martedì 30 dicembre 2008

Rifugio Unerzio


La neve…

è ovatta… annulla i rumori, rende tutto più omogeneo, arrotonda gli spigoli delle rocce, cancella le oscurità con il suo manto bianco, tranquillizza le persone, le rende meno nervose, forse persino anestetizzate,… è un ottimo calmante…

queste le sensazioni che immagino ognuno di noi prova quando vede i fiocchi di neve cadere…

Queste le emozioni che abbiamo provato in questi due bei giorni al Rifugio Unerzio…

Avevamo in mente di passare una notte in bivacco, l’invernale del rifugio Vallanta sarebbe stato perfetto, un po’ per il numero di persone, un po’ perché leggermente riscaldato… ma vista la quantità di neve caduta in questo periodo abbiamo giudicato imprudente e pericoloso inoltrarci nel Vallone di Vallanta… il rifugio Unerzio invece era la nostra ottima alternativa…

Man mano che in auto percorriamo la Valle Maira… l’altezza della neve comincia cresce… le nostre informazioni davano 2.3m di neve caduta ad Acceglio… il pensiero è già a Pratorotondo, chissà quanta davanti al rifugio… posteggiamo l’auto a Chiavetta… ci attrezziamo a puntino… carichiamo i viveri e le bevande per due giorni… e racchette ai piedi ci incamminiamo per “el viol”, il sentiero che da Chiavetta porta a Pratorotondo… per fortuna la traccia è già stata fatta dagli amici scialpinisti diretti alle innumerevoli mete della valle…

Siamo belli carichi, ma la voglia di arrivare, il nostro amato rifugio, ci dà la carica per raggiungerlo in meno di 40 min.

Arriviamo di fronte al rifugio e restiamo incantati dalla neve… adesso che è già compatta, sui tetti supera il metro e mezzo… con le pale creiamo un accesso per scendere alla cucina… senza difficoltà invece raggiungiamo il dormitorio dato che la neve è al piano del balconcino…

Ognuno di noi si prodiga per i primi lavori… io accendo il putagè, Bartolo inizia a fare spazio davanti alla legnaia, gli altri sistemano gli zaini, i viveri e preparano i posti per dormire…

Il tempo vola è già l’una e mezza quando mettiamo l’acqua sul fuoco per la pasta, intanto restiamo tutti vicini vicini al putagà per godere del caldo…

Il freddo crea qualche difficoltà con le bombole del gas, sostituiamo quella vuota… preoccupandoci anche per i prossimo ospiti del rifugio… noi “uomini” un po’ per sfida un po’ per occupare il pomeriggio, decidiamo di andarla a cambiare trascinandola a mò di bob giù fino a Chiavetta … intanto le donne (Ieio compreso) restano al calduccio della stufa…

“el crinot”, così battezziamo la bombola, scivola giù rapidamente per la traccia, tanto che a volte bisogna correre per non essere travolti… in salita invece quella nuova si è dimostra ostile, cocciuta, non vuole saperne di salire…

Arriva l’ora di cena…

Lo chef “Mula” propone: risotto al vino rosso, salciccia flambè, formaggio, salami caserecci, il tutto innaffiato dall’ottimo “ciuciu” che esce come funghi dagli zaini…

La serata passa allegramente, le lacrime a conseguenza delle risate la fanno da padrone… scenette, smorfie, provini per chissà quale ruolo, proviamo a sconfiggere la timidezza che c’è in noi e per un attimo siamo tutti attori…

Ieio come sempre da  il meglio di sé, intrattiene la serata come primo attore, noi gli spettatori…

Sono le due e le palpebre pesanti ci trascinano a letto… domani dobbiamo essere brillanti… ci raggiungono Ago, Sara, Paola, Denis, Daniela, Romina per un’escursione con le racchette…

Sveglia alle otto, colazione in attesa dei nostri amici… Bartolo e Pedro i più mattinieri, tocca a loro il compito della colazione… noi pigroni invece scendiamo alle nove svegliati dal profumo del caffé…

Ecco che ad un tratto li vediamo spuntare da sotto gli alberi… un bicchier di tè fumante per i nuovi arrivati, intanto noi ci prepariamo per l’escursione…

Partiamo tutti con le racchette ai piedi alla volta di Prato Ciarliero, al ritorno ci aspetta una pastasciutta, salami, affettati, formaggio, panettone…

Lo chef “Mula” e il suo fido aiutante Pedro ritornano indietro a metà percorso per preparare il rancio…

Tutto pronto, in attesa del plotone, proviamo a scavare una truna davanti al rifugio… scaviamo e scaviamo ancora fino a quando troviamo l’erba del prato… ma a malapena riusciamo a vedere al di fuori del buco…

Sattete… ecco che io e Pedro sbuchiamo dalla truna prendendoli di sorpresa…

Sul tavolo solo più le briciole, abbiamo divorato tutto… intanto il tempo corre insieme alle risate e le chiacchiere… fuori ha ripreso a nevicare…

Rendiamo di nuovo accogliente il rifugio per gli amici che verranno a concludere l’anno… e ritorniamo alle auto…

Ancora una volta abbiamo trascorso un fine settimana in allegria… ci siamo già promessi di ritornarci per la Befana, in occasione della gita sociale proprio qui…

Ah perché no… VENITE ANCHE VOI!!!

venerdì 26 dicembre 2008

Dall'ESILIO


Miei cari amici, sono Ieio.

Uffa, uffa… riuffa!! Tutti vanno di qua e vanno di la… scrivono di qui e scrivono di li… sul “blogghe”(!) mentre io poveretto non scrivo mai niente... non vedo mai niente… fon faccio mai NIENTE !

Ho deciso! Devo avere una visibilità anch’io! Perciò, ecco la mia cronaca!

GITA A…. SERMIDE! (nove-dicembre 2008)

E’ una gita per pochi privilegiati… del resto non tutti possono essere sponsorizzati… dall’Alstom in crisi! E poi se anche fosse (!?) bisogna proprio MERITARSELO! Insomma c’è chi può e chi non può… io PUO!

Cosi all’inizio di novembre, me ne “sbatto” di tutti e salto agilmente (si fa per dire!) sul treno. Viaggio bellissimo… più di nove ore per fare 400 km con tre o quattro cambi di treno, sporcizia e ritardi compresi!

Benissimo, che felicità… ora sono finalmente da SOLO!

Solo nella bassa padana infestata dalle nebbie, dall’umidità, dai bancomat senza tastiere, da capannoni freddissimi e tristi, da gente strana che parla bulgaro…

Che bello, finalmente ho mandato af..fancul… i miei noiosi amici di montagna(!) ed anche le amiche… di montagna e non, ci faccio vedere io a loro… che te la fan solo “luccicare”, per giunta da lontano(!) ma da così lontano che per sentire l’odore bisognerebbe essere un cane da “trifula”!

