martedì 28 ottobre 2008

Alì Babà e i 40 ladroni alla conquista del forte di Fenestrelle...


Ritrovo al bar a Villar Perosa per la colazione e per raggruppare i 40 ladroni... il gruppo di Saluzzo è già lì sul posto da alcuni minuti, quando arriviamo noi di Carmagnola. Alì Babà (Carlo) è sulla porta del bar ad attenderci con ansia, forse preoccupato per l’impresa che andremo a compiere... La visita al Forte di Fenestrelle è a chiusura delle gite ufficiali in calendario per quest’anno. http://www.fortedifenestrelle.com/Default.asp

Ripartiamo con i nostri “cavalli” e un quarto d’ora dopo siamo al parcheggio del Forte.

Indossati gli abiti da combattimento ci presentiamo alla biglietteria per ritirare il biglietto per la visita...

In attesa della guida abbiamo il tempo di guardarci intorno, scattare le prime foto sulla piazza d’armi...

Ecco che la nostra guida con le presentazioni inizia a raccontare la storia del Forte, nato intorno a 1700 per volere del Re sole a difesa dell’allora confine Italia Francia…

Il palazzo del Governatore, Il padiglione degli ufficiali, il piazzale antistante, la chiesa sconsacrata nell’800 per adibirla a deposito armi, si affacciano sulla piazza d’armi... i tre quartieri militari appoggiati sul pendio, le ridotte in fondo a tagliare l’unica strada di accesso alla valle... la strada reale che conduce al piazzale, ormai ricoperta da un soffice manto erboso a mò di prato inglese; questi i primi edifici che possiamo ammirare nella loro maestosità…

Beppe, la guida, pronuncia la parola magica “apriti sesamo” e abbiamo accesso alla strada reale che con i suoi tre km di lunghezza arriva fino alla sommità del forte denominato Forte delle Valli…

Visitiamo la polveriera, i risalti adibiti a casematte, scopriamo man mano le caratteristiche, i segreti. L’intelligenza dell’uomo nel costruire l’immensa opera… farebbe invidia a molti ingegneri di oggi…

Calpestiamo i primi dei 4000 scalini della scalinata coperta che porta fino alla sommità… utilissima in condizioni di brutto tempo, ma soprattutto in inverno, le testimonianze raccontano delle abbondanti nevicate, fino a 4-5 m di neve in una notte… agevolava le comunicazioni tra i vari settori del forte…

Impressionante la cura nella costruzione e nei dettagli utili per il buon funzionamento del forte… ogni cosa viene pensata a realizzata con un preciso scopo, quello di rendere efficace e inespugnabile questa fortezza…

L’acqua è una risorsa fondamentale, una fitta rete di canalizzazioni raccoglieva l’acqua piovana in apposite cisterne con funzione di riserva, ogni blocco era indipendente e fornito di acqua in tutti i piani abitabili degli edifici. Neanche i palazzi signorili della Torino bene di quel tempo avevano l’acqua ai piani alti.

Sbuchiamo all’esterno visto la bellissima giornata e percorriamo la scala reale, realizzata per le visite e dei signori del tempo, i muli provvedevano a trasportarli comodamente nelle visite ufficiali.

Alla fine dei 2500 scalini arriviamo al forte tre denti per l’ora di pranzo… Dai racconti di Beppe scopriamo che il forte in un mese consumava ben 900 botti di vino… anche noi non possiamo fare a meno del buon bicchiere di vino e dal delizioso salame di Pedro…

Proseguiamo la nostra salita verso la il punto più alto, arriviamo al Forte delle Valli… ci soffermiamo alla cisterna inferiore capace di ben 270000 litri di acqua, visitiamo le cucine attrezzate di due forni a cupola… locali adibiti a dispensa, la cucina in muratura per ospitare la marmitta, il soffitto soppalcato per ospitare la legna ad asciugare e tutte le riserve per rendere indipendente il forte. Beppe ci fa notare due pozzi che pescavano l’acqua da due falde diverse. In questo modo avevano maggior possibilità in caso di inquinamento dell’acqua. I loggioni dell’edificio degli ufficiali e un’opera d’arte, i modiglioni in granito scolpiti a mano dagli scalpellini di artisti della pietra; i caminetti in ogni singola stanza collegati tra di loro con un’unica canna fumaria che si stringeva passando da un piano al suo superiore per ottimizzare il caldo.

