osservando dall’alto il “rigagnolo che scorre 300 metri più giù in fondo della gorgia… le pareti modellate dal passaggio dell’acqua, di colore grigio attirano l’attenzione di tutti noi. Molta gente a godere del paesaggio, le macchine fotografiche trasformano il presente in ricordi; una coppia di  alpinisti prepara meticolosamente l’attrezzatura per l’arrampicata… tre inglesi invece sono già alle prese con la parete sfidando la verticalità… imitando i migliori alpinisti che hanno disegnato le vie… come Patrick Edlinger, Linn Hill, ecc.

Proseguiamo per la stradina sempre più stretta e alla mezza arriviamo al rifugio… Stefania e Flavio, i nostri organizzatori, si presentano al gestore, mentre noi incominciamo a scaricare valigie e zaini dal pullman.

Pranzetto sulla terrazza con panorama mozzafiato e pomeriggio libero… in un batter d’occhio nascono due proposte; una breve escursione su un sentiero balcone per assaporare la gita che andremo a fare l’indomani sul “sentiero de l’imbut” e arrampicate sulle vie attrezzate nei pressi del rifugio… la maggior parte del gruppo parte per il sentiero… in  sette invece ci dirigiamo verso le vie di arrampicata… riscontriamo qualche difficoltà nel trovare la traccia di si salita alle pareti… giriando un po’ in tondo per assenza totale di indicazioni. Saliamo con difficoltà il conoide detritico, forse con un po’ di fortuna scoviamo dietro ad un cespuglio una corda fissa un po’ marciotta, ci guida fino alla parete; un breve sguardo alle vie e ognuno di noi sceglie quella più congeniale… Di li a poco iniziamo a testare la nostra bravura… parto io da primo, Pedro mi fa sicura, la pianta alle spalle fa sicura a Pedro preoccupato perché, in caso di una mia caduta, si troverebbe in un attimo in cima alla via. Dopo di me è la volta di Elena… sale graziosamente, quasi sfiorando appena la pietra… infine tocca a Pedro… non vede l’ora dopo che constatiamo che si tratta di un tiro di 25 m con difficoltà 5c, 6a… che bravi eh!!!

Intanto Stefania, Flavio, Osvaldo e Giancarlo si cimentano nelle vie a pochi metri da noi…

Soddisfatti dono qualche graffio, qualche grattata, ma felici delle belle scalate, ritorniamo al rifugio… i nostri amici sono rientrati poco prima, si stanno già godendo il sole e il panorama sul terrazzo… mentre noi ci rinfreschiamo…

Zuppa di zucca, timballo di riso con spezzatino e verdure, torta alla nocciola e miele con formaggio bianco sono la nostra cena…

Bartolo tira da sotto il tavolo una il genepì … in breve facciamo conoscenza degli amici francesi dei tavoli vicini che desiderosi di assaggiare il “nostro Genepì”, propongono uno scambio con la loro grappa delle isole Martinica…

Alle 22.30 tutti a nanna, stanchi per il lungo viaggio e per la bella giornata passata insieme…

Domenica: sveglia 7.30 colazione alle 7.45… la gestrice del rifugio è un pò pasticciona… prima vuole farci entrare in sala 8 per volta per non fare confusione poi cambia idea e mangiamo tutti insieme… bah!!!

alle 8.30 partenza per il “sentiero de l’imbut”… breve sguardo al cartello all’inizio del sentiero… e si parte in discesa verso l’abisso… il primo tratto di sentiero è comune al “sentiero Martel” poi svoltiamo decisamente a destra e in breve siamo al ponte in acciaio che attraversa il verdon…, struttura moderna in acciaio, alla prima impressione sembra il nuovo ponte di Calatrava inaugurato poche settimane fa a Venezia… lo attraversiamo uno per volta perché constatiamo un po’ ballerino…

Di qui il sentiero costeggia il Verdon sulla sinistra orografica… passiamo varia vegetazione, dagli arbusti sempre verdi ai faggi… dove ne incontriamo uno secolare che a fatica riusciamo ad abbracciare in tre…

Proseguiamo il nostro cammino e ci troviamo nei pressi di un’immensa caverna, bellissima, enorme, spettacolare… noi all’interno sembriamo formiche…

Il sentiero prosegue scavato nella roccia; la montagna sopra di noi ci fa da tetto, la fune da corrimano ci è di conforto per proseguire.

Intanto Flavio e Stefania si preoccupano di trovare la via alternativa per il ritorno… nella notte hanno aperto le dighe per far defluire l’acqua in eccesso…

sì il programma era di guadare il Verdon in un punto strategico; pochi cm d’acqua ci permettevano di intercettare il sentiero di salita alle terre emerse sull’altra sponda… dove il pullman ci avrebbe ripreso e riportato al rifugio… Arrivati al bivio per il sentiero Vidal; una traccia a zig zag scavata nella roccia che sale veritignosamente per portarci sulla strada, consumiamo il pranzetto e ci deliziamo con il buon vino di Pedro e Bartolo…

l’acqua scende impetuosa, una manna per i canoisti che da li a poco incontriamo impegnati nella discesa verso il lago…

Con un po’ di tristezza valutiamo che la via più breve per il rifugio è ritornare sui nostri passi… Si, il Vidal ci porterebbe in fretta alla in superficie, ma il pullman dovrebbe fare troppa strada per riprenderci…

Partiamo con decisione per il ritorno e in meno di tre ore siamo di nuovo allo “Chalet de la Maline”… raccattiamo le valigie e dopo esserci dissetati per l’ultima volta con la deliziosa birra ambrata artigianale riprendiamo i posti sul pullman per il ritorno

Ieio ci tiene allegri con lezioni minuziose di intimo femminile, dell'arte del truccarsi, del push up, del Wonderbra; i suoi racconti coloriti ci fanno sempre scompisciare dalle risate e faano sentire il ritorno meno lungo… Ad un certo punto tutto serio mi dice: “voglio fare un regalo al babbo… cosa ne dici di una bottiglia di BORDOLE’ ?” con sapiente maestria il nostro sommellier IEIO’ inventa un nuovo vino… 50% Beaujolais, 50% Bordeaux…  ed ecco che nasce il BORDOLE’… Che grande!!! Chissà che non sia anche buono!!!

Alle 23.30 sbarchiamo di nuovo in piazza della stazione… saluti di rito con malinconia perché aimè dobbiamo separarci… fino alla prossima occasione.

Anche se costretti a cambiamenti di programma non dipendenti dalla nostra volontà, siamo stati bravi ad adeguarci alle novità… è stata una bellissima avventura… da conservare gelosamente nei nostro cuori e nell’album dei ricordi….

Un ringraziamento particolare va Stefania e Flavio per l’organizzazione, per la buona volontà e l’impegno nel farci passare un weekend diverso dal solito.

Bello, bello, bello…

Beppe

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