C’era una volta un gruppo di
persone con voglia di camminare, amore per la montagna e tanta buona volontà
che a conclusione del corso di escursionismo per imparare a frequentare la
montagna in piena sicurezza, decidono di aderire alla proposta degli istruttori
di trascorrere due giorni in val Chisone presso il rifugio Selleries.
Cronaca:
1° giorno: alla partenza le
facce assonnate ci fanno capire che forse non sarebbe male ritovarci a un’ora
più tarda ma, la montagna non aspetta chi dorme troppo. Dopo aver raccolto per
strada chi arriva dalla piana, tappa bar dove, nonostante la lezione di Elena
che consigliava di non abbuffarsi con cornetti e dolci vari prima di partire,
qualcuno fa addirittura il bis.
All’arrivo a Pra Catinat, punto
di partenza della camminata ci accorgiamo che qui la neve ha già lasciato il
posto al fango. Ci vuole qualche minuto a parcheggiare tutte le auto e una
buona mezz’ora per indossare l’abbigliamento adatto e caricare lo zaino con
l’indispensabile: artva, sonda e pala, per fortuna non ce ne son abbastanza per
tutti e qualcuno è risparmiato del carico e si parte.
Lungo il percorso finalmente
si incontra la neve, non è molta e non è fresca ma ci si accontenta e indossate
le ciastre si riparte. Pausa pranzo con il sole che scalda e ci convince a
spogliarci, cominciano le esercitazioni con ricerca artva, formazione del
gruppo di autosoccorso (responsabile, vista udito, ricerca artva, pale, sonde,
chi telefona, chi fa lo sfollamento ecc...), per la ricerca vengono impiegate cinque persone con la sonda (al cambio passo
si appoggia la sonda alla spalla e il comando lo da' chi è all'esterno) e poi
prova con sonda con vari materiali, alcuni sono un po’ distratti... cianciano... e quando Bartolo li"riprende" serio
serio, gli rispondono: “Stai scherzando?” e Bartolo non ha piu' parole.
All’arrivo al rifugio, dopo una doccia calda che rigenera, cena e animazione della serata con balli occitani, coinvolgendo anche gli altri ospiti.
2° giorno: colazione, partenza, nella salita osserviamo tre slavine scese, avvistiamo
camosci, poi si sale ancora ma non si raggiunge la meta perché le condizioni della neve non lo permettono, Gli istruttori prendono la saggia decisione di non
proseguire x evitare al ritorno il pericolo di slavine con tutte le conseguenze
che ben ci hanno spiegato a questo corso... "usiamo la testa e non solo i
piedi". Durante il ritorno esercitazione a sorpresa poi pranzo al rifugio con foto varie delle donzelle a
cura del fotografo professionista e perfezionista Paolo e rientro in cui le due
maestre si perdono e il gruppo non si accorge nemmeno ... ahi...
gruppo di autosoccorso (responsabile, vista udito, ricerca artva, pale, sonde,
chi telefona, chi fa lo sfollamento ecc...), per la ricerca vengono impiegate cinque persone con la sonda (al cambio passo
si appoggia la sonda alla spalla e il comando lo da' chi è all'esterno) e poi
prova con sonda con vari materiali, alcuni sono un po’ distratti... cianciano... e quando Bartolo li"riprende" serio
serio, gli rispondono: “Stai scherzando?” e Bartolo non ha piu' parole.
All’arrivo al rifugio, dopo una doccia calda che rigenera, cena e animazione della serata con balli occitani, coinvolgendo anche gli altri ospiti.
2° giorno: colazione, partenza, nella salita osserviamo tre slavine scese, avvistiamo
camosci, poi si sale ancora ma non si raggiunge la meta perché le condizioni della neve non lo permettono, Gli istruttori prendono la saggia decisione di non
proseguire x evitare al ritorno il pericolo di slavine con tutte le conseguenze
che ben ci hanno spiegato a questo corso... "usiamo la testa e non solo i
piedi". Durante il ritorno esercitazione a sorpresa poi pranzo al rifugio con foto varie delle donzelle a
cura del fotografo professionista e perfezionista Paolo e rientro in cui le due
maestre si perdono e il gruppo non si accorge nemmeno ... ahi...
Roberta, Mirella, Nadia e Federica
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