Arriviamo alla sommità dove l’unica via di comunicazione con l’esterno è il ponte rosso minato alla base del pilastro centrale e pronto a brillare in caso di attacco…

La cosa sconcertante è che in quest’imponente fortezza non è mai stato sparato un colpo, insomma non verrà mai utilizzata per lo scopo a cui era stata ideata…

La costruzione ha impiegato ben 4500 persone per 60 anni consecutivi… dalla prima pietra posata fino all’ultima passeranno invece 122 anni…

La cosa triste è che dalla fine della seconda guerra mondiale, da quando il forte è praticamente abbandonato è stato depredato di qualsiasi cosa potesse essere utile… facendolo così impoverire delle sue ricchezze architettoniche…

È una opera spettacolare che è stata “adottata” da un’associazione onlus che pazientemente la sta restaurando e riportando agli splendori di un tempo, con le risorse economiche che riceve dai vari enti, ma soprattutto dalle 50000 persone che ogni anno si recano per visitarla…

Un invito a tutti a dedicare una domenica ad essa per arricchire la propria cultura, la memoria storica… lontano dai centri commerciali che non fanno altro che appiattire e rendere monotona la nostra vita.

Ancora una volta il nostro Alì babà è stato grande… ha condotto i 40 ladroni in un finale di stagione da ricordare e portare nei nostri cuori per la bella gita, per la bella gente con cui abbiamo condiviso le emozioni, per la bella giornata…

Mula (uno dei ladroni)…

http://picasaweb.google.com/escursionismocaimonviso/FORTEDIFENESTRELLE261008

venerdì 24 ottobre 2008

Manifestazioni dei nostri AMICI ALPINI


In occasione del 90° anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale e della morte del sottotenente alpino Giovanni B. Osella, il gruppo ANA di Carmagnola propone un ricco calendario di manifestazioni...

La sottosezione del CAI "Monviso" di Carmagnola, collabora all'organizzazione della serata di venerdì 7 novembre, dove l'autore Marco Boglione, presenterà il libro "LE STRADE DEI CANNONI, FORTIFICAZIONI DEL VALLO ALPINO OCCIDENTALE",

Ore 21.00 presso la sede ANA in Via Quintino Sella, 52 a Carmagnola...

NON MANCATE!!!

mercoledì 15 ottobre 2008

Monte Cristalliera – Domenica 12 ottobre…


Cristalliera… mmmm?!?!?!?!?!

Il nome al primo impatto mi fa pensare a qualcosa di delicato… invece dopo una breve consultazione al sito del rifugio situato nelle vicinanze www.rifugioselleries.it, leggo che il toponimo Cristalliera deriva dai cristalli incastonati nel serpentino, pietra di cui è formata questa piramide regolare…

Si percorre la strada della Val Chisone fino alla Frazione Debot, si svolta a destra, la strada serpeggia su per il versante della montagna. Passiamo presso il “sanatorio Agnelli” due splendidi edifici voluti dal senatore Giovanni Agnelli nel 1926, strutture adibite al ricovero dei malati di tubercolosi…  ora invece ad albergo…

La strada prosegue per il colle delle finestre, si passa nel bosco di larici, in questo periodo assume una colorazione che va dal verde intenso al giallo-arancione. Bellissimo poter passeggiare per il bosco, godendo del silenzio, dei profumi autunnali e dei panorami da cartolina…

Lasciamo l’asfalto e percorriamo la strada tortuosa, a volte brutta e di difficile percorrenza per le auto, causa la quasi assenza di manutenzione…

Dopo alcuni chilometri ecco che arriviamo nella conca dove è situato il rifugio… lasciamo le auto e ci incamminiamo sul sentiero che ci porterà alla meta…

In breve passiamo vicino al lago Laus, uno specchio d’acqua situato a mezz’ora di cammino dal rifugio… l’acqua, l’ambiente, il panorama, creano in noi pace e serenità… verrebbe voglia di stare lì ad assaporarne a pieno queste sensazioni, ma dobbiamo proseguire per la Cristalliera che si presenta davanti a noi imponente. Gustin mi racconta che è una montagna famosa… sulle sue pareti sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo piemontese; diverse vie di arrampicata disegnate da persone di spessore come Giancarlo Grassi, famoso soprattutto per le cascate di ghiaccio… Gian Piero Motti, Danilo Galante solo per citarne alcuni… http://www.rifugioselleries.it/Cristalliera.htm

Breve sosta al lago “La Manica” per colazione… il sole caldo è piacevole… con poco entusiasmo ricominciamo la salita al colle superiore di Malanotte… la Cristalliera crea un’ombra fredda sul nostro cammino, il vento che soffia sul colle non migliora la situazione… Gustin ed io raggiungiamo sul colle il resto del gruppo che si era staccato di alcuni minuti.

