mercoledì 26 maggio 2010

M.te Nebin - domenica 23 maggio 2010 - 2.a uscita corso di escursionismo

La seconda uscita del corso ci porta in Val Maira, nel comune di Elva, a salire con le auto da Stroppo fino al C.lle della Cavallina (1941); la meta di oggi è il Monte Nebin situato sulla dorsale che, dividendo la Valle Maira dalla Val Varaita, parte dal Monte San Bernardo per raggiungere il Pelvo d’Elva.
In 42 (15 allievi) iniziamo la salita poco prima delle 10 , incoraggiati dal tiepido sole di questa capricciosa primavera, purtroppo alcune nuvole vaganti non sono di buon auspicio. Seguendo l’indicazione per il Colle di Sampeyre raggiungiamo, in breve, il costone che prende a salire in direzione nord su dolci pendii su cui iniziano le fioriture primaverili.
Lasciando alla nostra sinistra i tralicci dell’alta tensione, giungiamo in breve ad una baita in pietra (2160) per una breve sosta colazione; il panorama spazia sulle vette del Chersogno (3026) Rocca Marchisa (3072) e Pelvo d’Elva (3064).
Divisi in due gruppi seguiamo le indicazioni sull’Orientamento guidati da Piero e Bartolo, che aiutano gli allievi ad orientare la cartina, usare la bussola, seguire la curve di livello, riconoscere le vette circostanti.
Dalla baita riprendiamo a salire affrontando piccole rampe che portano verso un grande dosso detto “Cugn di Goria” (2384 m) che raggiungiamo alle 11,30, da qui si ha la visuale completa sul vicino Colle di Sampeyre.
Già da quota 2300 stiamo calpestando larghe lingue di neve, così calziamo le ghette ed iniziamo una vaga discesa verso sinistra che ci porta alla Bassa dell’Ajet (2310) per poi salire su di un’aerea “crestina” innevata, che è l’effettivo spartiacque tra le due valli.
Facendo doverosamente attenzione a dove mettiamo i piedi, seguiamo il nosto Luigi (che ci porta sempre in posti spettacolari!) sulla stretta via di salita; possiamo godere del magnifico panorama solo nelle brevi soste, in particolare osserviamo alla nostra sinistra la verde Val Varaita, che percorriamo con lo sguardo da Sampeyre fino alla diga di Castello… di fronte, in alto, il Viso purtroppo abbondantemente coperto di nubi.
Il cielo, che si va scurendo, ci sprona ad aumentare il passo; così nonostante la sempre maggiore difficoltà che ci impone la ripida cresta innevata, superate le ultime rampe, alle 12,40 raggiungiamo la grande croce metallica posta sulla cima. Dopo averla abbracciata, ci complimentiamo vivamente coi giovani allievi che hanno sfidato e vinto questa bella vetta in condizioni difficili, bravi!
Veloce foto ricordo mentre il cielo si fa sempre più scuro, poi via per la ripida discesa… ora affrontata con più fiducia e disinvoltura!
Ed ecco una dolce (?!) piccola grandinata, che ci ricorda la severità dell’ambiente montano e ci spinge ad accelerare il passo, ma tutto in breve (fortunatamente!) finisce, così quando alle 13,30 raggiungiamo la Bassa dell’Ajet e quindi di nuovo saliamo al Cugn di Goria per l’agognato e meritato pranzo, il sereno sta ritornando.
Un pallido sole illumina l’allegra combriccola che scodella sul prato ogni tipo di “ben-di-dio”: panini, frittate, frutta, dolcetti… e poi bevande di ogni tipo e colore!
Alle 14,45 , purtroppo(!), ci tocca riprender la discesa per ritrovare poco sotto alla baita il giovane “Gustin” ed alcuni allievi, aggregati ed istruttori che si erano fermati al Cugn di Guria visto il tempo brutto.
Dopo aver applicato ad alcuni zaini nuove etichette nominali (…al mitico mai-troppo-lodato Gustin… al “traditur” LucaRocco… alle peppie Ester Lu Manu Moni) torniamo alle auto (h.16,40) per poi raggiungere Elva. Qui ci rifocilliamo al Bar e seguiamo Paola che ci illustra i famosi affreschi del pittore fiammingo Hans Clemer, che abbelliscono la Chiesa parrocchiale… un finale culturale degno di questa bella ed impegnativa salita!
Ago


- LA CRESTA DI NEVE -
Quando i tuoi passi ti portan più in alto
sopra una cresta aerea e sospesa
lo sguardo è attento: un passo… un altro…
perché la neve sotto al peso non ceda.
La stessa attenzione e lo stesso stupore
se volgi lo sguardo di là, più lontano…
o guardi negli occhi chi sale con Te
a cercar quassù un mondo più umano.

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