Nulla lasciava presagire che dovessi
“tirare le somme” di questa domenica tra i monti, dal momento che avevo già
messo in conto di non indossare gli scarponi.
Sarebbe dovuta essere una di quelle
“domeniche ponte” o “di transizione” che, lasciandoci digiuni, avrebbe reso più
avido il ritorno alle escursioni del dopo-Pasqua, dopo-ciastre, dopo-stagione
invernale.
L’inatteso... si sa... rende i momenti più
appaganti e... l’averci già “messo una pietra sopra”... permette di apprezzare
maggiormente ciò che non si riusciva neppure mentalmente a concretizzare.
Fatto sta che, in un assolato sabato
pomeriggio, un sms, foriero di novità, ci domanda se abbiamo voglia di
camminare senza ciastre e... in tal caso... siamo pregati di trovarci, come al
solito, alla stazione dei treni alle otto.
La meta è ancora in fase di “lavori in
corso”. Sarà mica un “pesce d’aprile”?
La presenza di Bartolo nel luogo indicato
per il ritrovo è fonte di conforto e rassicurazione: per il momento nessun
pesce ha abboccato!
Anche il dilemma “meta” trova soluzione in
tempi rapidi: la proposta di “passeggiare” lungo il Sentiero dei Ciclamini, ottiene
consensi pari allo 0%, perché, nonostante l’amenità e la dolcezza del luogo,
tutti (pochi, ma “tosti”) manifestiamo il desiderio di affrontare un dislivello
maggiore ed una gita più impegnativa.
L’ago calamitato, dopo aver oscillato,
incerto, tra Valle Stura (Monte Nebius) e Valle Varaita (Cima di Crosa), punta
decisamente verso quest’ultima meta, cosicché il cordone di auto (ben 3) si
avvia in direzione Becetto di Sampeyre.
Il tempo stabile e le temperature anomale
che hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa, ci invogliano a partire
in veste quasi estiva: pantaloni corti, canotte, scarponcini leggeri (Mauri
sfoggia e collauda quelli acquistati oculatamente in tempo di saldi), occhiali
e cappellini... E pensare che appena sette giorni or sono eravamo ammantati di
neve!
Oggi invece, calpestiamo, da subito, una
tavolozza di crochi multicolori che occhieggiano tra il manto erboso color
paglierino, ancora compresso dal peso della neve appena sciolta.
Siamo solo in nove e procediamo spediti
seguendo il sentiero che si inoltra con percorso sinuoso nel boschetto di
larici fino a sbucare alla baita del Lupo. Oltre incontriamo una presa per la
captazione delle acque e usciamo allo scoperto sui successivi pianori fino alla
base di un nevaio ancora carico.
Unica giustificazione a nostra difesa... la
non piena consapevolezza della possibile pericolosità del tratto in fase di attraversamento...
Fatto sta che quando, “nel bel mezzo del
cammin del nostro nevaio” ad accentuata pendenza, decidiamo di metterci in pose
plastiche per svariate foto di rito, Bartolo, prontamente e giustamente ci
sollecita a proseguire senza indugi e con la dovuta cautela.
In realtà credo abbia pensato di privare
tutti dell’attestato conseguito col corso invernale per mancanza di uno dei
requisiti principali: una sana dose di buon senso!
Riacquistato il senno smarrito, eccoci
sbucare dove il sentiero si adagia fino a raggiungere la graziosa e candida
chiesetta di Madonna Alpina che, vista da Becetto, pare aggrappata alla
montagna.
Ma la meta non è questa! Affrontiamo
l’ultimo ripido tratto in cresta, zigzagando con attenzione sul pendio erboso,
mentre il panorama man mano si amplia e si arricchisce.
Eccoci abbracciare la croce per la foto di
rito: ora lo scenario è magistrale, col Re di Pietra a far da cornice!
Per il banchetto di mezzodì decidiamo di
scendere alla cappella, dove troviamo riparo dal vento sistemandoci contro una delle
pareti.
Viene riadattato anche un vecchio tavolino rinvenuto
lì accatastato, sul quale trovano subito posto una bella bottiglia di vino ed
una colomba al cioccolato. Per chi sono gli auguri?
Sul quaderno dei ricordi, che Bartolo preleva
dalla cassetta posta accanto all’ingresso della chiesina, oggi Valeria scrive:
“Con gli amici del CAI, ho festeggiato il compleanno (ben 56 primavere) qui a
Madonna Alpina dove salgo in estate per la festa”.
Il tempo scorre sereno; ci si trastulla e
sollazza tra dolciumi e chiacchiere sui più svariati argomenti: banane e pericolosità
degli insetticidi utilizzati (mentre Mauro e Forest gustano il frutto con
apprezzamento...); ripasso delle frazioni (proprie, improprie, apparenti...);
dubbi sul tipo di fascia indossata dalla nostra festeggiata Valeria; varie ed
eventuali...
All’ora stabilita Bartolo ci richiama
all’ordine: è tempo di ripartire! Un ultimo sguardo alla chiesetta e ancora la
discesa nel nevaio: come siamo disciplinati questa volta! Ci teniamo anche a
distanza di sicurezza!
Sarà per questo che Bartolo decide di
concederci ancora una pausa inattesa? Chissà... Ne approfittiamo per sorbire
tutto il sole possibile, visto che le previsioni son destinate a cambiare...
Per finire... come consuetudine... pausa al
Segnavia! Oggi occupiamo un bel tavolo nell’area verde antistante la struttura,
ammirando le installazioni in legno sistemate per i ciclisti e le loro bici
e... colti da un momento di gaiezza improvvisa... ci concediamo anche un “giro
in aeroplano” (vedasi foto).
Meno male che pensavo ad una piatta ed
“innocua” domenica...
La Maestra a Quadretti
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