Ripartiamo alla volta della punta… si intravede la croce con la bandiera frustata dal vento… il versante nord è macchiato di neve… man mano che ci avviciniamo alla punta, la coltre bianca diventa uniforme… sul sentiero il calpestio degli scarponi che ci hanno preceduto creano una patina insidiosa… Eccoci!!! La vetta, la croce, la bandiera… restiamo una decina di minuti a godere del paesaggio… le solite foto ricordo… qualche bel pensiero lasciato al vento sperando che lo porti a destinazione… Discesa!!! Luigi il nostro capogita sceglie con saggezza la via migliore in mezzo allo sfasciume… l’attenzione è massima… il silenzio è solo interrotto dal vento che sibila tra le rocce… dopo una cinquantina di metri di discesa scorgiamo l’infaticabile Gustin che sta salendo pian piano la montagna… si era attardato sul colle, mi aveva detto che quasi quasi sarebbe rimasto li ad aspettarci… ma il richiamo alla montagna, la grande forza di volontà al cospetto dei suoi 81 anni lo hanno portato fino in punta…

Decido di aspettarlo, mentre gli altri conquistano i posti migliori al colle per pranzare…

E’ emozionante vedere il brillare dei suoi occhi quando sfiora la croce con la mano… chissà quali i suoi pensieri… mi ringrazia con una stretta di mano… poi perché!!! Iniziamo la discesa dopo le foto… raggiungiamo con estrema cautela gli altri… ci fermiamo giusto il tempo per un boccone… invito anche Gustin a mangiare qualcosa… il quale mi dice… “no grazie, l’ho già mangià na caramela marcu”

Uno sguardo all’orologio e giù verso il rifugio… il sole basso sul profilo dell’Orsiera non ha più la forza di riscaldare… raggiungiamo le macchine… via gli scarponi e gli indumenti sudati…

Una meritata sosta al rifugio… accogliente come i gestori…

Cioccolata, birra e cappuccino ci riscaldano a conclusione di un’altra bella avventura…

Qualunque sia la meta è indifferente quando la compagnia è quella giusta… ma luoghi meravigliosi come questo non fanno che arricchirci di gioia per aver trascorso un’altra giornata indimenticabile…

Beppe

lunedì 13 ottobre 2008

Forte di Fenestrelle - Domenica 26 ottobre

Il finale di stagione è stato riservato ad una escursione che unisce alla camminata la visita di uno dei più affascinanti monumenti del Piemonte, monumento simbolo della provincia di Torino e definito anche “la muraglia cinese piemontese”: il forte di Fenestrelle: è infatti la più grande struttura fortificata d’Europa, e la più estesa costruzione in muratura appunto dopo la Grande Muraglia cinese.. Coprendo un dislivello di circa 700 metri, si visiteranno i vari forti e gli edifici per le truppe di cui si compone e la famosa scala coperta di 4.000 gradini per arrivare al Forte delle Valli a quota 1780, per  rientrare sulla vicina “strada dei cannoni”. Pranzo al sacco e viaggio con auto proprie. La visita sarà accompagnata dalle guide dell’Associazione  Amici del Forte per descrivere e illustrare le particolarità della fortezza. Si richiede l’iscrizione entro venerdì 17 ottobre presso la sede CAI di Saluzzo di Piazza Cavour 12 (tel 0175 24.93.70, aperta il venerdì sera dalle 21,00 alle 22,00 circa).

