Giovedì sera Carlo ha spiegato per bene tutte le
caratteristiche della neve: le forme, le varie trasformazioni, i pericoli
nascosti dietro quest’affascinante trasformazione dell’acqua... l’aula era
silenziosa ed attenta a carpire tutte le conoscenze sulla neve… un solo
sussulto quando abbiamo proiettato due brevi filmati di slavine… impressionanti,
in un attimo constatiamo quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura.
I pensieri ritornano a due anni fa quando ho potuto assistere (per fortuna solo
da vicino) ad un’enorme slavina nelle
vicinanze di Bardonecchia, il cuore batteva fortissimo… lo spavento era tanto…
per fortuna tutti salvi.
Domenica mattina siamo al completo per l’uscita pratica…
dopo il caffè a Dronero proseguiamo per Sant’Anna di Roccabruna dove lasciamo
le auto nei pressi della chiese… indossiamo “l’armatura” da escursionismo
invernale e divisi in due gruppi, iniziamo la camminata verso il colle della
Ciabra. Il naso a fiutare la neve, lo sguardo puntato per terra per scoprire le
varie forme dei cristalli di neve.
L’abetaia è stracarica di neve, i rami poco per volta si
liberano dal peso della coltre bianca… tasto il manto nevoso con un bastoncino…
farina pura… in gergo “powder” per gli appassionati di fuoripista. La strada si
restringe a sentiero… dietro di noi sentiamo un vociare avvicinarsi pian piano…
è un folto gruppo di escursionisti del Cai di Torino… ci seguono sulla stessa
traccia… scopriremo che sono impegnati in una traversata: salendo al colle della Ciabra per poi scendere
al santuario di Valmala, dove il pullmann li attende. Nei pressi del colle il
bosco si dirada… qualche cespuglio, qualche larice qua e là. Alle 11.45 siamo
al colle, il sole riscalda, ma una brezza freddina che sale dal versante della
Val Varaita ci fa scendere di qualche metro per poter consumare le prelibatezze
del pranzo.
Dopo pranzo ci dedichiamo alla stratigrafia della neve,
scavando una buca profonda per scoprire quante nevicate ci sono state fino ad
ora… in seguito ci dilettiamo a cercare il presunto sepolto da valanga
utilizzando l’artva… con molta calma per capire bene il funzionamento del
“marchingegno infernale”, consapevoli che non c’è nessuno di noi sotto la neve…
chissà cosa succederebbe se la finzione fosse realtà…
Alle 14 riprendiamo il sentiero del ritorno, fino a raggiungere
il tornante della strada… abbiamo ancora un po’ di energia per fare una piccola
deviazione nel bosco… calpestiamo neve vergine, seguendo la strada che porta al
colle di Valmala… per poi scendere alle macchine, seguendo una pista forestale.
La coltre di neve ha cancellato le tracce degli animali;
si indovinano a malapena i percorsi. Al bar di fronte ad una tazza di te caldo
programmiamo già le prossime gite. Domenica andremo al Colle della Bicocca… il
conto alla rovescia è già partito… -7.
Beppe
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