Ma_Ester racconta...
La
consueta gita annuale in Valle d’Aosta con il gruppo del corso di
Escursionismo, ci porta quest’anno all’imbocco del Parco Nazionale del Gran
Paradiso, ad introd, nella valle di Rhêmes. L’atmosfera di pace e serenità che
caratterizza questa località (non per niente scelta più volte come luogo di
vacanza da parte degli ultimi Pontefici) ci pervade fin da subito, appena scesi
dal pullman… e con le facce ancora un po’ assonnate (sarà forse per la
levataccia cui siamo stati chiamati?!?) ci mettiamo buoni buoni al seguito di
Pino ed Ornella che oggi ci guideranno fino alla Croix de Bouque. Lasciato il pullman alle nostre spalle nella
frazione Crè, ci incamminiamo lungo un comodo sentiero che sale intersecando
più volte la strada carrozzabile che sale a Les Combes… tanto che la domanda
vien spontanea: ma perché fare a piedi ciò che si poteva comodamente fare in
auto? Vabbè, senza ulteriori indugi continuiamo a salire, benedicendo l’ombra
che ci viene regalata dal bosco e che allevia un po’ il caldo estivo che
finalmente è arrivato! Pian piano il panorama si apre ed eccoci arrivare nella
zona di Les Combes: con una piccola deviazione ci avviciniamo alla nota
residenza estiva di Papa Giovanni Paolo II ora allietata dalle voci dei ragazzi
dei campi estivi dei salesiani e, mentre ci godiamo la bella vista sul monte
Bianco, qualcuno ricorda le escursioni fatte lassù (a sfidare i ghiacciai!!!) e
altri, più semplicemente, tornano con un po’ di nostalgia ai tempi trascorsi su per i nostri monti ad
animare ragazzi nei centri estivi… del tutto simili a quelli che ora son ospiti
qua! Quasi quasi… Riprendendo il nostro cammino sul sentiero, in breve ci
ritroviamo in una radura da cui si gode un bellissimo panorama sull’intera
valle: Pino e Ornella ci spiegano che qui il Papa veniva spesso per momenti di
preghiera, lettura, riflessione in solitudine… di certo favorito dalla bellezza
e dalla quiete che si respira quassù.
Ormai
la meta è vicina, si continua a salire, servendosi
a tratti anche dei comodi “scalini” che testimoniano la cura con cui ci si
dedica da queste parti alla manutenzione dei sentieri, e finalmente ecco comparire la tanto attesa
croce: maestosa si innalza nel punto più panoramico e, poco distante, trova
spazio anche un altare di pietra a ricordare come qui si coniughino
perfettamente il benessere fisico dato dal camminare a quello spirituale…
Terminate le foto di rito, ci accampiamo poco più in là per goderci il meritato
pranzo: qualcuno già pensa alla “merenda sinoira” che ci aspetta al pullman, ma
intanto già fin d’ora non ci facciam proprio mancare nulla! La siesta
post-pranzo viene interrotta dal richiamo degli AE che ricordano la necessità
di esercitarsi un po’ con la bussola… alcuni allievi rispondono prontamente al
comando, altri nicchiano un po’, ma alla fine si lascian convincere e in men
che non si dica eccoli alle prese con carta e bussola per scrutare le vette,
calcolare azimut, nominare le cime… sembra facile ma… forse è meglio lasciarci
guidare ancora dagli AE per un po’!!! Terminata la lezione siam pronti per il
rientro per buona parte del quale siam accompagnati da 3 splendide caprette
nere, che non ne voglion proprio sapere di staccarsi dal gruppo… chissà, forse
han saputo della merenda che ci attende al pullman!
La
discesa avviene senza intoppi, a parte il caldo che rende sempre più forte il
desiderio di una sorgente d’acqua… finalmente, all’arrivo, ecco la tanto attesa
fontana che in un attimo viene presa d’assalto! Non resta che liberarsi di
zaino e scarponi e… apparecchiare la tavola! Eh sì, perché dal pullman, ben
custoditi in borse frigo, ecco emergere ogni ben di Dio: formaggi, salumi,
torte salate e non, pizze, focacce, salatini, pavesini, crostate, fragole,
albicocche, ciliegie... per non parlare dei vini (d’ogni tipo e d’ogni colore!)
e dei digestivi! Povero autista… non può far altro che osservarci mentre noi ci
deliziamo il palato prima con il salato poi con il dolce, senza tralasciare
nessun assaggio… ovviamente solo per non offendere chi generosamente ha
portato! Alla fine del banchetto son ben pochi gli avanzi e, prima di risalire
sul pullman, non resta che salutare Pino ed Ornella ringraziandoli di cuore per
la bella escursione che ci hanno organizzato regalandoci davvero una piacevole
giornata!
