mercoledì 31 agosto 2011

DOMENICA 28 AGOSTO – ASCENSIONI AL GRUPPO DEL MONVISO – VISO MOZZO

Sono passati 150 anni dalla prima ascensione al Monviso, avvenuta il 30 agosto 1861 da parte di Mathews. Per ricordarci di quell’impresa è stato organizzato un ricco programma di attività per il 2011: convegni, mostre, concerti, e naturalmente passeggiate, trekking e salite escursionistiche ed alpinistiche.

Proprio in questo calendario di eventi, oggi sono previste diverse ascensioni sulle cime del Gruppo del Monviso e la sezione CAI di Saluzzo salirà sul Viso Mozzo.

Ci troviamo alla Stazione di Saluzzo, come sempre, alle 5,45; un po’ presto, certo, ma sappiamo che in questa giornata saranno parecchie le persone che frequenteranno le montagne intorno al Viso o comunque la Valle Po. Siamo una buona rappresentanza ed altri amici si troveranno a Pian del Re o direttamente in cima al Viso Mozzo. Ci dirigiamo quindi fino a Pian del Re, dove le auto sono già parecchie, ma troviamo ancora parcheggio.

La giornata promette molto bene: il cielo è limpidissimo e l’alba splendida, con le montagne che si tingono di rosa e il Monviso che si mostra in tutta la sua maestosità.

Sono con noi il Presidente di Sezione e due dei rappresentanti dell’Alpine Club, il Club Alpino inglese, con cui il CAI ha stretto un gemellaggio.

Iniziamo la nostra salita su un sentiero tra i più frequentati, quello che da Pian del Re porta al Rifugio Quintino Sella, costeggiando prima il Lago Fiorenza e poi il Lago Chiaretto.

Incontriamo diverse persone, alcune impegnate in una breve escursione giornaliera, altre nel classico Giro di Viso.

Ci concediamo un paio di soste, una al Colle di Viso, prima di affrontare una salita su pietraia ripida ed assolata, che in poco meno di un’ora ci porta ai 3.019 m della cima del Viso Mozzo.

Da qui il panorama è spettacolare, grazie alla visibilità molto buona, una condizione rara per queste zone della Valle Po; possiamo distinguere tutta la catena delle Alpi, dal Monte Rosa al Monte Bianco, e l’inconfondibile piramide del Cervino.

Stanno arrivando anche dei rappresentanti dell’Azione Cattolica della Diocesi di Saluzzo, che oggi ricordano i 20 anni dalla posa della croce sul Viso Mozzo.

Sono quasi le 11, l’ora prevista per un evento particolare ed originale: su varie cime saranno accesi dei fumogeni colorati. Le cime escursionistiche sono state assegnate alle diverse Sezioni CAI (Saluzzo, Barge, Cavour, Racconigi, Savigliano) e quelle alpinistiche vengono raggiunte da istruttori ed accompagnatori esperti delle Sezioni CAI Monviso.

Accordandoci via radio, diamo il via contemporaneamente all’accensione: il nostro fumogeno si accende senza problemi ed in breve vediamo davanti a noi tante altre punte fumanti, di colore rosso-arancione, mentre la bandiera del CAI è alzata sullo sfondo del cielo azzurrissimo.

Sono minuti densi di emozione: siamo noi, amici ed in questi momenti quasi fratelli perché accomunati dalla passione per la montagna, che “diamo vita” alle nostre cime, e le cime dicono che ci sono, si stringono la mano e si raccolgono intorno al “festeggiato”, il Monviso, anche lui con la sua colonnina di fumo colorato.

UNA GRANDE FAMIGLIA DI MONTAGNE ED UNA GRANDE FAMIGLIA DI UOMINI.

Così fuma Viso Mozzo, fuma il Re di Pietra proprio davanti a noi, fumano Visolotto, P.ta Gastaldi, P.ta Roma, P.ta Udine, P.ta Venezia e P.ta Sella; sappiamo, anche se da Viso Mozzo non le vediamo, che fumano anche P.ta Dante, P.ta Caprera, P.ta Losetta, P.ta Tre Chiosis e il Dado di Viso (sperando di non aver dimenticato nessuna cima…).

Don Marco Testa raggiunge tutti con la radio, ci ringrazia come noi ringraziamo lui per la sua presenza e per la celebrazione della Messa, e ci fa capire ancora di più che in momenti come questi davvero le montagne sono molto vicine al Cielo.