Ora sì che dimostrerò a tutti il mio VALORE!

Primo impatto: bellissimo(!)… anzi buonissimo(!), col mio sorriso affascinante ho subito fatto breccia nel cuore materno della cuoca, anzi delle cuoche: sia quella del pranzo che quella della cena, così ora mi cucinano qualsiasi manicaretto… antipasti, primi, secondi e anche terzi (?!) perché sono in “gita” e non mi posso far mancare niente!

Intanto faccio le quotidiane uscite(!?) a “Punta Capannone”: si tratta di uno strano monte a dire il vero un po’ in piano, però… c’è la stessa nebbia che c’era sulla punta Roma o Venezia dove avevo tribulato a salire… qui se non altro arrivo sempre!

La compagnia non è male: a parte due o tre che parlano la mia lingua, con gli altri non si capisce un tubo… proprio uguale come quando ero all’Alstom a Savigliano coi marocchini e coi cinesi!

Solo il capo cordata ogni tanto mi sgrida per via delle mie scarpe anti-infortunistiche che secondo lui sono fuori norma! (vedi foto)

Quì vicino mi dicono che c’è anche un piccolo fiume chiamato Po (appunto Po = poco) … un giorno o l’altro voglio proprio andarlo a vedere sto “rigagnolo”, ma non c’è fretta tanto non sono capace a pescare…

Ma, miei cari amici di montagna, devo proprio confessarvi che qualche volta ho nostalgia di voi… anzi spesso vi sogno persino! (vedi foto)

Sogno Pedro che recupera i salami (…qui ho solo mortadelle!), Ago il mio “guru”, Bartolo e Monica da cui vorrei essere adottato, Beppe che guida felice(!) mentre io gli parlo nell’orecchio per ore, Davide che non è vero che ha perso i capelli per causa mia, Renzo e Mery che anche loro mi volevano adottare, e Carlo, Luigi, Flavio e… tutti !

E poi le mie donnetutte, tutte mi sorridono, tutte,tutte mi vogliono… ho capito: E’ DAVVERO UN SOGNO!!

Ciao, care teste di rapa (ma da che pulpito…!) miei amici di montagna, forse non tutto questo l’ho proprio scritto io… ma vi assicuro che è proprio tutto vero… e proprio tutto come avrei voluto scriverlo!

Un abbraccio dal semprevostro… mitico… IEIO !

(p.s. Sto pirla di Ago chissà dove è finito… volevo chiedergli se andava bene…)

 

domenica 21 dicembre 2008

Madonna del Colletto... 21-12-08


Oggi è una giornata splendida… dato che siamo allergici alle gite nei grandi magazzini… e visto che anche per i regali di Natale siamo a posto, abbiamo preferito fare una nuova escursione con le racchette…

Venerdì al taglio del panettone per gli auguri di Natale al Cai… propongo di fare un’escursione al santuario Madonna del Colletto, con partenza da Festiona…

un itinerario super sicuro visto la quantità di neve caduta la scorsa settimana e il vento di Foen che riscaldava …

Arriviamo alla borgata Brocci appena dopo Festiona già caffettati… l’itinerario oggi è tutto all’ombra, ma il vento di Foen riscalda gli animi e dopo i primi passi siamo già accaldati… Solo Luigi ed io conosciamo questa gita, fatta anni fa… i partecipanti sono un tantino delusi vedendo il versante opposto soleggiato, tanto che Simona vorrebbe essere teletrasportata al caldo sole…

Percorriamo la strada per tutto l’itinerario evitando di tagliare i tornanti… la neve è ben assestata, il gelo notturno l’ha già trasformata rendendola portante, forse anche con l’aiuto di un po’ di pioggia…

Svoltiamo l’ultimo tornante e già si intravede il santuario in pieno sole… sì, è in posizione soleggiata fino al pomeriggio… ognuno di noi cerca il posto comodo per godere del caldo sole e consumare il nostro pranzetto…

Per accedere all’atrio del santuario, dove abbiamo a disposizione i gradini e le panchine in pietra per sederci, dobbiamo “scendere” dalla neve, Bartolo si prodiga con la sonda da soccorso per misurare l’altezza della neve, ben 1.5m assestata…

Il sole piacevole e caldo ci accompagna durante il pranzo… rispunta il “ciuciu” portato da Bartolo… è un piacere pranzare con un bicchiere di vino rosso… sicuri che verrà smaltito durante la discesa…

Per ingannare il tempo cominciamo a giocare come bambini con la neve, impronte nella neve farinosa, battaglia a palle di neve, ecc… “che masnà”

intanto alle 14.00 il sole comincia a nascondersi dietro la montagna lasciando il posto all’ombra… è ora di scendere…

Riprendiamo la traccia per il rientro, ma ad un tratto vista la neve sicura, ci viene voglia di tagliare i tornanti nei punti accessibili… nei prati la neve sembra meringa, intatta, bella da vedere, il manto è scalfito solo dalle miriadi di impronte di animali, gli unici padroni del territorio, in certi punti la neve è già trasformata in lunghi cristalli, segno delle forti gelate notturne…

In meno di un’ora e mezza siamo di nuovo dalle macchine… il tempo per cambiarci dai vestiti sudati, raggiungiamo il bar della colazione per gustare qualcosa di caldo…

Ancora una volta soddisfatti per la bellissima giornata passata insieme, ma un pensiero va: alla carissima Manu, impegnata con le aperture natalizie del negozio; a Lu che questa mattina ha perso la dura battaglia con il letto caldo; a Sara, sempre super impegnata, a tutti gli altri amici che per un motivo o per l’altro non hanno goduto della bellissima giornata insieme a noi…

Aggiorniamo il programma dei prossimi incontri… un saluto e ognuno ritorna all’ovile… con il cuore e la mente pieni di emozioni e ricordi…

Mula

venerdì 19 dicembre 2008

AUGURI...



AugurandoVi un Buon Natale e un Felice Nuovo Anno... 
Vi lasciamo con una frase di "Dag Hammarskjold" (http://it.wikipedia.org/wiki/Dag_Hammarskjöld) su cui meditare...

"Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo è nostro"

Dipende da tutti Noi avere un Nuovo anno migliore...
Auguri...

Scuola Escursionismo Cai Monviso

domenica 14 dicembre 2008

Ciastrata sotto le stelle???