La Maestra a Quadretti racconta...
Valle d’Aosta... sinonimo di gita escursionistica alternativa ai panorami già noti, di ritrovo con gli amici Pino e Ornella e... “comme d’habitude”... di gran buffet o ricca “merenda sinoira” (così mettiamo d’accordo i piemontesi “nostrani” e ci adeguiamo alla lingua autoctona della regione che ci ospita!)
Dal casello autostradale di Aosta i due amici valdostani, precedendo in auto il pullman, ci scortano fino al capoluogo Introd e, più precisamente, alla frazione Cré dove, in un panoramico parcheggio, ci prepariamo per iniziare la camminata.
La lettura del materiale informativo consegnatoci dagli accompagnatori ci istruisce sul fatto che Introd significa “entre-eaux”, ovvero “tra le acque” e che è conosciuto per essere stato un luogo particolarmente amato dai Pontefici. Qui hanno trascorso le loro vacanze, favoriti dalla quiete e dalla bellezza del luogo, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; all’indimenticabile figura del Papa polacco è anche dedicato un museo: la “Maison Museé Jean Paul II”.
L’afa e la prima calura decisamente estiva ci accompagnano fin da subito; qualcuno già si lagna, ma altri ricordano che è d’obbligo “sopportare e tacere” considerando che appena una domenica fa toccava far i conti con temperature quasi invernali.
Fitte abetaie ombrose e scalini in legname e pietra che agevolano la progressione addolcendo i settori di percorso più impegnativi, consentono una salita tranquilla ed appagante.
Sostiamo in prossimità di una struttura adibita a colonia estiva dove, all’interno del perimetro, Pino indica l’abitazione che è stata dimora estiva dei due pontefici. Quando già il vociare allegro dei ragazzi lì in vacanza va scemando, una seconda sosta è d’obbligo nei pressi del luogo scelto da Giovanni Paolo II per le sue merende, riflessioni meditative e preghiere: effettivamente l’amenità del luogo ci permette di comprendere bene tale predilezione.
Decisamente suggestivo il panorama che osserviamo dalla Croix de Bouque, nei pressi della quale si trova anche una statua dedicata al pontefice a cui la comunità locale ha voluto rendere omaggio.
Panorama di ampio respiro e cerchia di montagne di tutto rispetto con impagabile vista sul Monte Bianco e sul Rosa.
È d’obbligo ricordare che questa gita, di fatto, rappresenta un’esercitazione pratica per gli allievi iscritti al corso i quali vengono dunque invitati a prendere in mano bussole e cartine.
Non tutti si dimostrano subito disponibili ad abbandonare la “pennichella”, ma la capacità persuasiva di Maicol riporta anche gli allievi più svogliati ai loro doveri.
La discesa a valle viene allietata dalla compagnia di tre caprette, desiderose di seguire il gruppo e animate da una buona dose di testardaggine derivante probabilmente dalla speranza di ricevere qualche ricompensa. L’intervento tenace di Bartolo permette di farle desistere con il plauso di molti che già tremavano all’idea di vederle razziare il nostro tavolo da pic-nic imbandito a festa.
A conclusione di questa giornata, non resta dunque che indugiare proprio sulla tanto attesa “merenda”, definita come tale in modo alquanto improprio dal momento che si rivela una carrellata di delizie salate e dolci da lasciare tutti non solo “appagati” ma, come sempre, viste le “limitazioni non ammesse e non concesse”... anche “provati”.
Oltre alla scelta sempre gradita di formaggi e salumi, meritano una menzione d’onore il bollito con “bagnet vert” di Margherita e Clemente, le melanzane in pastella di Ivo (cuoco provetto!), un già di per sé memorabile pane alle noci offertoci da Pino e Ornella, arricchito con lardo di Arnad e miele locale, frittate varie e torte salate, deliziose crostate con marmellate fatte in casa alle quali, considerando la mia predilezione, ho fatto fatica a dire basta... (dopo la terza fetta!!!)
Giri ripetuti di “pusa café”, anche se il caffè non è mai salito, devono aver reso poco lucido il pensiero di chi si è rivolto all’autista insistendo perché ci facesse compagnia con un bel bicchierino.
