La
storia dell'Alpinismo attraverso musica, immagini, racconti
Saluzzo,
21 giugno 2013, Antico Palazzo Comunale, Salita al Castello 26.
Ore
17.45 e ore 21.15
Dalle ore 16, è previsto annullo postale dedicato
con apposite cartoline per gli appassionati di
filatelia.
In occasione delle celebrazioni dei 150 anni della
fondazione del Cai, la Sezione Cai Monviso di Saluzzo dedicherà il giorno del
solstizio d’estate, 21 giugno 2013, alla storia dell’Alpinismo. In orario pre-serale, alle ore 17.45, si risalirà
“la corda del tempo”, da Quintino Sella ai giorni nostri, sotto la guida di
abili narratori ed esperti, quali E. Camanni (giornalista, scrittore e alpinista), R.
Mantovani (giornalista,
storico dell’alpinismo, collaboratore della trasmissione TGR Montagne di Rai 2)
e M. A. Ferrari (giornalista,
scrittore, fondatore e direttore di “Meridiani-Montagne”): la
storia dell’alpinismo verrà raccontata attraverso i ritratti di alcuni fra gli
alpinisti più significativi con immagini, filmati d’epoca, racconti e
curiosità, accompagnati dall’arpista Rosanna Bagnis, insegnante della scuola
APM, e con l’intervento di A. Gazzera detto “Gustin”. Una cavalcata che partirà dall’alba del Club
Alpino, passerà per l’alpinismo eroico di E. Comici, ”l’alpinismo operaio”
degli anni ‘50, e arriverà alla rivoluzione degli anni ’70 con il Nuovo Mattino
di Gian Piero Motti. La serata, alle ore 21.15, sarà dedicata a Bruno
Detassis, noto alpinista delle Dolomiti del Brenta, con la proiezione del film
“Sentiero Bruno” alla presenza della regista, Roberta Bonazza.
Racconta Roberta Bonazza: “L’idea
di questo lavoro nasce da un’intervista fatta a Bruno Detassis poco prima della
sua dipartita, l’8 maggio del 2008 all’età di 97 anni. Un’intervista che con il
passare del tempo anziché consumarsi acquisiva significati, apriva orizzonti,
manteneva la freschezza e la forza di contenuti attuali e senza tempo. Così mi
sono chiesta come era arrivato Bruno a quell’età, a quella sintesi che
incarnava nel corpo e nel volto. Quali esperienze erano tracciate - come le sue
vie in montagna – nelle rughe del volto, nel fisico asciutto e nella folta
barba? Di certo le sue parole precise, le sue pause, il suo sguardo andavano
ben oltre la storia di un alpinista autore di 200 nuove vie, guida alpina e
gestore per tutta una vita del rifugio Brentei nelle Dolomiti di Brenta.
… ho deciso di ripercorrere il
‘Sentiero Bruno’ metafora di un cammino non solo muscolare alla ricerca delle
tappe e dei passi che lo hanno portato ad essere quello che tutti ricordano, il
custode del Brenta, il vecchio saggio, la presenza rassicurante al rifugio
Brentei.”
Un insolito viaggio attraverso la storia del Cai.
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