venerdì 30 dicembre 2011

Pian Traversagn - Lunedì 26 dicembre 2011


Quattro antipasti, un primo, un secondo, tre dolci, caffè e pusa cafè erano il mio pranzo di Natale.
Insomma, la ciambella attorno alla vita, invece di sparire, in questi giorni continua a crescere... un rimedio?
Una bella escursione in montagna, calpestando un pò di neve per smaltire l'abbondanza di Natale...
Consapevoli dell'abbuffata, per perdonare i peccati di gola, avevamo già programmato una bella escursione nel Vallone di Bellino (l'unico luogo con abbondanza di neve) visto che l'inverno fino ad adesso è stato un pò stitico...
Dopo il consueto caffè al Segnavia... risaliamo la Val Varaita per svoltare nel Vallone di Bellino subito dopo Casteldelfino... il termometro dell'auto sembra impazzito, a volte 2°C, altre -5°C... il freddo pungente ci assale al parcheggio di fronte al Rifugio Melezè... appena scendiamo dalle macchine... berretto e guanti sono indispensabili.
Bartolo ed io procediamo alla distribuzione del materiale di sicurezza (artva, pala, e sonda), mentre il resto del gruppo si attrezza per la partenza, regolazione zaini sulle spalle, ciastre, bastoncini...
Partiamo alla volta del Pian Traversagn, ad uno ad uno a distanza di tre metri passiamo davanti a Bartolo che scrupolosamente verifica il buon funzionamento dei nostri Artva... procediamo a passo spedito sul tratto di strada coperto da un velo di neve che ci conduce a Sant'Anna, in modo da riscaldare i muscoli intirizziti dal gelo...
svoltiamo a sinistra percorrendo la traccia che porta su al pianoro...fino al bivio per la vecchia miniera, qui il sole ha già illuminato il manto nevoso, per noi, una piacevole sosta per consumare una frugale colazione. Scegliamo di proseguire sulla strada, con uno sguardo ai canaloni che frequentemente scaricano gli accumuli di neve… l’occhio attento dei più esperti fa da guardia per tutti. Oltrepassiamo i conoidi di neve sulla strada provocati dalle slavine cadute alcuni giorni dopo le nevicate… verso le 11.30 siamo all’inizio del Pian Traversagn… molte persone oggi sulle nostre tracce, chi con gli sci, chi con le racchette… si disperdono nel pianoro… i più agguerriti proseguono per conquistare la Marchisa
Noi scegliamo di proseguire fino alla baita assolata del caro amico Tony Richard sulla destra orografica per pianoro, verso la vecchia miniera…
Puntuali a mezzogiorno troviamo posto davanti alla baita… pranziamo con il necessario per spegnere il languorino… senza esagerare… abbiamo ancora le score tipo cammelli del pranzo di Natale…
Quattro sciatori scendono da Punta Rasis, appena sopra di noi… si avvicinano a noi e scopriamo che il primo è proprio Tony… quattro chiacchiere mentre accende la stufa nella baita per pranzare…
Il sole velato da un leggero lenzuolo di nuvole stenta a scaldare… la brezza frizzante la fa da padrone… alcuni di noi riscoprono il vecchio gioco delle scivolate con le borse di nylon… dopo qualche discesa, la pista è belle che fatta… Paolo propone il suo “nylon da serra” di dimensioni esagerate, l’antenato del bob a quattro… diverse squadre si presentano al cancelletto di partenza… per provare l’ebbrezza della discesa.
Purtroppo è l’ora di scendere… in fila indiana seguiamo Bartolo… passiamo per il sentiero della vecchia miniera. Al fondo del pianoro imbocchiamo il canale che scende ripido fino ad incrociare di nuovo la strada. Le parti più ripide vengono affrontate da alcuni di noi col metodo  inglese “Culeman”…
Come ogni gita…. Raccogliamo le impressioni le risate, le immagini delle nostre meravigliose montagne, davanti ad una tazza di cioccolata fumante… rinnovando il prossimo appuntamento con le nostre camminate… per il giorno della Bafana…
Beppe