Sarebbe stata indimenticabile vista la luna di venerdì sera…

Invece ci siamo accontentati della neve che cadeva piano piano silenziosamente…

Ritrovo alle 16.00 in piazza della stazione dei treni di Saluzzo come di consueto e partenza alla volta di Crissolo…

Stasera siamo in tanti “44 gatti in fila per tre…”, forse attirati dalla voglia di provare l’ebbrezza della camminata notturna o forse dai profumi della cucina dell’albergo ristorante Monviso… che di lì a qualche ora andremo ad assaggiare…

Il nostro leggendario Luigi ci precede di mezz’ora in modo da visionare la percorribilità delle strade per arrivare, dopo la Frazione  Borgo di Crissolo, nei pressi del bivio che da un lato porta alla borgata Brech dall’altra alla borgata Bertolini…

Dopo un breve summit in Piazza a Crissolo per raggruppare le auto, proseguiamo fino al punto di partenza dell’escursione…

Il buio ha già preso il posto alla luce del giorno… si sente solo il vociare delle persone impegnate nella vestizione… Bartolo distribuisce, io mi prodigo per aiutare i meno esperti nell’indossare l’Arva…

 

Solito cancelletto di partenza per verifica Arva, Luigi capo fila inizia a tracciare  il percorso sulla neve immacolata…

Ci inoltriamo nel fitto bosco zizagando tra gli alberi, percorriamo una carrareccia che conduce ad una baita più in su…

Le luci delle frontali si intravedono appena nell’oscurità della sera, la neve che cade fine e costante non migliora a visibilità… intanto gli alberi diventano sempre più radi e il paesaggio diventa piatto per assenza di riferimenti visibili.

Dopo una decina di minuti  accaldati dalla salita ci svestiamo di una pelle, invito gli amici a provare a spegnere le luci… in un attimo veniamo travolti dal buio e dal silenzio, si sente appena il rumore dei fiocchi che cadono sul manto nevoso…

Proviamo a proseguire al buio… dopo Pero tocca a me il compito di condurre… gli occhi si abituano all’oscurità e così che vediamo le forme un po’ inquietanti degli ultimi alberi e di qualche masso affiorante… riesco a vedere tutte le ombre scure degli amici che dietro di me disegnano una linea sinuosa tra la neve…

Anche se siamo qua per divertimento, qualche immagine triste attraversa la mia mente… immagini di lunghe file di soldati nella ritirata di Russia, che nella neve e nella morsa del gelo scappano da una tragica fine…

 

Il buio, il rumore cadenzato delle ciastre, i fiocchi di neve che colpiscono il viso, il respiro affaticato, trasmettono una sensazione piacevole… siamo in tanti, ma è come se fossi da solo, solo con me stesso, l’istinto mi guida nell’oscurità, mi indica la via da percorrere, riesco a scorgere tutte le forme del manto nevoso, la salita diventa quasi una sfida con me stesso… emozione bellissima…

Ad un tratto ritorno alla realtà della serata quando la voce di Bartolo mi ricorda che siamo al giro di boa… dobbiamo ritornare sui nostri passo per raggiungere il caldo del ristorante… un sorso di tè caldo è cosa gradita da molti amici…

E’ ora di tornare indietro!!!

Tocca a Bartolo questa volta condurre il groppone in discesa… la voglia di scappare dalla traccia di salita, per sfogare  il nostro senso di libertà, di segnare una propria traccia… raccomandiamo però a tutti la necessaria prudenza aggravata dal buio…

Raggiungiamo le macchine verso le otto… raccogliamo gli “attrezzi del mestiere”, cambiamo gli indumenti sudati con altri puliti e profumati e ritorniamo in piazza a Crissolo… la neve continua a cadere incessante, a volte sembra aumentare di intensità… Nel frattempo ci hanno raggiunto i nostri cari amici che per vari motivi si aggregano solo per cena…

al bancone del bar l’aperitivo apre i festeggiamenti… velocemente prendiamo posto ai tavoli, i profumi, e il borbottio delle nostre pance la fanno da padrone…

si aprono le danze con un ricco piatto di antipasti, seguirà un risotto ai funghi speciale e come secondo polenta alla piastra con cinghiale e salciccia… tris di dolci, caffé…

il pusa cafè è offerto dalla nostra mitica Eliana “madama cavagnin” la nostra esperta in fiori e essenze per i deliziosi liquori preparati dalle sue sapienti mani…

Come di consueto c’è la premiazione delle foto più belle dell’anno… questa volta il vincitore è il nostro Ieio… che ci ha raggiunto dall’esilio forzato in quel di Sermide, carina cittadina in provincia di Mantova…

Le note della chitarra di Ago e le nostre “voci bianche” allietano la serata fino a quando, visto l’ora tarda, dobbiamo ritornare all’ovile…

L’ultima tappa a Saluzzo per i saluti… con un po’ di dispiacere per il tempo che vola… e le belle serate che fuggono via…

Ma già stiamo programmando il futuro prossimo.. con la voglia  di stare insieme di fare gruppo, per vivere!!!

Mula

 

 

 

lunedì 8 dicembre 2008

Monte Crocetta – Castelmagno – 8-12-08


Oggi abbiamo deciso di visitare la Valle Grana… la meta: Monte Crocetta…

Ritrovo al filatoio di Caraglio, colazione al solito bar in piazza… un cappuccino un cornetto e via… destinazione Santuario di Castelmagno… arriviamo in poco più di mezzora… calziamo velocemente gli scarponi e le ciastre, indossiamo l’arva… e siamo pronti per l’escursione… a me il consueto compito di cancelletto per verifica Arva… Bartolo il capo fila, seguito subito dal gruppetto…

Saliamo il pendio assolato e ci lasciamo alle spalle il Santuario… passiamo vicino alla madonnina che veglia su di esso e proseguiamo sulla carrareccia che porta alle Grange Nollo e Sibolet… al secondo tornante pieghiamo a destra e percorriamo l’ampio versante sud… Oggi siamo fortunati.. la via per il monte crocetta è già stata tracciata da ciastristi forse ieri… non ci resta che ripercorrerla sempre con un occhio di riguardo alla sicurezza…

In un oretta arriviamo a metà strada dove il vallone spiana leggermente e sulla destra presenta un cenno di collinetta tondeggiante con qualche pietrone… la veduta sulla pianura è spettacolare, ancora tutta bianca con in fondo le colline delle langhe… un sorso di tè caldo, una barretta… un po’ d’acqua visto il sole cocente.. siamo già tutti in maniche corte e gli occhiali sono indispensabili per la neve accecante

