lunedì 30 luglio 2012

Settimana Nazionale dell'Escursionismo


Carissimi amici..

Tra poco più di un mese prenderà il via la XIV edizione della Settimana Nazionale dell’Escursionismo, organizzata dal GR Emilia-Romagna - dall'8 al 16 settembre 2012...

per chi non ha ancora programmato le ferie, per chi vuole conoscere le montagne Emiliane e Romagnola, per chi interessato... in allegato il link con tutte le informazioni:


http://sne.caiemiliaromagna.org/index.php/component/sobi2/?sobi2Task=sobi2Details&catid=9&sobi2Id=329


Colgo l'occasione per augurare Buone Ferie e Buone Montagne a tutti!!!
Beppe

giovedì 26 luglio 2012

DOMENICA 29 LUGLIO

Domenica 29 luglio ci sarà la gita in Valle Varaita:
da Chianale si salirà al Col Longet, poi al Colle del
Lupo e si farà ritorno a Pontechianale dal Vallone di
Fiutrusa.

Dislivello in salita: mt 1250
Tempo di percorrenza: circa 8 ore

Ritrovo a Saluzzo - stazione dei treni  h. 06.00

Prenotazioni:
Forestello Marco 333 8390427
Gyorgy Monica 340 7261991

martedì 17 luglio 2012

GIRO DEI 7 COLLI - domenica 8 luglio 2012



La genesi dell’idea risale alla ormai remota domenica dell’11 settembre 2011, quando rimirando il grandioso panorama dalla cima del monte Scaletta, Bartolo ci aveva sommariamente mostrato parte del percorso di questa lunga gita che oggi, a distanza di quasi un anno, si è finalmente concretizzata.
Si trattava solo di trovare una domenica “libera” e la disponibilità da parte del capo-spedizione, ma... Bartolo ha immediatamente annuito rendendoci l’opera di convincimento una battaglia già vinta.
Idea strategica si è rivelata anche quella di andare a pernottare al rifugio Unerzio, per evitare una levataccia alle cinque del mattino, soprattutto ai prodighi autisti che generosamente ci permettono di “bivaccare” senza doverci preoccupare della strada.
Fedeli ai nostri propositi di salire a Pratorotondo esclusivamente per riposare e non per fare “bisboccia”, ci ritroviamo seduti in cucina a scambiare quattro chiacchiere sorseggiando una calda tisana che l’infaticabile Maria ci serve con mille premure.
Mentre già gli effetti benefici e rilassanti della tazza fumante cominciano a manifestarsi, un dubbio ci attanaglia: “Riusciremo a chiudere occhio considerando che i nostri vicini sono un nutrito gruppo di ragazzini scatenati in soggiorno montano?”
Meno male che anche per loro il momento della camomilla non si fa attendere e... spente le luci... la pace, il silenzio ed il buio regnano sovrani!
Alle sei e un quarto (come da programma dettagliato) la quiete viene “lacerata” dalla musica fragorosa del cellulare-sveglia di Lu!
Saltiamo giù dalle brande come in caserma, ci vestiamo, laviamo e.. come dice Bartolo... “ci restauriamo” e in un batter d’occhio siamo in cucina dove anche questa volta Maria ci ha battuti sul tempo ed ha già i fornelli accesi.
The, caffèllatte e tutto il buffet dolce offertoci dal nostro capo-gita risvegliano i sensi e le membra intorpidite, ma ci insinuano anche un innocuo e ed esile dubbio: “La colazione regalataci sarà il dolce contentino per tenerci buoni prima dell’odissea?” Mah...
Messo il nasino fuori dall’uscio scorgiamo la sagoma di Paolo che, pur di non perdersi questa attesa avventura, è partito al cantar del gallo da Carmagnola.
La squadra è ora al completo ed è pronta a  salire sulle autovetture in direzione di Prato Ciorliero con i suoi baraccamenti militari del secondo conflitto mondiale.
Zaino in spalla,  seguiamo il cartello indicatore che  ci guida verso il passo Escalon – passo Scaletta (percorso S10) e, salendo dolcemente tra i larici, ci portiamo in breve tempo ai margini dell’ampio pianoro. Continuiamo la marcia in una conca prevalentemente detritica e, con svariati tornanti, risaliamo il canale che porta al Passo dell'Escalon.           