Primi scambi di auguri alla sede del C.A.I.
venerdì sera e, tra una fetta di panettone ed un bicchiere di spumante, si
condividono proposte ed idee per l’ultima uscita domenicale prima del Natale.
Il tempo pare… sarà dalla nostra parte, ma
dobbiamo comunque da subito restringere la rosa delle possibili mete perché
Beppe ci aggiorna in tempo reale informandoci che, sulla scala del pericolo
valanghe, il rischio è… marcato (3 su 5) in quanto il manto nevoso è debolmente
consolidato anche a causa dell’azione eolica di questi ultimi giorni: occorrerà
dunque prestare la dovuta attenzione nella scelta dell’itinerario.
Considerando
che a pochi passi da noi, proprio sotto il Monviso, esiste un bosco millenario
del quale già parla Virgilio nell’Eneide e che proprio il bosco, si sa… da
sempre… è la miglior difesa contro le valanghe… perché non trascorrere la
giornata in un luogo suggestivo ed incantato come il Bosco dell’Alevé? Domenica
mattina siamo in quindici a raccogliere l’invito ed a risalire il primo tratto
dell’itinerario che, due mesi or sono, avevamo percorso a ritroso scendendo
dalla cima della Losetta.
Giunti
al bivio per il passo di S. Chiaffredo, abbandoniamo il sentiero diretto al Rifugio
Vallanta ed attraversato il fiume, su un ponte in legno ormai coperto di neve,
ci addentriamo nella cembreta.
L’atmosfera
da subito si carica di magia: il bosco è… a tratti, aspro, ma affascinante;
sfida il tempo e le stagioni; regala silenzi smisurati, smussati appena
dall’incedere dei nostri passi, oppure recisi di netto dalle risate fragorose
del gruppo, soprattutto quando qualcuno si diverte a tirare palle di neve.
Forse
è necessario fare un piccolo sforzo e tornare un po’ bambini per poter cogliere
col dovuto stupore la bellezza e la suggestione di questo luogo incantato.
Un
bimbo potrebbe riuscire a scovare qua e là gnomi, fate e folletti… Noi adulti
difficilmente sapremmo fare altrettanto, ma pur restando coi piedi per terra
potremmo comunque scoprire i tesori della più bella cembreta delle Alpi.
Oggi
per esempio il vento si è spesso divertito a suonare tra i rami: gelido sul
viso e tagliente come una lama sulla fronte, ma anche dolce melodia e sferzata
di energia vitale.
E
cosa dire dell’andirivieni che s’udiva tra i rami poco prima di salire al
rifugio Bagnour?
La
necessità di raggiungere il gruppo non ci ha permesso di sostare il tempo
necessario per scoprire quali specie di uccelli stavano volando di ramo in ramo
(l’obiettivo di Gian avrebbe sicuramente fissato in modo indelebile le “gesta”
del pennuto se solo si fosse manifestato ai nostri occhi).
Possiamo
solo immaginare che siano state nocciolaie o ghiandaie, rumorose e garrule,
intente a consumare le scorte di pinoli nascoste nelle crepe dei tronchi.
Ed
eccoci nel cuore del bosco, al rifugio Bagnour, dove la dimensione fantastica è
smorzata dalla presenza delle numerose persone che oggi son salite fin quassù.
In
un batter d’occhio i nostri uomini si prodigano per sistemare una lunga
tavolata, cosicché si possa condividere il pasto insieme sulla terrazza
inondata di sole.
Una
porzione abbondante di polenta fumante viene celermente servita ed altrettanto
velocemente i piatti si svuotano: bisogna pur nutrire questa fantasia… ma anche…
e soprattutto le gambe che… “energiche” dovranno riportarci a valle!
Il
sole, seppur splendente non riesce a mitigare a dovere il grande gelo, così,
dopo la pausa caffè, siamo nuovamente e “rumorosamente” in marcia (forse per
non essere da meno rispetto al nostro amico “gai”: uccello chiacchierone,
appunto).
Un’ultima
sosta per osservare da vicino la pregevole baita-rifugio Grongios Martre,
frutto di una decina di anni di lavoro da parte di un artigiano di
Pontechianale, poi… inevitabilmente… come ogni domenica che si rispetti, arriva
il momento dei saluti. Oggi oltre a… “Ci si vede la prossima domenica” si sente
soprattutto… “Buon Natale, ci vediamo a S. Stefano!”
Nessuno
pare deluso per aver scelto un itinerario così “magico” in alternativa alla
frenesia per la caccia all’ultimo dono.
Ma
i “cacciatori di regali”, in quest’ultima domenica pre-natalizia, avranno
saputo vivere la dimensione di attesa e di stupore che il “bosco incantato” ha
saputo regalarci…?
La Maestra a Quadretti
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