Riprendiamo la salita, il vento nei giorni scorsi ha lavorato parecchio la neve… si passa in un attimo dalla farina alla neve ventata e dura all’erba… la neve scolpita dai granelli di ghiaccio trasportati dal vento sembra un’opera d’arte… assomiglia ad un insieme di fogli di carta bianca deposti uno sull’altro… ogni tanto vediamo qualche impronta di mustelide, non riusciamo però ad individuare con esattezza l’animale… Ancora qualche passo e sbuchiamo sulla cresta tondeggiante…sulla nostra sinistra la cresta Chiot che con il suo profilo raggiunge la cima del Monte Tibert, a destra invece si intravede la croce e piloncino in pietra del Monte Crocetta… in breve siamo già piazzati attorno alla croce per la foto di rito… Sono le undici e mezza passate e le pance borbottano… ognuno cerca il posto migliore al riparo dal vento e in pieno sole per pranzare… il panorama della pianura ci lascia senza fiato… l’aria limpida ci permette di vedere tutta la pianura cuneese… Restiamo a goderci il caldo sole e le chiacchiere fino all’una e mezza, quando riprendiamo la strada del ritorno… faremo un ampio giro ad anello per ricongiungere il sentiero di salita nei pressi dei tornanti della carrareccia… il Santuario alle tre del pomeriggio è già in ombra… resta li solitario a vegliare la valle fino a primavera quando la neve lascerà il posto ai fiori nei prati circostanti…

Anche oggi concludiamo un’altra bellissima giornata… con un pensiero però ai quattro scialpinisti deceduti ieri sotto una slavina in Val Pellice… non li conoscevamo di persona, chissà però che nelle escursioni non ci siamo salutati qualche volta, magari due parole…in montagna siamo tutti amici…

Un pensiero va anche alle loro famiglie… travolte dal dolore…

Lasciamo al vento i nostri pensieri e le nostre preghiere…

Mula

lunedì 1 dicembre 2008

IL BOSCO INCANTATO... DOMENICA 30-11-08


C'è un bosco in Valle Varaita, bellissimo, secolare, il più grande bosco di pini cembri dell'arco alpino... a pochi passi da noi... che in certi periodi dell'anno si veste di un fascino particolare. Quando le abbondanti nevicate cadono come zucchero a velo sui pini cembri, diventa incantato...
Viste le previsioni del fine settimana, decidiamo di fare un'escursione con le ciastre nel Bosco dell' Alevè, fino a rifugio Bagnur, dove i gestori ci attendevano con una deliziosa polenta...
Percorrendo in auto la strada che sale su in Valle Varaita l'ambiente è già da favola, la nevicata della notte non è stata ancora rovinata dai primi raggi del sole, gli alberi, i tetti delle case, i prati circostanti, sono coperti da un candido manto nevoso...
Parcheggiamo a borgata Castello nel piazzale antistante la diga, ci prepariamo per benino, scarponi, guanti, berretto, arva, pala e sonda...e via! verso l'attacco del sentiero che porta al Rifugio Bagnur (
http://www.rifugiobagnour.it/)... Calzate le ciastre, mi posiziono a mo di cancelletto per verificare il funzionamento degli arva (importantissimo per la nostra sicurezza)... Pedro il primo della fila, tocca a lui a battere la pista... gli altri dietro. Saliamo su percorrendo il sentiero estivo, qualche foto qua e là, cerchiamo di non toccare i rami dei pini evitando così di essere inondati dalla neve farinosa...
Arriviamo presso le grange Grangetta, breve pausa per un tè caldo e riprendiamo il sentiero alternandoci a tracciare il percorso...
Nella salita incontriamo una miriade di impronte... riusciamo a riconoscerne alcune, altre invece... mmmm, chissà che non siamo quelle dei folletti del bosco!!!
Poco più in là il bosco si apre e appare la spianata con al centro il lago Bagnour e l'omonimo rifugio situato sulla sponda... un saluto a Livio (il gestore) intento a spalare la neve dal terrazzo il quale ci invita al caldo tepore del caminetto...
In attesa di metterci a tavola, il vociare e le risate riempiono il locale, l'aperitivo con pastis ci prepara al sontuoso pranzetto...
Tutti a tavola!!! oggi la cuoca propone, tris di antipasti, polenta concia, polenta con salsiccia e patate, e dolce...
Tra le chiacchiere più o meno serie e l'ottima cucina, il tempo vola così che a malincuore ci tocca riprendere la strada del ritorno... il sole si è velato un pò e il freddo si fa dinuovo sentire... Allungando un pò il percorso di ritorno decidiamo di passare vicino al Lago secco... Bartolo è l'apripista e in breve arriviamo nei pressi del lago... anche qui si vede una bellissima distesa di neve vergine, è persin un peccato rovinarla con il nostro passaggio... qualche scatto fotografico e ci inoltriamo dinuovo nel bosco fatato, qualche tacca rossa ed ogni tanto un segnale con su scritta la direzione ci riporta alle grange Grangetta... di li in breve ritorniamo alla strada... Concludiamo la bellissima giornata con qualcosa di caldo alla "Porta di Valle" (
http://www.segnavia.piemonte.it/) il di riferimento per le informazioni turistiche della Valle Varaita...
Tra i miei pensieri di oggi, mi balza alla memoria il film "In to the Wild", il paesaggio innevato ricorda molto le lande percorse dal ragazzo solitario in ricerca della felicità... ma un flash mi porta al libro da cui hanno tratto il file, una frase che mi ha colpito è quella che ha scitto poco tempo prima di morire su uno dei libri che era solito leggere "Happiness is real only when shared": la felicità è autentica solo se condivisa.
Oggi Bartolo, Elena, Giusy, Ieio, Luigi, Manuela, Monica, Piero, Rinuccia, Simona ed io ritorniamo a casa felicissimi per la bellissima giornata, sono certo però che non sarebbe stato così bello se a percorrere quei sentieri fossimo stati SOLI...

Escursione sotto le stelle...


domenica 23 novembre 2008

COLLE DELLA GIANNA - 23.11.08




La prima neve, la voglia di calpestarla, odorare il suo profumo, il desiderio di iniziare la stagione invernale…


Finita quella estiva e dopo un po’ di riposo decidiamo di andare a fare un’escursione con le ciastre… Lu è preoccupatissima, oggi è il battesimo delle ciastre, mai provate… e delle escursioni invernali…


Cosa indosso per l’escursione? Doppio, triplo strato di indumenti? Farà freddo? Come si cammina con le ciastre? A paperella? E se inciampo? Queste le domande che frullano nella sua mente… ma noi premurosi siamo lì a consigliarla e darle sostegno...