Festeggeremo ogni varco conquistato con una bella foto ricordo, tenendo bene in vista un numero... uno per ogni colle! Sul Passo dell’Escalon esibiamo dunque il numero Uno e... dopo gli scatti di rito... accartocciamo il foglio contrassegnato... poi... Via!... in marcia verso una nuova meta! Senza troppa fatica raggiungiamo anche il Passo della Scaletta per la foto numero Due. Sostiamo solo il tempo necessario per indossare un’adeguata protezione contro il vento gelido che comincia a soffiare in maniera insistente. Svoltando a sinistra, ci congiungiamo al sentiero Roberto Cavallero (tacche blu/rosse) attaccando in ripida salita il castello sommitale del Monte Scaletta. Raggiungiamo l’imbocco della buia galleria artificiale e con l’ausilio di una pila ne percorriamo l’interno (ad angolo retto), uscendo sul franoso lato opposto. Attraverso i resti di una trincea e con un ultimo strappo risaliamo in pochi minuti la china fino al raggiungimento della croce di vetta. Il momento è, come sempre, solenne e ci permette di poter discernere l’Oronaye, tutti i laghi Roburent, l’elegante Rocca la Meja e il sottostante vallone di Unerzio. Anche senza cartelli numerati, la conquista della vetta merita pur una foto di gruppo! Per la colazione di metà mattina scendiamo sul lato opposto della cima e ci sistemiamo nei pressi di una grossa ruota dentata in acciaio che sicuramente era servita da montacarichi per la costruzione dei bunker. Di qui in poi ci apprestiamo a percorrere il tratto più impegnativo dell’escursione, ma anche il più suggestivo e, per alcuni pezzi, dolomitico. Affrontiamo alcuni passaggi delicati attrezzati con catene, cercando di non lasciarci distrarre dalla maestosità del luogo: guglie, torrioni, strapiombi e salti rocciosi. Lo sguardo si perde tra gli scorci e le vedute ora della Valle Maira, ora della Valle Stura: due mirabili cartoline! Senza arrestare la marcia raggiungiamo anche il Passo Peroni, terzo anello di questa catena. Qui la foto numero Tre si abbina ad un rito irrinunciabile: un bel bicchiere di bionda Peroni! Qualcuno si lamenta che il gruppo è sguarnito di bionde, ma la schiuma traboccante fa presto dimenticare questa “carenza” e, come sostiene Gian, ci regala forza e vigore per raggiungere senza indugi prima il Colletto Vittorio (foto numero 4), poi il bivacco Due Valli, ubicato su un panoramico dosso erboso. Qui Bartolo ci informa che percorreremo la seconda metà del tracciato lungo un’ardita strada ex militare, per alcuni tratti, in parte franata. Anche se lo stomaco comincia a lanciare segnali allarmanti, fissiamo come punto di ristoro il Colle Oserot. Questo ci consentirà di lasciarci alle spalle le salite più malagevoli su pietraia e di godere appieno del momento del pranzo. La scelta si rivela senza dubbio azzeccata e, giunti al Colle un po’ spossati, chiediamo la collaborazione di un escursionista pervenuto prima di noi, per la foto numero Cinque. Il pasto conviviale, ma soprattutto i bicchieri di nettare d’uva di Mario e Bartolo che si svuotano celermente, restituiscono le energie dissipate giocando anche brutti scherzi...  Le nuvole che corrono sopra le nostre teste, modellate e sagomate dalla forza del vento, assumono forme differenti a seconda della fantasia di ognuno di noi. Intercettiamo ora draghi, ora uccelli, ora carrozze, ora cavallucci marini! Cavallucci “marini”??  Eppure Maurizio è stato, come sempre, rigorosamente astemio! Mah...                                
La discesa verso il Passo di Rocca Brancia per la foto numero Sei avviene rapidamente agevolata dal vento frizzante che non molla contribuendo però a mitigare la temperatura altrimenti rovente. Un lungo traversone ghiaioso percorso da decine di escursionisti (pare una processione!) e da valorosi biker intenti a spingere sui pedali, ci consente di pervenire senza indugi al Passo della Gardetta... l’ultimo dei sette transiti.                                                Ci mettiamo in posa per la foto numero Sette scegliendo come unico sfondo possibile l’ampio anfiteatro che si apre dietro di noi: l’altipiano della Gardetta col suo rifugio dietro ai quali troneggia la mole elegante di Rocca la Meja.                                                          Le sorprese non sono finite e lungo il ritorno a rotta di collo in direzione di Prato Ciorliero troviamo anche il tempo per una sosta nei pressi di uno dei numerosi bunker presenti in zona. Foto di gruppo sul tetto ed ispezione con pile frontali all’interno!
La giornata volge al termine, ma l’organigramma dettagliato predisposto prevede anche un sano, allegro e “sostanzioso” banchetto.
Apparecchiata la tavola davanti al nostro bel rifugio, la imbandiamo, come sempre, con ogni prelibatezza possibile ed affrontiamo... come qualcuno sentenzia... l’OTTAVO COLLE... il più impervio ed impegnativo!