giovedì 29 dicembre 2011

Bosco dell'Alevè - Domenica 18 dicembre 2011


Primi scambi di auguri alla sede del C.A.I. venerdì sera e, tra una fetta di panettone ed un bicchiere di spumante, si condividono proposte ed idee per l’ultima uscita domenicale prima del Natale.
Il tempo pare… sarà dalla nostra parte, ma dobbiamo comunque da subito restringere la rosa delle possibili mete perché Beppe ci aggiorna in tempo reale informandoci che, sulla scala del pericolo valanghe, il rischio è… marcato (3 su 5) in quanto il manto nevoso è debolmente consolidato anche a causa dell’azione eolica di questi ultimi giorni: occorrerà dunque prestare la dovuta attenzione nella scelta dell’itinerario.
Considerando che a pochi passi da noi, proprio sotto il Monviso, esiste un bosco millenario del quale già parla Virgilio nell’Eneide e che proprio il bosco, si sa… da sempre… è la miglior difesa contro le valanghe… perché non trascorrere la giornata in un luogo suggestivo ed incantato come il Bosco dell’Alevé? Domenica mattina siamo in quindici a raccogliere l’invito ed a risalire il primo tratto dell’itinerario che, due mesi or sono, avevamo percorso a ritroso scendendo dalla cima della Losetta.
Giunti al bivio per il passo di S. Chiaffredo, abbandoniamo il sentiero diretto al Rifugio Vallanta ed attraversato il fiume, su un ponte in legno ormai coperto di neve, ci addentriamo nella cembreta.
L’atmosfera da subito si carica di magia: il bosco è… a tratti, aspro, ma affascinante; sfida il tempo e le stagioni; regala silenzi smisurati, smussati appena dall’incedere dei nostri passi, oppure recisi di netto dalle risate fragorose del gruppo, soprattutto quando qualcuno si diverte a tirare palle di neve.
Forse è necessario fare un piccolo sforzo e tornare un po’ bambini per poter cogliere col dovuto stupore la bellezza e la suggestione di questo luogo incantato.
Un bimbo potrebbe riuscire a scovare qua e là gnomi, fate e folletti… Noi adulti difficilmente sapremmo fare altrettanto, ma pur restando coi piedi per terra potremmo comunque scoprire i tesori della più bella cembreta delle Alpi.

Oggi per esempio il vento si è spesso divertito a suonare tra i rami: gelido sul viso e tagliente come una lama sulla fronte, ma anche dolce melodia e sferzata di energia vitale.
E cosa dire dell’andirivieni che s’udiva tra i rami poco prima di salire al rifugio Bagnour?
La necessità di raggiungere il gruppo non ci ha permesso di sostare il tempo necessario per scoprire quali specie di uccelli stavano volando di ramo in ramo (l’obiettivo di Gian avrebbe sicuramente fissato in modo indelebile le “gesta” del pennuto se solo si fosse manifestato ai nostri occhi).
Possiamo solo immaginare che siano state nocciolaie o ghiandaie, rumorose e garrule, intente a consumare le scorte di pinoli nascoste nelle crepe dei tronchi.
Ed eccoci nel cuore del bosco, al rifugio Bagnour, dove la dimensione fantastica è smorzata dalla presenza delle numerose persone che oggi son salite fin quassù.
In un batter d’occhio i nostri uomini si prodigano per sistemare una lunga tavolata, cosicché si possa condividere il pasto insieme sulla terrazza inondata di sole.
Una porzione abbondante di polenta fumante viene celermente servita ed altrettanto velocemente i piatti si svuotano: bisogna pur nutrire questa fantasia… ma anche… e soprattutto le gambe che… “energiche” dovranno riportarci a valle!
Il sole, seppur splendente non riesce a mitigare a dovere il grande gelo, così, dopo la pausa caffè, siamo nuovamente e “rumorosamente” in marcia (forse per non essere da meno rispetto al nostro amico “gai”: uccello chiacchierone, appunto).
Un’ultima sosta per osservare da vicino la pregevole baita-rifugio Grongios Martre, frutto di una decina di anni di lavoro da parte di un artigiano di Pontechianale, poi… inevitabilmente… come ogni domenica che si rispetti, arriva il momento dei saluti. Oggi oltre a… “Ci si vede la prossima domenica” si sente soprattutto… “Buon Natale, ci vediamo a S. Stefano!”
Nessuno pare deluso per aver scelto un itinerario così “magico” in alternativa alla frenesia per la caccia all’ultimo dono.
Ma i “cacciatori di regali”, in quest’ultima domenica pre-natalizia, avranno saputo vivere la dimensione di attesa e di stupore che il “bosco incantato” ha saputo regalarci…?
La Maestra a Quadretti