La nostra partenza di oggi è il Pian Regina in Valle Po, la meta definitiva, decideremo là…


Venerdì in sede eravamo indecisi… fino al Pian del Re? fino al Lago Chiaretto? Mah,


Colazione “da Natale” a Paesana e poi via, fino al Pian Regina con la macchina… appena arrivati il parcheggio è ancora in ombra… la temperatura esterna e -6°C…


Brrrr che freddo… quasi quasi restiamo ancora un po’ al calduccio in macchina…


Luigi (che la sa lunga) ci invita a fare in fretta a calzare gli scarponi, così da non raffreddarci… uno sguardo alla conca del Pian Regina… , breve consultazione tra Bartolo, Luigi, io… e visto l’aria gelida, decidiamo di andare al sole verso il Colle della Gianna senza ciastre…


Il caldo della scorsa settimana e il ventaccio degli due giorni fa, hanno decimato la neve, tanto che la prima la troviamo oltre la strada che porta al Pian del Re…


Il sentiero sul pendio ripido ci fa scaldare subito e appena arriviamo in pieno sole ci togliamo il primo strato di indumenti…


La neve e durissima non ci fa sprofondare, nei punti dove è stata compattata dal vento è difficile da scalfire con la punta degli scarponi… a metà percorso in un attimo di pausa vediamo quattro camosci anche loro intenti a salire il versante soleggiato… ma l’emozione più grande la proviamo quando a poche decine di metri scappa, spaventata dalla nostra insolita presenza, una bellissima lepre che con il suo candido manto si mimetizza bene con il colore della neve…


Dopo quasi tre ore di salita arriviamo al Colle della Gianna, foto di rito, un po’ di pausa, il tempo necessario per osservare il Re di pietra e tutte le punte circostanti imbiancate… ognuno di noi ammirando questo spettacolare panorama si concede qualche personale istante per i propri pensieri, ricordi, emozioni…


Scendiamo alla ricerca di un posto assolato e al riparo dal vento del nord… consumiamo il frugale pranzo e ci incamminiamo sulla strada del ritorno già pensando al tepore della “Baita della Polenta” al Pian Regina…


Le bevande fumanti ci riportano alla realtà…


Le immagini della lepre, dei camosci, del Monviso, delle risate, dei volti sorridenti degli “AMICI” scorrono veloci nella mia mente… indimenticabili…


Bartolo, Davide, Giusy, Lu, Luigi, Mario, Manuela, Monica, Simona, io (Beppe)

Iniziative culturali - Cai Alba

venerdì 7 novembre 2008

Rubrica storica:“AHH… M’ARCORD!” n.5 - (L’abitudine di commentare le gite viene da lontano… By Ago)

Dal 6° Corso di Escursionismo, 3ª uscita, M.te Tibert (2647), 27 maggio 2001
Alle 9,00 iniziamo l'escursione che, partendo da Castelmagno a quota 1761, ci poterà in vetta al monte Tibert. Il tempo è splendido, ci dividiamo in due gruppi ed iniziamo la salita lasciandoci alle spalle il famoso santuario. Durante l'uscita ci proponiamo di approfondite la conoscenza della flora montana, e di esercitarci con l'orientamento utilizzando bussola e cartina.
Dopo un'ora di cammino ci fermiamo nei pressi di una baita, noi subito approfittiamo per rinfrancarci con un gustoso spuntino, intanto Eliana ci racconta delle fatiche con cui la flora riesce a colonizzare anche queste anguste terre. Una particolare citazione va alla "Saxifraga Florulenta"che fiorisce e quindi muore una sola volta ogni trent'anni(!)… tempi così lunghi sono veramente troppo anche per gente paziente come noi amanti della montagna!
Giunti in prossimità del colle Sibolet (2532 ), svoltiamo a destra e proseguiamo verso la cima che raggiungiamo felicemente poco dopo le 12,00.
Per maggiormente evidenziare agli allievi le difficoltà che si possono incontrare in una prima uscita stagionale (n.b. dopo li «letargo» invernale!), il sottoscritto si esibisce in un esemplare attacco di crampi, subito risolto dall'intervento del Dr. Crotto e dagli infusi di Pier Bartolo… in pratica massaggi e saccarosio a volontà!
In cima si pranza; quindi allievi ed istruttori si cimentano in una esercitazione pratica di orientamento con cartina, bussola e altimetro. Intanto uno sparuto gruppetto defilato su uno spuntone roccioso, ispirandosi dalla nostra più antica tradizione canora che è gioiosamente incarnata dal mitico Agostino Gazzera , si cimenta in un mini-coro di montagna per il piacere (forse?!) di tutti i compagni di gita… tant'è che parecchi si addormentano e, di conseguenza, si ustionano orribilmente al sole!
Se salire in montagna non è uno scherzo(!) anche scendere non è banale se, come noi, in discesa si prende la direttrice più ripida ed in poco più di un'ora si divora la cospicua quota (oltre 800 m!) guadagnata faticosamente il mattino.
Il tempo è sempre splendido, il gruppo ormai «rosso rubino» ritorna allegramente alla base non prima di una pausa ristoratrice al bar, per reintegrare i tanti liquidi persi in questa luccicante giornata!
…dedicata al nostro caro “Gustin”Gazzera…
- CORO "IN" MONTAGNA -
Cos'è, che si sente sù in montagna?!
Chi è… che quassù si lagna?!
Sarà, ma non era mai successo,
di cantar appollaiati sopra un sasso.
Lo so che noi non siamo specialisti
e non vogliam cantar canzoni tristi
ma certo non ci si poteva rifiutare
se era l'Agostino(Gazzera) a farci cantare!
Di noi, Lui è la lunga memoria
sempre ti sa raccontare 'na storia
che ti porta in altri luoghi e tempi
certo più duri, forse più sorridenti...
E' l'allegria che non gli manca mai
che ti contagia anche se non sai
se è per il fascino del suo bel barbone
o perché, improvviso(!), in mano ha un “pintone"!

martedì 28 ottobre 2008

Alì Babà e i 40 ladroni alla conquista del forte di Fenestrelle...


Ritrovo al bar a Villar Perosa per la colazione e per raggruppare i 40 ladroni... il gruppo di Saluzzo è già lì sul posto da alcuni minuti, quando arriviamo noi di Carmagnola. Alì Babà (Carlo) è sulla porta del bar ad attenderci con ansia, forse preoccupato per l’impresa che andremo a compiere... La visita al Forte di Fenestrelle è a chiusura delle gite ufficiali in calendario per quest’anno. http://www.fortedifenestrelle.com/Default.asp

Ripartiamo con i nostri “cavalli” e un quarto d’ora dopo siamo al parcheggio del Forte.

Indossati gli abiti da combattimento ci presentiamo alla biglietteria per ritirare il biglietto per la visita...

In attesa della guida abbiamo il tempo di guardarci intorno, scattare le prime foto sulla piazza d’armi...