Anche il Presidente della Sezione, il Direttore della Scuola di Escursionismo ed il Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana, con le loro belle parole, ci fanno sentire parte di questo avvenimento.

Il pranzo è, come d’abitudine, condivisione di salame, formaggi, frutta, dolci, vini e liquori.

Nella discesa bisogna star attenti a dove si mettono i piedi per non scivolare sulle pietre; prima di tornare a Pian del Re facciamo tappa al Quintino Sella per bere qualcosa, incontriamo e salutiamo alcuni degli amici che ore prima erano sulle altre cime e con cui abbiamo condiviso una giornata da ricordare.

Debora

mercoledì 17 agosto 2011

Coloriamo le Cime attorno al Monviso di Rosso

Carissimi... il 28 agosto sarà una giornata speciale in occasione dei 150 anni dalla prima salita alò Monviso... andremo al Viso Mozzo... dove alle 11.00 verrà acceso un fumogeno rosso in contemporanea agli amici che saranno sulle altre cime attorno al Monviso... seguirà alle 11.15 la Santa messa organizzata dall'Associazione Cattolica...
il ritrovo è alle 5.45 a Saluzzo: Piazzale della Stazione Treni...
partenza dal Pian del Re alle ore 7.00
Per chi interessato è pregato di prenotare: inviando mail a escursionismocaimonviso@gmail.com - telefonando a 3479166234 Beppe
sarebbe bello essere in tanti!!!

mercoledì 10 agosto 2011

GIRO DEL MONVISO 2011

VENERDI’ 5 AGOSTO

Stazione di Saluzzo ore 7: questi luogo ed ora del ritrovo per il trekking di tre giorni intorno al Re di Pietra.

I nostri accompagnatori, Franco e Bartolo, scorrono l’elenco dei partecipanti e prendiamo atto che, purtroppo, qualcuno non ha potuto unirsi a noi, più o meno all’ultimo momento, per motivi familiari o personali.

Siamo comunque in 23, un bel gruppo, provenienti da svariate località: Arquata Scrivia, Guastalla, Mondovì, Reggio Emilia, Roma, Torino, oltre ad una piccola rappresentanza dell’area saluzzese.

Ci trasferiamo in auto a Pian del Re (m. 2020), concedendoci intanto una breve sosta per la colazione, quindi ci attrezziamo per la partenza del nostro “Giro di Viso”.

Prima facciamo un giro di presentazioni, anche se probabilmente non riusciamo a ricordarci subito tutti i nomi, che avremo comunque modo di memorizzare conoscendoci in questi giorni.

Inizia così la salita verso il Colle delle Traversette (m. 2950), in una mattinata nuvolosa e con la visibilità che continua a diminuire, fino a rimanere avvolti nella nebbia. Il passo è lento e costante, copriamo il dislivello in perfetto orario rispetto alla tabella di marcia e con il gruppo compatto. Eccoci al Buco di Viso: occorre munirsi di pila ed indossare una giacca, perché il fresco si sente già all’ingresso.

Nell’oscurità dei circa 75 metri del traforo, fantastichiamo sul lontano giorno della sua inaugurazione, immaginando il Marchese di Saluzzo che, con un simbolico colpo di piccone, sgretola l’ultimo pezzetto di roccia che divide il territorio italiano da quello francese … Ben presto scorgiamo la luce dell’uscita, ma dobbiamo salire uno alla volta e con qualche aiuto, per lo stretto passaggio, prima noi e poi i nostri zaini, che a volte sono anche più grandi di noi (ma cosa ci sarà dentro, l’intero guardaroba?!?).

Finalmente il sole! E finalmente la possibilità di vedere un po’ di paesaggio: il colle che abbiamo attraversato, il M. Granero alla nostra destra (nord) ed il vallone francese con la discesa verso il Réfuge du Viso (m. 2469).