Nota di fondo: tempo di percorrenza... otto ore e un quarto per circa diciassette chilometri di marcia.

La Maestra a Quadretti

venerdì 13 luglio 2012

RIFUGIO LAGO VERDE - 30.06 / 01.07.2012

SABATO 30/06/12

Eccoci arrivati alla fine di questo corso che sicuramente sarà anche l'inizio di nuove gite sui monti in compagnia di nuovi amici !!!
Come ultima uscita i nostri istruttori Angelo Bart e Beppe hanno scelto una valle a me sconosciuta (voglio precisare che non conosco solo la mia bella valle, la val Varaita, ma in questa non c'ero davvero mai stata!!!): la val Germanasca, destinazione rifugio Lago Verde.
Caronte è arrivato anche a Saluzzo e già alle 7 c'è anche lui (22°C), al solito nostro ritrovo per accogliere chi arriva dalle diverse vallate decisamente più fresche! Reclutati gli ultimi ritardatari si compattano le macchine e si parte finalmente per cercare un po' di frescura in quei della val Germanasca lasciando “nella piana” il traghettatore Dantesco.
Una breve pausa caffè per ritrovarsi con il resto del gruppo e poi eccoci a Giordano, frazione di Prali, dove lasciamo la macchina e dopo la distribuzione della cartina dell'escursione a chi giovedì non c'era (colgo l'occasione per dire a chi non c'era che si è perso una lezione molto interessante sulla meteorologia!!!) partiamo con in testa al gruppo Angelo e Beppe. Salendo l'esperto Angelo ci fa notare i residui del passaggio di una valanga di 2 anni fa: nei punti che non sono stati interessati da tale fenomeno naturale gli alberi si presentano piegati a causa dello spostamento d'aria. E' proprio vero ch non si finisce mai di imparare!!!
Continuando la ripida salita io Gian e Maria siamo davvero senza parole (che strano!!!Non è da noi!!!) nel vedere un ragazzino davanti a noi che tiene duro sul suo rampighino (piu' grosso di lui)... complimenti davvero alla sua gran tenacia, anche a mamma e papà che stanno davanti!
Lungo il sentiero noto un particolare che mi colpisce molto: più o meno ogni cento metri sugli alberi sono appese delle sagome dipinte che ci danno il benvenuto nelle varie lingue...mi piace l'ospitalità di questa valle!
Ma ecco che la fame si fa sentire, così a circa 200 mt. di dislivello dal rifugio decidiamo di fermarci e recuperare le energie consumate nella salita sorseggiando anche un po' di vinello e degustando il grana emiliano che ha portato la nostra mitica Dona...niente male! Dopo un piccolo riposino ripartiamo e dopo un po' la vista della bandiera ci annuncia che siamo giunti alla nostra meta.
Il sole è oscurato da un po' di nubi e un paesaggio meraviglioso si presenta ai nostri occhi con il lago ancora innevato e una brezza che fa dimenticare la calura dei giorni scorsi in pianura!
Il Rifugio è molto accogliente: le camere dove siamo sistemati sembrano dei piccoli chalet e i locali adibiti a bagni e doccia ci fanno dimenticare di essere a 2.583 mt.!!! Ci sistemiamo e poi ci dedichiamo a vari giochi di società, ma veniamo richiamati all'ordine per una esercitazione di soccorso. Ci infiliamo l'antivento e da bravi alunni usciamo per conoscere le manovre di sicurezza e per fare un imbrago con una corda (magari Beppe non troppo corta ;-) ) per riportare a monte la malcapitata Valeria (che merita un 10 e lode per l'interpretazione)!
Bene, dopo quest'ultima “faticaccia” non ci resta che sederci a tavola con i nostri “amis d'la piana” che ci hanno raggiunto verso sera e consumare un lauto e succulento pasto in compagnia di un buon vino e con una carrellata di dolci finale da far invidia a un ristorante 5 stelle!!!! Degni di nota anche la varietà nonché la qualità dei digestivi a cui nessuno di noi rinuncia!
I nostri A.E. ci ricordano che non tutti i rifugi sono di tal genere, questo è uno dei più belli e confortevoli che incontreremo nelle nostre gite e anche i gestori sono persone davvero squisite! Due passi al chiarore della luna che spunta dalle cime e si riflette su lago..spettacolare! Sveglia impostata per le ore 7 e buonanotte a tutti.... sperando nel bel tempo di domani!!!
Grazie di cuore a tutti!!!!!
L'allieva Varaitina