Ritrovi: a Saluzzo (stazione FS) ore 7,00; a Carmagnola ore 7,00 (Sede CAI, Piazza Bobba)

Inizio escursione : ore 9,00; termine ore 16,00

Costi. € 12,00 per l’accompagnamento e la visita del forte (ridotti ad € 10,00 se siamo almeno 25 persone) + € 1,50 per l’assicurazione CAI Infortuni

Viaggio con auto proprie

Responsabile AE Carlo Mattio (0175 26.55.32 / 347 73.11.762; mail carlo.mattio@isiline.it)

mercoledì 8 ottobre 2008

Gorge du Verdon… sabato-domenica 4-5 ottobre 2008

I nostri amici alpinisti ci raccontano spesso di immense pareti di calcare, d panorami mozzafiato, del paesaggio incantevoli, della natura selvaggia e arida, delle casette sparse qua e là in mezzo alla vegetazione; insomma delle Gorge du Verdon…

Un ottimo motivo per una bellissima gita fuori porta…

Sabato: Partiti prestissimo dalla stazione dei treni a bordo del pullman… l’atmosfera è tranquilla un po’ per tutti… chi  riprende il sonno interrotto, chi invece sottovoce si intrattiene con il vicino di posto, chi con le cuffie ascolta musica… Ieio invece come al solito parla… con la povera Lu ancora assonnata…  Prima pausa all’autogrill per la colazione e si riparte per il lungo viaggio…

Chissà perché i posti incantevoli sono sempre distanti e difficili da raggiungere!!!

Dopo una seconda pausa nei pressi di Nizza, imbocchiamo la tortuosa strada Napoleonica che da Grasse sale in direzione di Digne… bellissima da percorrere per i motociclisti, meno per il nostro autista che pazientemente guida tra curve e strettoie dei paesini che andiamo ad attraversare…

Alle 11.30 la tappa obbligata al primo punto panoramico… l’emozione sale osservando dall’alto il “rigagnolo che scorre 300 metri più giù in fondo della gorgia… le pareti modellate dal passaggio dell’acqua, di colore grigio attirano l’attenzione di tutti noi. Molta gente a godere del paesaggio, le macchine fotografiche trasformano il presente in ricordi; una coppia di  alpinisti prepara meticolosamente l’attrezzatura per l’arrampicata… tre inglesi invece sono già alle prese con la parete sfidando la verticalità… imitando i migliori alpinisti che hanno disegnato le vie… come Patrick Edlinger, Linn Hill, ecc.

Proseguiamo per la stradina sempre più stretta e alla mezza arriviamo al rifugio… Stefania e Flavio, i nostri organizzatori, si presentano al gestore, mentre noi incominciamo a scaricare valigie e zaini dal pullman.

Pranzetto sulla terrazza con panorama mozzafiato e pomeriggio libero… in un batter d’occhio nascono due proposte; una breve escursione su un sentiero balcone per assaporare la gita che andremo a fare l’indomani sul “sentiero de l’imbut” e arrampicate sulle vie attrezzate nei pressi del rifugio… la maggior parte del gruppo parte per il sentiero… in  sette invece ci dirigiamo verso le vie di arrampicata… riscontriamo qualche difficoltà nel trovare la traccia di si salita alle pareti… giriando un po’ in tondo per assenza totale di indicazioni. Saliamo con difficoltà il conoide detritico, forse con un po’ di fortuna scoviamo dietro ad un cespuglio una corda fissa un po’ marciotta, ci guida fino alla parete; un breve sguardo alle vie e ognuno di noi sceglie quella più congeniale… Di li a poco iniziamo a testare la nostra bravura… parto io da primo, Pedro mi fa sicura, la pianta alle spalle fa sicura a Pedro preoccupato perché, in caso di una mia caduta, si troverebbe in un attimo in cima alla via. Dopo di me è la volta di Elena… sale graziosamente, quasi sfiorando appena la pietra… infine tocca a Pedro… non vede l’ora dopo che constatiamo che si tratta di un tiro di 25 m con difficoltà 5c, 6a… che bravi eh!!!

Intanto Stefania, Flavio, Osvaldo e Giancarlo si cimentano nelle vie a pochi metri da noi…

Soddisfatti dono qualche graffio, qualche grattata, ma felici delle belle scalate, ritorniamo al rifugio… i nostri amici sono rientrati poco prima, si stanno già godendo il sole e il panorama sul terrazzo… mentre noi ci rinfreschiamo…

Zuppa di zucca, timballo di riso con spezzatino e verdure, torta alla nocciola e miele con formaggio bianco sono la nostra cena…

Bartolo tira da sotto il tavolo una il genepì … in breve facciamo conoscenza degli amici francesi dei tavoli vicini che desiderosi di assaggiare il “nostro Genepì”, propongono uno scambio con la loro grappa delle isole Martinica…