Anche la discesa non crea particolari difficoltà, a parte qualche problema di crampi per qualcuno e di “crampi allo stomaco” per altri, che non vedono l’ora di arrivare per far pranzo. Tutti rifocillati per bene e riposati per un momento, il percorso prosegue per un tratto quasi in piano, solo con leggeri saliscendi. Bartolo ci indica, alla nostra sinistra, il Coulour del Porco, passaggio da cui si scenderebbe al Rifugio Giacoletti e, sulla stessa direttrice, distinguiamo P.ta Venezia, P.ta Udine, P.ta Roma, P.ta Gastaldi. Dobbiamo ora affrontare la salita verso il Colle di Vallanta (m. 2811), un paio d’ore abbastanza impegnative, cosa che capiamo anche dal fatto che quasi nessuno parla più per risparmiare le energie … Attraversiamo tratti innevati e sul colle sostiamo un po’, ma il forte vento ci spinge a proseguire, per dirigerci alla nostra “base” per la notte, il Rifugio Vallanta (m. 2460).

Il cielo torna a velarsi, ma quando siamo in prossimità del rifugio, alle 17,30 circa, si apre regalandoci una fantastica vista.

Per oggi possiamo toglierci gli scarponi … ci rinfreschiamo e, dopo un’ottima cena, usciamo ancora un po’, per scoprire che sta piovendo parecchio! Facciamo molto volentieri due chiacchiere con Livio, il gestore, che ci conquista con la sua cordialità ed ironia e racconta, tra l’altro, dell’avvistamento di alcuni lupi poco distante, dal “Canale della Milizia” (che “naturalmente tutti conosciamo alla perfezione”… ehm …).

E’ l’ora di dormire, per chi riesce … nelle nostre due camere, Losetta e Caprera, qualcuno ce la fa benissimo, a discapito di altri, che sentono russare per gran parte della notte …

SABATO 6 AGOSTO

Sveglia prevista alle 7 con colazione alle 7,30 , ma alle 6 in camera ci sono già movimento e vociare … per chi vorrebbe dormire ancora la giornata non comincia nel migliore dei modi …

Una colazione sostanziosa ci dà l’energia giusta per la lunga discesa verso le Grange Gheit (m. 1912). Siamo partiti da pochi minuti quando sentiamo cadere alcune gocce di pioggia … per fortuna saranno soltanto alcune gocce, per questa volta!

Vediamo e fotografiamo qualche marmotta e, in lontananza, dei caprioli.

Qualcuno chiede dove siano le punte che hanno dato i nomi alle camere in cui abbiamo dormito: P.ta Caprera è ben visibile ad est, la nostra sinistra, mentre avevamo già avvistato la Losetta il giorno prima, in prossimità del Colle di Vallanta.

Proseguiamo in una discesa tranquilla lungo il Vallone di Vallanta, per poi inoltrarci nel Bosco dell’Alevé, iniziando a salire; anche se non c’è sole, il caldo si fa sentire.

Ai piedi dei larici ci sono parecchi funghi e i nostri discorsi ripiegano sulle preferenze culinarie di ognuno … Ignoriamo l’indicazione per il Rifugio Bagnur e continuiamo a salire, uscendo poi dal bosco, fino alla “Rocca del pecoraio”, per una breve sosta con colazione. A sprazzi esce anche un po’ di sole … per non rischiare scottature è meglio usare la crema solare. Ci aspetta ancora almeno un’ora di salita, più impegnativa della precedente, mentre il verde lascia il posto alla pietraia.

Stiamo per lasciare alle nostre spalle la vista della Valle Varaita, con il Lago di Castello, dato che ci troviamo a sud del Viso e tra poco ritroveremo la Valle Po.

Verso le 12,30 ci fermiamo per il pranzo, sulla sponda di un lago (senza nome, ci dice Bartolo). Sarebbe bello rimanere sdraiati per un po’ a godersi il sole, ma se n’è di nuovo andato, anzi, abbiamo appena finito di mangiare e già sentiamo delle gocce … questa volta ci attrezziamo con giacche impermeabili, coprizaini e mantelle.

Arriviamo al Passo di San Chiaffredo (m. 2764) poi, quasi in piano, al Passo Gallarino (m. 2727). Purtroppo la pioggia intermittente ci accompagnerà per tutto il percorso ed il paesaggio, considerando la pietraia e la nebbia, diventa “quasi lunare”, come qualcuno lo definisce.