Meno male che la professionalità dello “chauffeur” non ha vacillato nemmeno per un istante e... forse un po’ stupito per l’insolita proposta che sicuramente voleva essere sinonimo di cortesia, ha prontamente ribadito: “Inutile prendere un pullman se il conducente cede alle tentazioni!”
E così... siam tornati a dimora col cuore sicuramente più leggero, ma... cosa più importante... in tutta sicurezza!
Dal casello autostradale di Aosta i due amici valdostani, precedendo in auto il pullman, ci scortano fino al capoluogo Introd e, più precisamente, alla frazione Cré dove, in un panoramico parcheggio, ci prepariamo per iniziare la camminata.
La lettura del materiale informativo consegnatoci dagli accompagnatori ci istruisce sul fatto che Introd significa “entre-eaux”, ovvero “tra le acque” e che è conosciuto per essere stato un luogo particolarmente amato dai Pontefici. Qui hanno trascorso le loro vacanze, favoriti dalla quiete e dalla bellezza del luogo, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; all’indimenticabile figura del Papa polacco è anche dedicato un museo: la “Maison Museé Jean Paul II”.
L’afa e la prima calura decisamente estiva ci accompagnano fin da subito; qualcuno già si lagna, ma altri ricordano che è d’obbligo “sopportare e tacere” considerando che appena una domenica fa toccava far i conti con temperature quasi invernali.
Fitte abetaie ombrose e scalini in legname e pietra che agevolano la progressione addolcendo i settori di percorso più impegnativi, consentono una salita tranquilla ed appagante.
Sostiamo in prossimità di una struttura adibita a colonia estiva dove, all’interno del perimetro, Pino indica l’abitazione che è stata dimora estiva dei due pontefici. Quando già il vociare allegro dei ragazzi lì in vacanza va scemando, una seconda sosta è d’obbligo nei pressi del luogo scelto da Giovanni Paolo II per le sue merende, riflessioni meditative e preghiere: effettivamente l’amenità del luogo ci permette di comprendere bene tale predilezione.
Decisamente suggestivo il panorama che osserviamo dalla Croix de Bouque, nei pressi della quale si trova anche una statua dedicata al pontefice a cui la comunità locale ha voluto rendere omaggio.
Panorama di ampio respiro e cerchia di montagne di tutto rispetto con impagabile vista sul Monte Bianco e sul Rosa.
È d’obbligo ricordare che questa gita, di fatto, rappresenta un’esercitazione pratica per gli allievi iscritti al corso i quali vengono dunque invitati a prendere in mano bussole e cartine.
Non tutti si dimostrano subito disponibili ad abbandonare la “pennichella”, ma la capacità persuasiva di Maicol riporta anche gli allievi più svogliati ai loro doveri.
La discesa a valle viene allietata dalla compagnia di tre caprette, desiderose di seguire il gruppo e animate da una buona dose di testardaggine derivante probabilmente dalla speranza di ricevere qualche ricompensa. L’intervento tenace di Bartolo permette di farle desistere con il plauso di molti che già tremavano all’idea di vederle razziare il nostro tavolo da pic-nic imbandito a festa.
A conclusione di questa giornata, non resta dunque che indugiare proprio sulla tanto attesa “merenda”, definita come tale in modo alquanto improprio dal momento che si rivela una carrellata di delizie salate e dolci da lasciare tutti non solo “appagati” ma, come sempre, viste le “limitazioni non ammesse e non concesse”... anche “provati”.
Oltre alla scelta sempre gradita di formaggi e salumi, meritano una menzione d’onore il bollito con “bagnet vert” di Margherita e Clemente, le melanzane in pastella di Ivo (cuoco provetto!), un già di per sé memorabile pane alle noci offertoci da Pino e Ornella, arricchito con lardo di Arnad e miele locale, frittate varie e torte salate, deliziose crostate con marmellate fatte in casa alle quali, considerando la mia predilezione, ho fatto fatica a dire basta... (dopo la terza fetta!!!)
Giri ripetuti di “pusa café”, anche se il caffè non è mai salito, devono aver reso poco lucido il pensiero di chi si è rivolto all’autista insistendo perché ci facesse compagnia con un bel bicchierino.
Meno male che la professionalità dello “chauffeur” non ha vacillato nemmeno per un istante e... forse un po’ stupito per l’insolita proposta che sicuramente voleva essere sinonimo di cortesia, ha prontamente ribadito: “Inutile prendere un pullman se il conducente cede alle tentazioni!”
E così... siam tornati a dimora col cuore sicuramente più leggero, ma... cosa più importante... in tutta sicurezza!