mercoledì 28 dicembre 2011

Notturna a Punta Ostanetta - Sabato 10 dicembre 2011


Il ritrovo oggi è alle 16, sì perché l’obiettivo è…la notturna!!!
Il cielo è sereno, la luna sarà piena, i partecipanti sono entusiasti e tutto promette per il meglio anche se,  per la verità, una pecca c’è: dovrebbe essere l’inaugurazione della stagione “ciastre” ma … c’è carenza di materia prima; la neve scarseggia.
Così, dopo la tappa consueta da Natale a Paesana per raccogliere tutti i partecipanti e prendere qualcosa di caldo, si riparte alla volta di Pian del Ciarm, sopra Ostana.
Parcheggiamo nel piazzale completamente sgombro dalla neve: quante volte siamo partiti con le ciastre già ai piedi dall’ultima borgata parecchio sotto?
Ci prepariamo mentre un vento freddo soffia e partiamo. Si chiacchiera, ci si scalda e il cielo imbrunisce sempre più: a poco a poco cala l’oscurità, a poco a poco sale la luna; si accendono le luci della pianura e dei versanti di fronte.
Percorriamo alcuni tornanti della strada sterrata che parte proprio a fianco degli abbeveratoi e, all’altezza del “grande masso”, abbandoniamo la strada per inerpicarci sul versante erboso che sale verso le falde della Punta Ostanetta.
La luna è ormai alta, le nostre pile sono del tutto inutili, la carovana guidata da Luigi procede tranquillamente: si può seguire senza alcuna difficoltà chi sta davanti senza timore di inciampare.
Il PANORAMA sul Monviso è ormai completamente aperto e la nostra montagna preferita è lì che ci guarda, lei sì, bianca di neve contro il cielo ancora blu intenso; qualche stella contorna lei e il suo mantello.
Ci fermiamo per rifocillarci e, voltandoci, osserviamo meglio lo spettacolo alle nostre spalle: fantastico, è sempre nuovo!!!
Qualche chiacchiera e poi si ritorna perché ci attendono per la cena al nuovo agriturismo.
Buon cibo, buona compagnia, chiacchiere, racconti, Gustin sempre sulla breccia con le sue storie, la sua cordialità, la sua curiosità, l’entusiasmo!
…c’è anche chi dice, che quella sera, sulla punta dell’Ostanetta c’è stato veramente…
Risalendo in auto, un ultimo sguardo alla notte: il Monviso è lì, bello, bianco, impassibile.


Paola

martedì 6 dicembre 2011

Sentiero Lanzetti - Domenica 4 dicembre 2011


RICETTA
per una “sfiziosa ed energetica” domenica in montagna

Tempo: 4 ore e trenta minuti circa più 2 ore di riposo.
Grado di difficoltà:     medio -
scarso per quanto riguarda la fase di riposo.

INGREDIENTI per 15 persone:

        Una limpida e ventosa domenica di inizio dicembre;
        la bella Valle Varaita;
        l’assolato sentiero Lanzetti;
        una sosta per il pranzo al Rifugio Savigliano;
        il rientro con tappa obbligata al Segnavia di Brossasco.

