martedì 21 settembre 2010

PASSO DEI DUC - domenica 19 settembre 2010

Preambolo
Tutto ha avuto inizio domenica mattina, alle ore 7.30. Il cielo plumbeo che aveva già accompagnato il loro risveglio, ora ricordava l’imminente autunno con una leggera pioggerellina, che certo non distoglieva a quei dodici, trovatisi all’appuntamento per un’impegnativa escursione, l’idea di fare almeno una passeggiata sui monti. Nulla lasciava presagire che il sole li stava attendendo a Castello, località di partenza verso il Passo dei Duc.

Sono le 16.05 quando ci incamminiamo da quota 900 metri avendo come prima tappa il rifugio Bagnour. Questo primo tratto del nostro percorso prevede il passaggio attraverso il ben noto bosco de l’Aleve, di cui tanto si dice per l’importanza data dalla sua estensione e dalla sua età. Sarebbe ben poca cosa però essere colpiti soltanto dai suoi numeri, quello che ci stupisce sono le immagini della valle che si intravede in mezzo ai rami, il silenzio tutto intorno mentre in controluce si apprezzano le gocce fini lasciate cadere dai pini cembri… e qualche strano incontro. Qualcuno giura di aver visto un asino. Altri delle sculture.
(Sai pa! da verificare - n.d.a.)

Alle 20.17 siamo al rifugio (quota 1010), dove ci fermiamo per un breve spuntino, giusto una decina di minuti prima di riprendere la camminata che poco dopo lascia il bosco per imboccare la valle dei Duc, con Costa Ale Lunghe a sinistra, Corn des Jasses e Cima delle Lobbie in fondo. Da qui in poi il paesaggio cambia, con il cambiare delle vegetazione che sostituisce il verde dei pini con le sfumature di rosso date dalle erbe che ormai avvisano della nuova stagione. Tutto è così fino alla conca da dove parte il sentiero che porta al passo di S. Chiaffredo, e dove facciamo una ulteriore pausa prima di affrontare l’ultima salita verso la nostra meta (qualcuno ha sempre fame – n.d.a.). Da qui in poi siamo su pietraia, cercando di indovinare il percorso non proprio evidente, (qualcuno si cimenta in qualche passo di facile arrampicata – n.d.a.) e saliamo veloci fino al Passo dei Duc (quota 1325), raggiunto alle ore 27.86 (???). Adesso non può proprio mancare la foto di rito assieme alla contemplazione del paesaggio che abbiamo lasciato alle spalle, così come quello che ora si apre verso Piano Gallarino, con l’omonimo lago, e tutta la pianura che appare però come un mare fatto di nuvole bianchissime
(qualcuno pensa sia panna, anche se non ha ancora bevuto – n.d.a.).

Iniziamo dunque la discesa e, appena ci troviamo nuovamente in una zona pianeggiante, ci fermiamo per il pranzo: un’ora di pausa non ce la toglie nessuno! anche perché gli appoggi instabili della pietraia hanno lasciato il segno (letteralmente).
Di qui in poi seguiamo il medesimo percorso fatto per la salita e, nonostante tutto, ci sarebbero comunque altri mille dettagli da raccontare, come di quel curioso albero solitario… ma resto dell’idea che sia meglio vedere di persona.


Forrest

P.S. A ben vedere il dislivello doveva essere 1181 metri, tuttavia dai miei rilievi risulta molto maggiore. Devo comunque dire che per tutta la gita ho avuto qualche dubbio sull’uso del mio orologio/altimetro.


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