Ecco che la nostra guida con le presentazioni inizia a raccontare la storia del Forte, nato intorno a 1700 per volere del Re sole a difesa dell’allora confine Italia Francia…

Il palazzo del Governatore, Il padiglione degli ufficiali, il piazzale antistante, la chiesa sconsacrata nell’800 per adibirla a deposito armi, si affacciano sulla piazza d’armi... i tre quartieri militari appoggiati sul pendio, le ridotte in fondo a tagliare l’unica strada di accesso alla valle... la strada reale che conduce al piazzale, ormai ricoperta da un soffice manto erboso a mò di prato inglese; questi i primi edifici che possiamo ammirare nella loro maestosità…

Beppe, la guida, pronuncia la parola magica “apriti sesamo” e abbiamo accesso alla strada reale che con i suoi tre km di lunghezza arriva fino alla sommità del forte denominato Forte delle Valli…

Visitiamo la polveriera, i risalti adibiti a casematte, scopriamo man mano le caratteristiche, i segreti. L’intelligenza dell’uomo nel costruire l’immensa opera… farebbe invidia a molti ingegneri di oggi…

Calpestiamo i primi dei 4000 scalini della scalinata coperta che porta fino alla sommità… utilissima in condizioni di brutto tempo, ma soprattutto in inverno, le testimonianze raccontano delle abbondanti nevicate, fino a 4-5 m di neve in una notte… agevolava le comunicazioni tra i vari settori del forte…

Impressionante la cura nella costruzione e nei dettagli utili per il buon funzionamento del forte… ogni cosa viene pensata a realizzata con un preciso scopo, quello di rendere efficace e inespugnabile questa fortezza…

L’acqua è una risorsa fondamentale, una fitta rete di canalizzazioni raccoglieva l’acqua piovana in apposite cisterne con funzione di riserva, ogni blocco era indipendente e fornito di acqua in tutti i piani abitabili degli edifici. Neanche i palazzi signorili della Torino bene di quel tempo avevano l’acqua ai piani alti.

Sbuchiamo all’esterno visto la bellissima giornata e percorriamo la scala reale, realizzata per le visite e dei signori del tempo, i muli provvedevano a trasportarli comodamente nelle visite ufficiali.

Alla fine dei 2500 scalini arriviamo al forte tre denti per l’ora di pranzo… Dai racconti di Beppe scopriamo che il forte in un mese consumava ben 900 botti di vino… anche noi non possiamo fare a meno del buon bicchiere di vino e dal delizioso salame di Pedro…

Proseguiamo la nostra salita verso la il punto più alto, arriviamo al Forte delle Valli… ci soffermiamo alla cisterna inferiore capace di ben 270000 litri di acqua, visitiamo le cucine attrezzate di due forni a cupola… locali adibiti a dispensa, la cucina in muratura per ospitare la marmitta, il soffitto soppalcato per ospitare la legna ad asciugare e tutte le riserve per rendere indipendente il forte. Beppe ci fa notare due pozzi che pescavano l’acqua da due falde diverse. In questo modo avevano maggior possibilità in caso di inquinamento dell’acqua. I loggioni dell’edificio degli ufficiali e un’opera d’arte, i modiglioni in granito scolpiti a mano dagli scalpellini di artisti della pietra; i caminetti in ogni singola stanza collegati tra di loro con un’unica canna fumaria che si stringeva passando da un piano al suo superiore per ottimizzare il caldo.

Arriviamo alla sommità dove l’unica via di comunicazione con l’esterno è il ponte rosso minato alla base del pilastro centrale e pronto a brillare in caso di attacco…

La cosa sconcertante è che in quest’imponente fortezza non è mai stato sparato un colpo, insomma non verrà mai utilizzata per lo scopo a cui era stata ideata…

La costruzione ha impiegato ben 4500 persone per 60 anni consecutivi… dalla prima pietra posata fino all’ultima passeranno invece 122 anni…

La cosa triste è che dalla fine della seconda guerra mondiale, da quando il forte è praticamente abbandonato è stato depredato di qualsiasi cosa potesse essere utile… facendolo così impoverire delle sue ricchezze architettoniche…

È una opera spettacolare che è stata “adottata” da un’associazione onlus che pazientemente la sta restaurando e riportando agli splendori di un tempo, con le risorse economiche che riceve dai vari enti, ma soprattutto dalle 50000 persone che ogni anno si recano per visitarla…

Un invito a tutti a dedicare una domenica ad essa per arricchire la propria cultura, la memoria storica… lontano dai centri commerciali che non fanno altro che appiattire e rendere monotona la nostra vita.

Ancora una volta il nostro Alì babà è stato grande… ha condotto i 40 ladroni in un finale di stagione da ricordare e portare nei nostri cuori per la bella gita, per la bella gente con cui abbiamo condiviso le emozioni, per la bella giornata…

Mula (uno dei ladroni)…

http://picasaweb.google.com/escursionismocaimonviso/FORTEDIFENESTRELLE261008

venerdì 24 ottobre 2008

Manifestazioni dei nostri AMICI ALPINI


In occasione del 90° anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale e della morte del sottotenente alpino Giovanni B. Osella, il gruppo ANA di Carmagnola propone un ricco calendario di manifestazioni...

La sottosezione del CAI "Monviso" di Carmagnola, collabora all'organizzazione della serata di venerdì 7 novembre, dove l'autore Marco Boglione, presenterà il libro "LE STRADE DEI CANNONI, FORTIFICAZIONI DEL VALLO ALPINO OCCIDENTALE",

Ore 21.00 presso la sede ANA in Via Quintino Sella, 52 a Carmagnola...

NON MANCATE!!!

mercoledì 15 ottobre 2008

Monte Cristalliera – Domenica 12 ottobre…


Cristalliera… mmmm?!?!?!?!?!

Il nome al primo impatto mi fa pensare a qualcosa di delicato… invece dopo una breve consultazione al sito del rifugio situato nelle vicinanze www.rifugioselleries.it, leggo che il toponimo Cristalliera deriva dai cristalli incastonati nel serpentino, pietra di cui è formata questa piramide regolare…

Si percorre la strada della Val Chisone fino alla Frazione Debot, si svolta a destra, la strada serpeggia su per il versante della montagna. Passiamo presso il “sanatorio Agnelli” due splendidi edifici voluti dal senatore Giovanni Agnelli nel 1926, strutture adibite al ricovero dei malati di tubercolosi…  ora invece ad albergo…

La strada prosegue per il colle delle finestre, si passa nel bosco di larici, in questo periodo assume una colorazione che va dal verde intenso al giallo-arancione. Bellissimo poter passeggiare per il bosco, godendo del silenzio, dei profumi autunnali e dei panorami da cartolina…

Lasciamo l’asfalto e percorriamo la strada tortuosa, a volte brutta e di difficile percorrenza per le auto, causa la quasi assenza di manutenzione…