Alle 22.30 tutti a nanna, stanchi per il lungo viaggio e per la bella giornata passata insieme…

Domenica: sveglia 7.30 colazione alle 7.45… la gestrice del rifugio è un pò pasticciona… prima vuole farci entrare in sala 8 per volta per non fare confusione poi cambia idea e mangiamo tutti insieme… bah!!!

alle 8.30 partenza per il “sentiero de l’imbut”… breve sguardo al cartello all’inizio del sentiero… e si parte in discesa verso l’abisso… il primo tratto di sentiero è comune al “sentiero Martel” poi svoltiamo decisamente a destra e in breve siamo al ponte in acciaio che attraversa il verdon…, struttura moderna in acciaio, alla prima impressione sembra il nuovo ponte di Calatrava inaugurato poche settimane fa a Venezia… lo attraversiamo uno per volta perché constatiamo un po’ ballerino…

Di qui il sentiero costeggia il Verdon sulla sinistra orografica… passiamo varia vegetazione, dagli arbusti sempre verdi ai faggi… dove ne incontriamo uno secolare che a fatica riusciamo ad abbracciare in tre…

Proseguiamo il nostro cammino e ci troviamo nei pressi di un’immensa caverna, bellissima, enorme, spettacolare… noi all’interno sembriamo formiche…

Il sentiero prosegue scavato nella roccia; la montagna sopra di noi ci fa da tetto, la fune da corrimano ci è di conforto per proseguire.

Intanto Flavio e Stefania si preoccupano di trovare la via alternativa per il ritorno… nella notte hanno aperto le dighe per far defluire l’acqua in eccesso…

sì il programma era di guadare il Verdon in un punto strategico; pochi cm d’acqua ci permettevano di intercettare il sentiero di salita alle terre emerse sull’altra sponda… dove il pullman ci avrebbe ripreso e riportato al rifugio… Arrivati al bivio per il sentiero Vidal; una traccia a zig zag scavata nella roccia che sale veritignosamente per portarci sulla strada, consumiamo il pranzetto e ci deliziamo con il buon vino di Pedro e Bartolo…

l’acqua scende impetuosa, una manna per i canoisti che da li a poco incontriamo impegnati nella discesa verso il lago…

Con un po’ di tristezza valutiamo che la via più breve per il rifugio è ritornare sui nostri passi… Si, il Vidal ci porterebbe in fretta alla in superficie, ma il pullman dovrebbe fare troppa strada per riprenderci…

Partiamo con decisione per il ritorno e in meno di tre ore siamo di nuovo allo “Chalet de la Maline”… raccattiamo le valigie e dopo esserci dissetati per l’ultima volta con la deliziosa birra ambrata artigianale riprendiamo i posti sul pullman per il ritorno

Ieio ci tiene allegri con lezioni minuziose di intimo femminile, dell'arte del truccarsi, del push up, del Wonderbra; i suoi racconti coloriti ci fanno sempre scompisciare dalle risate e faano sentire il ritorno meno lungo… Ad un certo punto tutto serio mi dice: “voglio fare un regalo al babbo… cosa ne dici di una bottiglia di BORDOLE’ ?” con sapiente maestria il nostro sommellier IEIO’ inventa un nuovo vino… 50% Beaujolais, 50% Bordeaux…  ed ecco che nasce il BORDOLE’… Che grande!!! Chissà che non sia anche buono!!!

Alle 23.30 sbarchiamo di nuovo in piazza della stazione… saluti di rito con malinconia perché aimè dobbiamo separarci… fino alla prossima occasione.

Anche se costretti a cambiamenti di programma non dipendenti dalla nostra volontà, siamo stati bravi ad adeguarci alle novità… è stata una bellissima avventura… da conservare gelosamente nei nostro cuori e nell’album dei ricordi….

Un ringraziamento particolare va Stefania e Flavio per l’organizzazione, per la buona volontà e l’impegno nel farci passare un weekend diverso dal solito.

Bello, bello, bello…

Beppe

mercoledì 1 ottobre 2008

Corso di Balli Occitani - 1° livello

L'associazione culturale "La Ghironda" organizza il corso di balli occitani... un modo nuovo attraverso il ballo per conoscere la cultura occitana...
un modo per conoscere nuovi amici e allargare i propri orizzonti...
non mancate alla presentazione del corso che si terrà il 9 ottobre presso il centro culturale "Spapò" in Carmagnola...