Naso all’insù a scrutare il cielo, quando
ancora le tenebre sono le padrone indiscusse, e... nessuna stella a far
brillare la volta celeste!
Fiuto da segugi per annusare l’aria frizzante causa
del primo inizio di “cambio di guardaroba”.
Il primato degli unici pantaloncini corti che
spetta a Mario2 con buona pace e rassegnazione di Maicol, oggi stranamente poco
caloroso.
Con queste premesse, partiamo dalle nostre
dimore e ci ritroviamo alle sette alla stazione dei treni per questa domenica
che segna un po’ il ritorno alla routine delle gite sociali.
Due dozzine sono il risultato della somma di
ventidue iscritti ufficiali e dei due accompagnatori certificati e qualificati
che ci seguiranno e guideranno a spasso intorno al Pic d’Asti: Dona e Mauri.
Dovendo descrivere sinteticamente (come mi è
stato richiesto per paura che forse dicessi di no alla stesura della relazione)
le sensazioni che lascia un anello come quello affrontato oggi, potrei
sottolineare l’ambiente selvaggio ricco di fascino tipico dell’alta montagna,
lo spaziare dello sguardo proteso sia verso l’orizzonte sconfinato (oggi in
parte mare di nuvole “pannose”) che verso il cielo di un blu cobalto, regalo di
fine estate quando l’umidità abbandona
il campo.
Il percorso, che a volte offre scenari quasi
lunari, alterna tratti in territorio francese ad altri su suolo della natia patria.
Lasciate le auto in uno spiazzo alcuni tornanti
prima del Colle dell’Agnello, ci dirigiamo in direzione del Col Vieux con bella
panoramica sul Lac Foréant.
Disceso con cautela un canalino franoso, per
fortuna sgombro da neve, assolviamo al gravoso rito del pranzo sulle rive del
Lac d’Asti ammirando il nevaio che dovremo attraversare nel pomeriggio.
La neve fresca caduta a inizio settembre ci consente
di procedere senza troppi indugi, dal momento che le rigide temperature di
questi ultimi giorni hanno dato il loro contributo nel mantenerla consistente.
Mentre lo sguardo è volto a seguire l’impresa
di alcuni alpinisti intenti a scendere dalla vetta del Pic d’Asti dopo aver
compiuto l’impresa, senza neppure accorgercene... anche per noi la meritata
conquista... l’arrivo alla sella del Pic d’Asti: un tremilacento e “rotti” di
tutto rispetto!!
Sosta irrinunciabile almeno per spaziare a 360°
e “inzupparsi” di emozioni che ognuno di noi custodirà segretamente nel proprio
cuore, me compresa.
Un sentito grazie a Dona e Mauri per la loro
scelta e per lo spirito di abnegazione nei confronti questi “escursionisti
della domenica”.
La Maestra a Quadretti
Nessun commento:
Posta un commento