Procedimento:

Risalita la Valle Varaita fino a Genzana di Pontechianale, GIRATE a destra e, dopo poche centinaia di metri, parcheggiate le auto nei pressi del Rifugio Savigliano.
TOGLIETE zaini e bastoncini dal portabagagli, infilate scarponi, occhiali da sole, berretti e… con passo lento e cadenzato, iniziate a percorrere i lunghi tornanti in direzione “Le Conce”.
Guadagnando quota gradualmente, prestate attenzione al fondo stradale alquanto melmoso e… al primo bivio, svoltate a sinistra (sentiero Lanzetti).
DISPONETEvi ora in ordine sparso ed ammirando di fronte a voi l’imponente mole del Pelvo d’Elva, approfittatene per tarare gli altimetri.
PROSEGUITE spensieratamente fino a quando la presenza di neve sul sentiero contribuirà a rendere la marcia più suggestiva.
PREPARATEvi ad affrontare alcuni tratti ricoperti qua e là da sottili lastre di ghiaccio; PROCEDETE dunque con la dovuta cautela “sostenuti” dai compagni di viaggio.
UNITE il piacere per il movimento a quello per la gola concedendovi una pausa sostanziosa a base di cioccolata calda.
NEL FRATTEMPO appagate anche la vista ammirando dall’alto l’abitato di Chianale, piccolo scrigno, considerato a pieno titolo uno dei Borghi più belli d’Italia.
CONTINUATE percorrendo un incantevole tratto in pineta, dove potrete osservare il “lavoro d’erosione” compiuto ad opera dei cinghiali.
Quando già lo sguardo si poserà sul tratto terminale della valle e sulla conca del Lago Blu, salite gradualmente il ripido versante erboso fino a raggiungere l’ingresso di un fortino abbandonato.
Munitevi di pila o fatevela prestare ed introducetevi con cautela nel buio cunicolo.
Nonostante il luogo insolito ed appartato, potreste dovervi riparare dal bombardamento incessante dei flash di un audace fotografo.
PROSEGUITE risalendo un’erta scala, cercando di scansare bottiglie di vetro e latte arrugginite per giungere infine nella sala centrale dove, affacciandovi da una feritoia, potrete ammirare il panorama.
Non fatevi intimorire da un “misterioso ritratto” che, a volte… compare sulla parete…
Dopo un’avventura così emozionante e non priva di rischi, SALTATE qua e là, scendendo di buon passo uno scosceso pendio erboso e raggiungete la sede stradale.
La marcia potrà risultare più noiosa, ma la vista del lago di Pontechianale vi spronerà a continuare, consci del fatto che il pasto di mezzogiorno (oggi posticipato alle 14) sta per concretizzarsi.
Sedendovi a tavola DISPONETEvi ALLINEATI, PASSATEvi i vassoi colmi di verdure cotte e crude ed AFFETTATE il tutto con diligenza.
Lasciatevi SERVIRE più volte un’ottima “bagna cauda” nella quale intingere i vegetali insieme al commensale seduto di fronte a voi.
Questa fase richiederà molta calma e pacatezza.
GUARNITE questo momento chiacchierando con gli amici e condividendo pensieri ed emozioni.
INSAPORITE il tutto con un’inattesa esibizione canora.

Suggerimento dello chef:

Se lascerete “decantare questa giornata” sorseggiando “qualcosa di caldo” al Segnavia di Brossasco, potreste scoprire “dettagli” fino a quel momento rimasti nell’ombra… : un’appendice di allegria prima di tornare a casa…

La Maestra a Quadretti

domenica 4 dicembre 2011

Quattro passi al Rifugio Jerwis. domenica 27-11-2011

Qual’è il momento più utile per fare una riflessione sulla gita di domenica scorsa?