Vediamo, sulla nostra destra, la deviazione per il Rifugio Alpetto, ma proseguiamo scorgendo, per quel che le condizioni atmosferiche ci permettono, i laghi della zona delle Sagnette. Le poche fotografie che scattiamo lasciano proprio a desiderare …

Arriviamo ad un lago esteso … il lago di Lochness? No, è il Lago Grande di Viso, ma data l’atmosfera non ci stupiremmo di veder uscire il mostro …

Anche la vista del Rifugio Quintino Sella (m. 2640) più che rassicurarci ci inquieta, sembra una casa stregata!

Sono più o meno le 15 e ci sistemiamo nella camera grande all’ultimo piano, beviamo qualcosa e, a turno, ci concediamo molto volentieri una doccia calda.

Scambiamo ancora due parole per ingannare il tempo prima della cena, anche questa ottima. Mentre si mangia, ad un gruppetto balena la brillante idea di andare sul Viso Mozzo la mattina dopo, alzandosi presto, per essere di ritorno e pronti per la partenza prevista alle 8. Riusciamo a convincere Bartolo e, dopo un rapido sondaggio, i “temerari” della salita al Viso Mozzo ( e della levataccia alle 4,30) sono 7.

Il giorno successivo, alle 12, è previsto un concerto ed i musicisti, tranne il clarinettista, sono già saliti al rifugio e decidono di allietare il dopocena con un concerto-prova fuori programma. Ascoltiamo volentieri il quartetto d’archi (il cui primo violino è Bruno Pignata) che, in un clima giocoso e cordiale, ci propone un repertorio che spazia dal classico al contemporaneo. Applaudiamo e ringraziamo, poi saliamo in camera per dormire.

DOMENICA 7 AGOSTO

Ore 4,30: Bartolo si alza per vedere che tempo fa. Poco dopo ritorna dicendo: “Sta diluviando, niente Viso Mozzo”. Non ci resta che dormire fino alle 7. Anche alle 7 diluvia, ma questa volta ci alziamo e, con rassegnazione, ci prepariamo ad una giornata di pioggia, pioggia praticamente ininterrotta.

Colazione, un salto nell’essiccatoio per recuperare gli scarponi e si parte. Destinazione per il pranzo è il Rifugio Giacoletti (m. 2741), oggi è il giorno della festa del rifugio con sangria, polenta e carne alla brace.

Iniziamo la discesa verso il Lago Chiaretto (m. 2261) e costeggiamo ad ovest il Viso Mozzo, che così abbiamo potuto vedere solo dal basso …

Alla nostra sinistra intravvediamo il Bivacco Falchi Villata e, nascosto nella nebbia, il ghiacciaio del Viso che lo sovrasta. Nel canalino, tre persone stanno avanzando. Eccoci al lago … piove sempre, ma diverse persone stanno comunque salendo al rifugio, provenienti da Pian del Re.

Si sale, si sale … questa salita non finisce più … siamo stanchi e il gruppo si è un po’ sfaldato, Bartolo si ferma per ricompattarlo … la segnaletica ci indica 40 min. al rifugio.

Un passo dopo l’altro e finalmente iniziamo a sentire profumo di carne alla brace, che cucinano nonostante la pioggia, perché è stato teso un telone di riparo. Anche noi ci sistemiamo sotto il telone, con un bicchiere di sangria. Appena possibile ci spostiamo all’interno del rifugio per mangiare polenta e carne; ora siamo al caldo, meno male! Quasi quasi si potrebbe fare un sonnellino … ma ci aspetta la discesa, l’ultima, la conclusione delle nostre tre giornate. Una discesa tranquilla, ma resa infida dalle pietre bagnate e, in certi tratti, davvero scivolosa … occhio alle cadute! Inutile dire che, in questi circa 700 m. di dislivello, attorno a noi continuiamo a vedere poco e male: il Lago Superiore, poi il Lago Fiorenza … significa che siamo quasi arrivati, scorgiamo prima il parcheggio delle auto di Pian della Regina, poi anche quello di Pian del Re, dove ci sono le nostre auto.

Ci raccogliamo tutti nella piazza del parcheggio, per qualche foto di gruppo, poi saluti, baci, abbracci, scambio di numeri di telefono ed e-mail e la promessa di ricontattarsi, magari per organizzare un’altra escursione insieme.

Grazie a tutti per questi tre giorni vissuti insieme, per aver condiviso fatiche e soddisfazioni, ed un grazie grande e particolare a Bartolo e Franco, per la loro pazienza, competenza e disponibilità.

Debora