DOMENICA 01.07.12

Dopo una notte per alcuni serena e riposante, per altri un po’ più burrascosa per via del ventaccio da paura che sembrava dovesse scoperchiare il tetto del rifugio, ci ritroviamo puntuali alle 7,30 pronti per la classica colazione da rifugio: latte/tè, pane burro e marmellatina confezionata… e invece no! Una piacevole sorpresa ci attende. Fresche marmellate preparate in casa, cereali e biscottini, succo d’arancia… ce n’è davvero per tutti i gusti… altro che rifugio, sembra di essere in un hotel extra lusso!
Il buonumore si affaccia sui volti assonnati e presto siam pronti a ripartire ma… dove si va? Qualche dubbio sull’itinerario c’è, il tempo non promette bene… tira un’aria che ti porta via e ci son delle nubi che… forse è bene ricordare come a volte sia saggio rinunciare!
Rapido consulto tra gli AE e si prende la decisione: ci incammineremo come previsto verso il colletto ma, se il tempo non migliora, anziché proseguire verso la conca dei 13 laghi devieremo sul sentiero dell’andata per rientrare in fretta alle auto. Giusto il tempo per la foto di rito con i gestori del rifugio (cui va il nostro sentito grazie per la calorosa accoglienza e la disponibilità) e poi eccoci in marcia. La salita è subito un po’ impegnativa a causa del vento che non molla, anzi!
Ma eccoci in cresta… paradossalmente qua sembra tirare meno vento e restiamo un attimo a goderci il panorama (bellissimo!) prima di procedere verso il cocuzzolo su cui è posto il traliccio con campana utilizzata nell’ultima guerra per segnalare l’arrivo degli aerei e ora dedicata ai caduti della montagna… Fatta suonare la campana (come resistere alla tentazione?) riprendiamo il cammino, spronati dalle nuvole sempre più minacciose e infatti… ecco che inizia a piovere! In un attimo ci ricopriamo da testa a piedi con cappucci, k-way e mantelle quasi senza rallentare il cammino… ma il tempo oggi è davvero dispettoso e ci obbliga ad un continuo metti–togli (fa caldo, fa freddo, che barba, che noia!) premiandoci però anche con uno spettacolare arcobaleno, per molti il primo dell’anno!
Pian piano, di rododendro in rododendro, ridiscendiamo verso il laghetto incontrato all’andata e, siccome si è fatto mezzogiorno, non ci resta che fare tappa pranzo. Incomincia il solito rito di salami, formaggi vino… c’è persino LA TORTA custodita preziosamente da Francesca nello zaino…incredibile! Peccato solo che il tempo ricominci a fare i capricci riducendo la nostra siesta e spingendoci a rimetterci in marcia.
Ormai manca poco e procediamo abbastanza spediti verso il parcheggio dove, liberatici di zaini e scarponi, decidiamo di concederci ancora una sosta al bar per la merenda: sui volti si scorge un po’ di fatica (in fondo di passi se ne son fatti) ma anche il desiderio di ritornare da queste parti, non fosse altro per i famosi 13 laghi che ancora ci attendono… senza dimenticare che non siamo riusciti ad assaggiare tutte le marmellate e i dolci del rifugio!!
Eh sì, bisognerà proprio ritornare….
Ma-Ester