Forse restando seduti sul sofà, una domenica  pomeriggio con l’influenza che ti rende una meba, mentre il gruppo di amici è attore in un’altra avventura sui monti…
Ma andiamo per gradi…
L’altro venerdì in sezione studiavamo le cartine per individuare un’escursione nuova da fare…
in questo periodo di transizione tra l’autunno e l’inverno , dove la neve stenta ad arrivare e quella poca caduta colora di bianco le “terre alte”, diventa difficile scegliere belle escursioni…
Dopo varie proposte scegliamo la più rilassante… una tranquilla camminata fino al rifugio Willy Jerwis in Val Pellice… per degustare l’ottima polenta.
Ritrovo consueto alle otto alla stazione dei treni… noi da carmagnola, capeggiati da Gian partiamo di buon ora… così che quando arriviamo a Cavour nuovo punto di incontro, i saluzzesi devono ancora partire… forse Gian era “sagrinà” di arrivare all’appuntamento in ritardo…
Ripartiamo al seguito della collonna saluzzese per sostare a Luserna per il caffè… in un battibaleno sconvolgiamo  la tranquilla domenica di paese… piombiamo in 24 persone all’interno di un bar sulla piazza. La barista indaffarata nel servire caffè e cappuccini ci confessa che il suo lavoro reale è un altro… sostituisce la figlia in maternità… usciamo dal bar con il sospiro della barista e riprendiamo il tragitto fino al parcheggio di Villanova.
Oggi il capobranco e Maicol… si è occupato di prenotare dato che conosce bene il gestore, adesso è capofila e dispensa informazioni sul posto agli amici che camminano vicino a lui… breve sosta alla cascata ancora scrosciante d’acqua… piu in là nellìinverno, quando il gelo fermerà le gocce modellandole formando una bellissima e sinuosa cascata di ghiaccio, il nostro mitico Gustin si prodigherà per l’ennesima volta nel salirla con piccozza e ramponi. Ogni tanto nelle serate del mercoledì sera in sede al Cai racconta le sue avventura sulle cascate in Val Pellice…
Una famigliola ci accompagna durante il viaggio… il bimbetto è incuriosito vedendo il gruppo di “ragazzacci” chiacchierare e ridere animatamente.
Arriviamo al rifugio verso le 11.30… godiamo del sole caldo sul terrazzo che guarda verso la Conca del Pra e il Monviso… alcuni di noi non riescono a restare fermi, aspettando le 12.30 fa quattro passi sulla stradina che si perde nei prati antistanti il rifugio.
Alle 12.30 il profumo della polenta attira tutti noi alla tavola imbandita, iniziamo con un tagliere di affettati spettacolare… degno di essere immortalato con la macchina fotografica. Non è solo bello, ma anche ottimo da gustare… il vino rosso e bianco accompagnano il banchetto… arriva la polenta fumante accompagnata dalla salsiccia con sugo e spezzatino al brasato, non manca il formaggio in svariate forme e gusti.
Il dolce… una sorpresa… dopo il trancio di deliziosa crostata alle prugne, salta fuori dallo zaino di Ivo una meravigliosa torta e due bottiglie di spumante per festeggiare i suoi 45 anni, un augurio in coro per lui rimbomba nella sala…
Quattro chiacchiere con il gestore degustando i suoi digestivi, tra cui il genepy, il kumel e la genzian,  nel frattempo arriva l' ra di ritonare a casa.
Riprendiamo il sentiero del ritorno e percorrendo le immagini della Conca del Pra imbiancata e contornata dal profilo delle montagne, le risate, i volti sereni di ognuno di noi per un giorno trascorso lontano dai centri commerciali, arriviamo alle macchine.
Ci salutiamo degustando un “collino” in un Bar di Bobbio Pellice… sì, qui il marocchino viene ancora chiamato Collino, nome più gentile, facendo una breve ricerca su internet, scopro che  porta il nome del barista di Pinerolo che lo inventò.

Mula