Dopo alcuni chilometri ecco che arriviamo nella conca dove è situato il rifugio… lasciamo le auto e ci incamminiamo sul sentiero che ci porterà alla meta…

In breve passiamo vicino al lago Laus, uno specchio d’acqua situato a mezz’ora di cammino dal rifugio… l’acqua, l’ambiente, il panorama, creano in noi pace e serenità… verrebbe voglia di stare lì ad assaporarne a pieno queste sensazioni, ma dobbiamo proseguire per la Cristalliera che si presenta davanti a noi imponente. Gustin mi racconta che è una montagna famosa… sulle sue pareti sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo piemontese; diverse vie di arrampicata disegnate da persone di spessore come Giancarlo Grassi, famoso soprattutto per le cascate di ghiaccio… Gian Piero Motti, Danilo Galante solo per citarne alcuni… http://www.rifugioselleries.it/Cristalliera.htm

Breve sosta al lago “La Manica” per colazione… il sole caldo è piacevole… con poco entusiasmo ricominciamo la salita al colle superiore di Malanotte… la Cristalliera crea un’ombra fredda sul nostro cammino, il vento che soffia sul colle non migliora la situazione… Gustin ed io raggiungiamo sul colle il resto del gruppo che si era staccato di alcuni minuti.

Ripartiamo alla volta della punta… si intravede la croce con la bandiera frustata dal vento… il versante nord è macchiato di neve… man mano che ci avviciniamo alla punta, la coltre bianca diventa uniforme… sul sentiero il calpestio degli scarponi che ci hanno preceduto creano una patina insidiosa… Eccoci!!! La vetta, la croce, la bandiera… restiamo una decina di minuti a godere del paesaggio… le solite foto ricordo… qualche bel pensiero lasciato al vento sperando che lo porti a destinazione… Discesa!!! Luigi il nostro capogita sceglie con saggezza la via migliore in mezzo allo sfasciume… l’attenzione è massima… il silenzio è solo interrotto dal vento che sibila tra le rocce… dopo una cinquantina di metri di discesa scorgiamo l’infaticabile Gustin che sta salendo pian piano la montagna… si era attardato sul colle, mi aveva detto che quasi quasi sarebbe rimasto li ad aspettarci… ma il richiamo alla montagna, la grande forza di volontà al cospetto dei suoi 81 anni lo hanno portato fino in punta…

Decido di aspettarlo, mentre gli altri conquistano i posti migliori al colle per pranzare…

E’ emozionante vedere il brillare dei suoi occhi quando sfiora la croce con la mano… chissà quali i suoi pensieri… mi ringrazia con una stretta di mano… poi perché!!! Iniziamo la discesa dopo le foto… raggiungiamo con estrema cautela gli altri… ci fermiamo giusto il tempo per un boccone… invito anche Gustin a mangiare qualcosa… il quale mi dice… “no grazie, l’ho già mangià na caramela marcu”

Uno sguardo all’orologio e giù verso il rifugio… il sole basso sul profilo dell’Orsiera non ha più la forza di riscaldare… raggiungiamo le macchine… via gli scarponi e gli indumenti sudati…

Una meritata sosta al rifugio… accogliente come i gestori…

Cioccolata, birra e cappuccino ci riscaldano a conclusione di un’altra bella avventura…

Qualunque sia la meta è indifferente quando la compagnia è quella giusta… ma luoghi meravigliosi come questo non fanno che arricchirci di gioia per aver trascorso un’altra giornata indimenticabile…

Beppe

lunedì 13 ottobre 2008

Forte di Fenestrelle - Domenica 26 ottobre

Il finale di stagione è stato riservato ad una escursione che unisce alla camminata la visita di uno dei più affascinanti monumenti del Piemonte, monumento simbolo della provincia di Torino e definito anche “la muraglia cinese piemontese”: il forte di Fenestrelle: è infatti la più grande struttura fortificata d’Europa, e la più estesa costruzione in muratura appunto dopo la Grande Muraglia cinese.. Coprendo un dislivello di circa 700 metri, si visiteranno i vari forti e gli edifici per le truppe di cui si compone e la famosa scala coperta di 4.000 gradini per arrivare al Forte delle Valli a quota 1780, per  rientrare sulla vicina “strada dei cannoni”. Pranzo al sacco e viaggio con auto proprie. La visita sarà accompagnata dalle guide dell’Associazione  Amici del Forte per descrivere e illustrare le particolarità della fortezza. Si richiede l’iscrizione entro venerdì 17 ottobre presso la sede CAI di Saluzzo di Piazza Cavour 12 (tel 0175 24.93.70, aperta il venerdì sera dalle 21,00 alle 22,00 circa).

Ritrovi: a Saluzzo (stazione FS) ore 7,00; a Carmagnola ore 7,00 (Sede CAI, Piazza Bobba)

Inizio escursione : ore 9,00; termine ore 16,00

Costi. € 12,00 per l’accompagnamento e la visita del forte (ridotti ad € 10,00 se siamo almeno 25 persone) + € 1,50 per l’assicurazione CAI Infortuni

Viaggio con auto proprie

Responsabile AE Carlo Mattio (0175 26.55.32 / 347 73.11.762; mail carlo.mattio@isiline.it)

mercoledì 8 ottobre 2008

Gorge du Verdon… sabato-domenica 4-5 ottobre 2008

I nostri amici alpinisti ci raccontano spesso di immense pareti di calcare, d panorami mozzafiato, del paesaggio incantevoli, della natura selvaggia e arida, delle casette sparse qua e là in mezzo alla vegetazione; insomma delle Gorge du Verdon…

Un ottimo motivo per una bellissima gita fuori porta…

Sabato: Partiti prestissimo dalla stazione dei treni a bordo del pullman… l’atmosfera è tranquilla un po’ per tutti… chi  riprende il sonno interrotto, chi invece sottovoce si intrattiene con il vicino di posto, chi con le cuffie ascolta musica… Ieio invece come al solito parla… con la povera Lu ancora assonnata…  Prima pausa all’autogrill per la colazione e si riparte per il lungo viaggio…

Chissà perché i posti incantevoli sono sempre distanti e difficili da raggiungere!!!

Dopo una seconda pausa nei pressi di Nizza, imbocchiamo la tortuosa strada Napoleonica che da Grasse sale in direzione di Digne… bellissima da percorrere per i motociclisti, meno per il nostro autista che pazientemente guida tra curve e strettoie dei paesini che andiamo ad attraversare…

Alle 11.30 la tappa obbligata al primo punto panoramico… l’emozione sale osservando dall’alto il “rigagnolo che scorre 300 metri più giù in fondo della gorgia… le pareti modellate dal passaggio dell’acqua, di colore grigio attirano l’attenzione di tutti noi. Molta gente a godere del paesaggio, le macchine fotografiche trasformano il presente in ricordi; una coppia di  alpinisti prepara meticolosamente l’attrezzatura per l’arrampicata… tre inglesi invece sono già alle prese con la parete sfidando la verticalità… imitando i migliori alpinisti che hanno disegnato le vie… come Patrick Edlinger, Linn Hill, ecc.

