In
quarantaquattro, come i gatti di una celebre canzone, disciplinatamente in fila
e suddivisi in tre gruppi denominati: Allievi 1, Allievi 2, Gruppo
simpatizzanti con sottoinsieme delle “peppie” (ritrovatesi al gran completo e
dunque desiderose di condividere argomenti rimasti “a far muffa” da troppo
tempo)... ci dirigiamo oggi in Valle Maira per scoprire un luogo
particolarmente interessante dal punto di vista geologico e floristico.
Una
lezione magistrale tenuta giovedì scorso da Angelo e Paola aveva già
contribuito ad alimentare la nostra curiosità per questo percorso che, anche se
“avaro” in altitudine, ci ha regalato scorci di impagabile bellezza.
La
partenza è da Ponte Maira sotto un cielo di una nitidezza alla quale
ultimamente non eravamo più abituati e che ben fa presagire sull’andamento
della giornata.
Ci
incamminiamo dapprima sulla strada asfaltata che seguiamo fino alla cappella di
San Pietro, quindi prendiamo una strada sterrata, poi un sentierino che si
conclude proprio davanti alla prima tessera di questo mosaico policromo che si
rivelerà l’odierna escursione: verticali pareti di travertino nelle quali si
aprono grotte dalle forme alquanto bizzarre.
Angelo
ci erudisce riguardo alla genesi di questa particolare roccia originatasi negli
ultimi millenni a seguito della precipitazione di carbonato di calcio (il
calcare) disciolto nelle acque in pressione che emergono dai laghi Visaisa ed
Apzoi.
Entriamo
letteralmente in un castello fatato ricco di antri e caverne che si aprono in
alte pareti verticali. La suggestione del luogo è veramente unica, resa ancor
più magica dall’attraversamento di un incantevole bosco di pino uncinato.
Procediamo
su esili tracce di sentiero portandoci sopra le grotte e raggiungiamo l’ameno
pianoro delle sorgenti del Maira.
Ora
alterniamo la marcia con brevi soste che si rivelano micro lezioni di botanica:
giglio martagone, pinguicola, orchidea di montagna, cisto e addirittura...
piante carnivore... diventano parte del nostro bagaglio culturale.
È
l’ora di iniziare a perder quota in direzione di Chiappera d’Acceglio,
costeggiando il bacino di Saretto dalle acque color smeraldo, anche perché
mezzodì è passato da un po’ e il buco allo stomaco sta diventando una voragine.
L’ultimo
borgo abitato dell’Alta Valle Maira ci accoglie consentendoci di pasteggiare
all’ombra, godendo della pregevole testimonianza
dell’antica architettura montana.
Oggi
però è giornata di lezione per gli allievi che dovranno mostrare tutta la loro
abilità con bussola e cartine.
Si
sceglie il punto panoramico denominato Crocetta per passare alla fase operativa
e... mentre gli “scolari” cercano di mettere in pratica le competenze acquisite,
il resto del gruppo, senza alcuna rimostranza, si ritrova bucolicamente sdraiato
ad osservare la Rocca Provenzale e le cascate di Stroppia.
Ma... ahimè... con grande sofferenza e rammarico è già ora di riprendere
il cammino.
Uno
stretto sentiero molto panoramico ci riporta nuovamente a Ponte Maira dove
chiudiamo l’anello e, prima di ridiscendere la valle in auto, ci ritroviamo a festeggiare
Beppe che... da ieri... si è caricato nello zaino la saggezza ed il senno dei
suoi primi quarant’anni: 100 di questi G..... ops... Anni!!
La
Maestra a Quadretti
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