Proseguiamo per la stradina sempre più stretta e alla mezza arriviamo al rifugio… Stefania e Flavio, i nostri organizzatori, si presentano al gestore, mentre noi incominciamo a scaricare valigie e zaini dal pullman.

Pranzetto sulla terrazza con panorama mozzafiato e pomeriggio libero… in un batter d’occhio nascono due proposte; una breve escursione su un sentiero balcone per assaporare la gita che andremo a fare l’indomani sul “sentiero de l’imbut” e arrampicate sulle vie attrezzate nei pressi del rifugio… la maggior parte del gruppo parte per il sentiero… in  sette invece ci dirigiamo verso le vie di arrampicata… riscontriamo qualche difficoltà nel trovare la traccia di si salita alle pareti… giriando un po’ in tondo per assenza totale di indicazioni. Saliamo con difficoltà il conoide detritico, forse con un po’ di fortuna scoviamo dietro ad un cespuglio una corda fissa un po’ marciotta, ci guida fino alla parete; un breve sguardo alle vie e ognuno di noi sceglie quella più congeniale… Di li a poco iniziamo a testare la nostra bravura… parto io da primo, Pedro mi fa sicura, la pianta alle spalle fa sicura a Pedro preoccupato perché, in caso di una mia caduta, si troverebbe in un attimo in cima alla via. Dopo di me è la volta di Elena… sale graziosamente, quasi sfiorando appena la pietra… infine tocca a Pedro… non vede l’ora dopo che constatiamo che si tratta di un tiro di 25 m con difficoltà 5c, 6a… che bravi eh!!!

Intanto Stefania, Flavio, Osvaldo e Giancarlo si cimentano nelle vie a pochi metri da noi…

Soddisfatti dono qualche graffio, qualche grattata, ma felici delle belle scalate, ritorniamo al rifugio… i nostri amici sono rientrati poco prima, si stanno già godendo il sole e il panorama sul terrazzo… mentre noi ci rinfreschiamo…

Zuppa di zucca, timballo di riso con spezzatino e verdure, torta alla nocciola e miele con formaggio bianco sono la nostra cena…

Bartolo tira da sotto il tavolo una il genepì … in breve facciamo conoscenza degli amici francesi dei tavoli vicini che desiderosi di assaggiare il “nostro Genepì”, propongono uno scambio con la loro grappa delle isole Martinica…

Alle 22.30 tutti a nanna, stanchi per il lungo viaggio e per la bella giornata passata insieme…

Domenica: sveglia 7.30 colazione alle 7.45… la gestrice del rifugio è un pò pasticciona… prima vuole farci entrare in sala 8 per volta per non fare confusione poi cambia idea e mangiamo tutti insieme… bah!!!

alle 8.30 partenza per il “sentiero de l’imbut”… breve sguardo al cartello all’inizio del sentiero… e si parte in discesa verso l’abisso… il primo tratto di sentiero è comune al “sentiero Martel” poi svoltiamo decisamente a destra e in breve siamo al ponte in acciaio che attraversa il verdon…, struttura moderna in acciaio, alla prima impressione sembra il nuovo ponte di Calatrava inaugurato poche settimane fa a Venezia… lo attraversiamo uno per volta perché constatiamo un po’ ballerino…

Di qui il sentiero costeggia il Verdon sulla sinistra orografica… passiamo varia vegetazione, dagli arbusti sempre verdi ai faggi… dove ne incontriamo uno secolare che a fatica riusciamo ad abbracciare in tre…

Proseguiamo il nostro cammino e ci troviamo nei pressi di un’immensa caverna, bellissima, enorme, spettacolare… noi all’interno sembriamo formiche…

Il sentiero prosegue scavato nella roccia; la montagna sopra di noi ci fa da tetto, la fune da corrimano ci è di conforto per proseguire.

Intanto Flavio e Stefania si preoccupano di trovare la via alternativa per il ritorno… nella notte hanno aperto le dighe per far defluire l’acqua in eccesso…

sì il programma era di guadare il Verdon in un punto strategico; pochi cm d’acqua ci permettevano di intercettare il sentiero di salita alle terre emerse sull’altra sponda… dove il pullman ci avrebbe ripreso e riportato al rifugio… Arrivati al bivio per il sentiero Vidal; una traccia a zig zag scavata nella roccia che sale veritignosamente per portarci sulla strada, consumiamo il pranzetto e ci deliziamo con il buon vino di Pedro e Bartolo…

l’acqua scende impetuosa, una manna per i canoisti che da li a poco incontriamo impegnati nella discesa verso il lago…

Con un po’ di tristezza valutiamo che la via più breve per il rifugio è ritornare sui nostri passi… Si, il Vidal ci porterebbe in fretta alla in superficie, ma il pullman dovrebbe fare troppa strada per riprenderci…

Partiamo con decisione per il ritorno e in meno di tre ore siamo di nuovo allo “Chalet de la Maline”… raccattiamo le valigie e dopo esserci dissetati per l’ultima volta con la deliziosa birra ambrata artigianale riprendiamo i posti sul pullman per il ritorno

Ieio ci tiene allegri con lezioni minuziose di intimo femminile, dell'arte del truccarsi, del push up, del Wonderbra; i suoi racconti coloriti ci fanno sempre scompisciare dalle risate e faano sentire il ritorno meno lungo… Ad un certo punto tutto serio mi dice: “voglio fare un regalo al babbo… cosa ne dici di una bottiglia di BORDOLE’ ?” con sapiente maestria il nostro sommellier IEIO’ inventa un nuovo vino… 50% Beaujolais, 50% Bordeaux…  ed ecco che nasce il BORDOLE’… Che grande!!! Chissà che non sia anche buono!!!

Alle 23.30 sbarchiamo di nuovo in piazza della stazione… saluti di rito con malinconia perché aimè dobbiamo separarci… fino alla prossima occasione.

Anche se costretti a cambiamenti di programma non dipendenti dalla nostra volontà, siamo stati bravi ad adeguarci alle novità… è stata una bellissima avventura… da conservare gelosamente nei nostro cuori e nell’album dei ricordi….

Un ringraziamento particolare va Stefania e Flavio per l’organizzazione, per la buona volontà e l’impegno nel farci passare un weekend diverso dal solito.

Bello, bello, bello…

Beppe